Mediobanca è il primo titolo bancario che sperimenta cosa possa produrre il timore dei mercati sulla tenuta dei conti bancari. Non senza effetti che suonano paradossali.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Nello specifico l’utile netto del primo trimestre della banca guidata da Alberto Nagel ha battuto le attese degli analisti ammontando a 330 milioni di euro contro i 319 milioni di euro previsti dagli esperti, ma il titolo ha pagato la revisione al ribasso della «guidance» sul margine di interesse lasciando sul terreno oltre otto punti percentuali in Borsa.

Nello specifico Mediobanca ha portato la «guidance» del margine di interesse sul 2024/25 da low single digit a flat.

Una scelta tattica

Nagel la considera «una scelta tattica» ora che la priorità del gruppo è far crescere le attività finanziarie della clientela e che gli spread creditizi corporate sono al minimo storico.

«Nel nuovo scenario dei tassi, Mediobanca gode di una posizione interessante: nonostante un margine di interesse in linea con quello dello scorso esercizio, beneficeremo di commissioni interessanti», ha spiegato il banchiere. «Una posizione che ci permetterà di accrescere l'Eps del 6.8% quest'anno, per poi raggiungere target di piano di 1,8 euro nel 2026».

Il gruppo prevede un margine di interesse stabile anche per il prossimo anno fiscale, «ma se Compass dovesse andare particolarmente bene potremmo anche rivedere la «guidance» al rialzo», ha poi spiegato Nagel.

Scommessa su crescita futura

Il margine di interesse del trimestre, pari a 485 milioni di euro, ha registrato una contrazione rispetto ai trimestri precedenti penalizzato dalla discesa dei tassi di interesse e dal rialzo del costo del funding figlio della decisione di Mediobanca di remunerare maggiormente la clientela.

La banca ha spiegato che la «temporanea» riduzione del margine di interesse è legata ad «azioni mirate a favorire la crescita ricorrente futura» privilegiando la crescita delle masse, anche con campagne promozionali come quella di Mediobanca Premier, a discapito della redditività sul breve periodo per raccoglierne i frutti in un secondo momento.

Una scommessa su un futuro targato Wealth Management

Tra i fattori che hanno impattato negativamente io contro anche l’apporto da parte di Generali. Calato a 105,4 milioni di euro dai 138,4 milioni di euro dello scorso anno per i minori risultati non operativi e del calo del segmento Danni.

Per converso la scommessa su un futuro targato Wealth Management ha continuato a pagare. Il comparto ha registrato risultati commerciali eccellenti con una raccolta netta raddoppiata a 2,6 miliardi di euro, al miglior livello del settore, e con un miglioramento nel mix (1,3 miliardi di euro di asset under management e 1,1 miliardi di euro di asset under administration).

Possibili acquisizioni taglio media

Mediobanca punta sempre sulla crescita organica, ma se ci sono opportunità è pronta a considerarle.

«Siamo sempre interessati – ha spiegato Nagel – ad accelerare il nostro percorso di crescita sul capital light business, lo abbiamo fatto con Arma, possono esserci anche operazioni di partnership, come quella conclusa questo trimestre, continuano a guardare asset che possono accelerare la nostra crescita, anche se abbiamo un mercato da cogliere organicamente che evidentemente è la parte principale per noi: la crescita organica».

Un leader in Italia

Qualora si palesassero «operazioni di media taglia bene, ma l'ordine di priorità è prima organico e poi extra organico», ha precisato poi il manager aggiungendo che «nella componente di wealth management intendiamo diventare un leader in Italia e poi anche all'estero, se ci sono opportunità distributive di fascia medio-alta le guardiamo».

Per Cib conta «location»

Nel Corporate & Investment Banking (Cib) in Italia, ha poi detto Nagel agli analisti «siamo già molto presenti e quindi si potrebbe guardare a situazioni o asset che hanno un forte taglio geografico, come abbiamo fatto in Germania organicamente, oppure» su un'operazione «verticale, come nel caso di Arma Partners» mentre per la divisione Consumer Finance «ci possono interessare accordi distributivi in Italia e o piccole piattaforme, magari fintech, che accelerino il percorso digitale di Compass».