Destino Cda Generali appeso ad Assogestioni
I giochi relativi alla definizione degli schieramenti azionari che si fronteggeranno il prossimo 24 aprile nell’assemblea delle Generali sono fatti. Il record date, ovvero la data entro la quale si deve essere nella piena titolarità delle azioni da portare in assemblea, è scaduto lo scorso 10 aprile e quindi ogni azione acquistata dopo quel termine non sarà utilizzabile ai fini assembleari.
Ora che nessuno può più accumulare quote, si aprono i giochi di strategia. Il punto più importante è quello relativo alla nomina del nuovo Cda. In campo ci sono tre liste. La prima è stata presentata da Mediobanca, primo socio assoluto con una quota del 13,1% e il 13,6% dei diritti di voto.
Si tratta di una lista di maggioranza composta da dodici nomi che, qualora dovesse vincere, porterebbe alla conferma di 9 consiglieri uscenti su 10, a partire dal presidente Andrea Sironi e dall’Ad Philippe Donnet.
La seconda lista: minoranza di Caltagirone
La seconda lista è di minoranza ed è stata presentata dal socio Francesco Gaetano Caltagirone. Contiene sei nomi ed è guidata dall’amministratore delegato di Enel, Flavio Cattaneo, che conosce molto bene le Generali di cui è stato consigliere dal 2014 al 2016 e poi dal 2022 a oggi.
Questa lista avrà certamente i voti di Delfin (9,9% per il 10,3% dei diritti di voto) e, ovviamente, del gruppo Caltagirone che detiene il 6,9% del Leone con il 7,1% dei diritti di voto, al netto di eventuali arrotondamenti ancora non conosciuti dal mercato. A queste due si aggiunge la lista presentata da Assogestioni, che tradizionalmente rappresenta gli interessi degli operatori di mercato.
Intesa comanda
La composizione di questa lista è stata quanto mai travagliata, visto che molti dei soggetti coinvolti nella contesa, primo fra tutti Mediobanca, si sono ovviamente dovuti astenere in sede di votazione. Il ruolo del Leone lo ha giocato Intesa Sanpaolo, forte del suo peso massimo in seno all’associazione.
Va ricordato che la banca guidata da Carlo Messina è formalmente fuori dalla partita per Generali. È chiaro che ci entrerebbe in qualità di cavaliere bianco chiamato dal Governo qualora la partita dovesse giungere a uno stallo tale da mettere a rischio la solidità della compagnia.
Il messaggio di Intesa
Intesa ha mandato un messaggio molto chiaro ai contendenti, contribuendo a redigere una lista di quattro nomi – due uomini e due donne, di alto livello, assolutamente non vicini a nessuno dei due contendenti.
Il messaggio è arrivato forte e chiaro a Trieste, dove hanno capito che la banca guidata da Carlo Messina non vuole il protrarsi dello status quo così come si è perpetrato fino ad oggi, ma ovviamente non vuole salti nel buio.
Outsider indecisi
Il quadro dei grandi player impegnati nella partita del Leone è completato da Unicredit, che ha una quota dichiarata del 5,54% ma che è accreditata di una partecipazione maggiore che potrebbe essere anche di poco inferiore al 10%, dall’Edizione della famiglia Benetton con il 4,8% del capitale e il 4,9% dei diritti di voto e dalla Fondazione Crt, che ha poco più del 2%.
L’incognita in grado di scompaginare i giochi è il comportamento di Unicredit. Il Ceo Andrea Orcel ha finora tenuto le carte coperte. L’opzione meno quotata è un appoggio alla lista Caltagirone, ritenuto troppo distante dalla natura delle Generali per non risultare un corpo estraneo.
Il dilemma di Orcel
Un appoggio a Mediobanca in nome degli storici legami avrebbe un senso storico, ma poca logica negoziale. Quale sarebbe l’interesse di Andrea Orcel a sostenere Alberto Nagel? Il solo fatto di non consentire la presa di potere del blocco contrapposto appare una spiegazione assai debole anche all’osservatore più ostile a Caltagirone.
Tutto credono che Orcel abbia mire molto più concrete sul Leone. È da capire come si possa scardinare l’equilibrio esistente senza favorire la lista Caltagirone.
Voto Assogestioni
Votare la lista di Assogestioni potrebbe essere il giusto grimaldello. Se questa risultasse la lista più votata, seguita da quella di Mediobanca, ecco che la rivoluzione morbida sarebbe realizzata. La Fondazione Crt, che è appena uscita da una lunga fase di turbolenza con la nomina del nuovo Cda, voterà per la soluzione più di sistema possibile. Appare comunque improbabile che possa non seguire Unicredit, che è la sua principale partecipazione.
I Benetton hanno relazioni lungamente consolidate con Mediobanca, ma sono anche molto amici di Francesco Gaetano Caltagirone. Nel 2022, dopo molti tentennamenti, avevano deciso di appoggiare Caltagirone. I critici ricordano che quella decisione fu presa quando ormai era chiaro che Caltagirone avrebbe perso. Benetton, quindi, accontentò l’amico senza scontentare i sodali di sempre.