L’istituto guidato da Alberto Nagel ha lanciato la nuova realtà specializzata nella gestione del risparmio e degli investimenti delle famiglie di fascia alta.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Il piano industriale al 2026 di Mediobanca entra nel vivo con la presentazione di Mediobanca Premier, banca specializzata nella gestione del risparmio e degli investimenti delle famiglie italiane di fascia alta.

L’iniziativa sarà sorretta da un importante piano di reclutamento che porterà le reti di vendita a crescere da 1.100 a 1.350 professionisti. Questo incremento supporterà l'obiettivo di aumentare del 25% le masse totali: da 39 a 50 miliardi di euro entro il 2026.

Consulenza, gestione e protezione dei patrimoni

Mediobanca Premier nasce con l'ambizione di diventare leader nella fascia medio-alta del mercato e svilupperà un'offerta di consulenza, gestione e protezione dei patrimoni avvalendosi di prodotti di Asset Management e dell'offerta di prodotti di Capital Market e di Corporate & Investment Banking di Mediobanca.

Con la della nuova banca, guidata dall’a.d. Gian Luca Sichel, viene avviato un processo di rebranding che riguarderà tutti i canali di CheBanca!.

Progetto più importante piano

«Mediobanca Premier è forse il singolo progetto più importante del piano «One Brand-One Culture» di Mediobanca al 2026 'dal punto di vista del potenziale di crescita e di impatto sul valore» ha dichiarato l'a.d. di Mediobanca, Alberto Nagel, aggiungendo che «quello che noi oggi facciamo partire è un progetto destinato a diventare un leader.

E’ molto più di un rebranding di CheBanca!» ma è un progetto che punta a «quel 60% dei 5 mila miliardi di risparmio degli italiani non investito, di cui gran parte è legato a famiglie imprenditoriali».

Senza trascurare temi di finanza straordinaria

Il cliente tipo di Premier, sarà l’imprenditore nella sua interezza: una persona che possiede una ricchezza liquida e una illiquida, l’azienda.

A questo cliente verranno forniti servizi di asset management, advisory, prodotti di credito, di capital market, di corporate finance e m&a, di trading senza trascurare temi di finanza straordinaria, ma anche il lavoro dell’ufficio studi sul territorio, o ancora l’equity research, che finora era dedicato quasi esclusivamente a clientela istituzionale.

Non schiavi di M&A

«Abbiamo un progetto di grande interesse su cui vogliamo restare concentrati. Dobbiamo diventare sempre di più una macchina di recruitment e dobbiamo essere molto concentrati su questo» ha detto ancora Nagel che non esclude la crescita esterna nel wealth management, ma non la cerca, al momento.

«Se riusciremo a fare bene il nostro lavoro saremo anche molto piu' credibili nel consolidamento – ha aggiunto – e avere un brand di questo tipo sara' attrattivo per fare anche operazioni che possono essere di team o anche piu' ampie».

«Non siamo schiavi dell'M&A per crescere – ha detto. Un conto è acquisire un team» come nel caso della squadra dell’ex Credit Suisse Luca Sicari arrivata a Mediobanca nell’aprile del 2023 «quando invece devi comprarti una società il paradigma cambia: siccome noi cresciamo già tanto all'anno, ci vuole opportunità che valga davvero la pena per spingerci a interrompere la nostra forte crescita organica. Per questo oggi alcune opportunità anche medio piccole che avevamo visto in passato risultano meno interessanti».

Masse cresceranno con gestito e amministrato

«Ad oggi le masse gestite di Mediobanca Premier sono 39 miliardi e puntiamo a portarle a 50 miliardi» entro la fine del Piano, ha ricordato Gian Luca Sichel, amministratore delegato di Mediobanca Premier sottolinenando che la parte grossa della crescita arriverà dal gestito e dall'amministrato a servizio degli investimenti, mentre «la parte di liquidità sarà ancillare, data dal fatto che i clienti devono tenere una liquidità di base per l'operatività».