Il Monte dei Paschi lancia un’offerta ostile su Mediobanca

Il Monte dei Paschi di Siena, la banca pîù antica d'Italia appena uscita da una lunga ristrutturazione da parte dello Stato, ha osato quello che per tanti sembrava inosabile: ha lanciato un'offerta ostile Mediobanca.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Nello specifico il Monte ha presentato un’offerta pubblica di scambio totalitaria che valuta Piazzetta Cuccia 13,3 miliardi di euro e offre un premio del 5,03%. Mps offre 23 azioni per ogni 10 azioni Mediobanca portate in adesione.

L’offerta non é stata in alcun modo concordata e verrà considerata «ostile» dal Cda di Mediobanca, Mps stima di completare l'esecuzione dell'offerta pubblica di scambio entro il terzo trimestre del 2025. L'offerta pubblica di scambio è condizionata al raggiungimento del 66,67% del capitale di Piazzetta Cuccia, condizione che è rinunciabile «solo espressamente» dalla banca.

Nuovo campione nazionale?

Dall'unione tra Mps e Mediobanca, spiegano dal Monte; «nasce un nuovo campione nazionale nel settore bancario italiano, che si posiziona al terzo posto nei segmenti chiave, con una forte complementarità di prodotti e servizi e caratterizzato da un business mix altamente diversificato e resiliente, con rilevanti sinergie industriali.

Il nuovo gruppo proteggerà e favorirà lo sviluppo dei due già forti brand Mps e Mediobanca, preservandone il posizionamento e le competenze uniche e consentendo alle famiglie e alle imprese italiane di accedere a una piattaforma di servizi bancari più ampia e integrata».

Da un punto di vista della capitalizzazione di Borsa il predatore è più piccolo della preda: Mps vale 8,8 miliardi di euro contro i 12,7 di Mediobanca, I principali azionisti di Mps sono il Tesoro (11,7%), Delfin (9,9%) e Caltagirone (5%). Delfin e Caltagirone sono azionisti, rispettivamente al 19,39% e al 5,49%, di Piazzetta Cuccia.

Posizione in Generali

Scalare Mediobanca significa, tra l'altro, divenire il primo azionista delle Generali di cui Mediobanca è il principale socio con il 13% del capitale. E anche in questo cso continua l'intreccio azionario visto che In Generali Delfin ha il 9,93% e Caltagirone il 7,75%.

«L'acquisizione di Mediobanca – spiega la nota del Monte – permetterà a Mps di generare un ritorno sul capitale tangibile di circa il 14%, di avere un indicatore di solidità patrimoniale pro-forma di circa il 16% e di generare circa 700 milioni di sinergie ante imposte all'anno, di cui 300 milioni da ricavo, 300 milioni di costo e 100 milioni di funding».

«La transazione permetterà di beneficiare del valore delle Dta (attività fiscali differite) di Mps, facendo leva su una base imponibile consolidata più elevata. Il nuovo gruppo sarà, infatti, in grado di accelerare l'utilizzo di 2,9 miliardi di euro di Dta nei prossimi sei anni, con 0,5 miliardi all'anno e un significativo beneficio di capitale».

Nuovo approccio

Il «valore attuale netto stimato a beneficio degli azionisti di Mediobanca aderenti all'offerta» generato dall'accelerazione nell'utilizzo delle Dta ammonta a «circa 1,2 miliardi di euro, pari a circa il 10% dell'attuale valore di mercato di Mediobanca».

«Con questa operazione di natura industriale vogliamo segnare un nuovo approccio nel percorso di consolidamento del settore bancario che in maniera innovativa crea valore da subito sia per gli azionisti di Mps che di Mediobanca, e ritengo anche per l'intero sistema Paese», ha detto il ceo di Mps Luigi Lovaglio. «Puntiamo a un nuovo campione nazionale, con due brand di eccellenza, che vogliamo proteggere e ancor più valorizzare», ha aggiunto.

Quota pubblica

La presenza dello Stato nel capitale del Monte e la storica vicinanza fra Francesco Gaetano Caltagirone e la Premier Giorgia Meloni, hanno destato qualche perplessità in ambienti finanziari, come fa discutere che a lanciare l'offerta sia una società che è stata da poco salvata con soldi pubblici.