Ora Andrea Orcel punta i piedi su Banco Bpm
Il Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, è conosciuto per essere un negoziatore esperto e spietato. I pronunciamenti di Eba e Bce, che hanno impedito a Banco Bpm di utilizzare il Danish Compromise nell’ambito dell’Opa lanciata su Anima lo hanno messo nelle condizioni migliori per fare la voce grossa nell’ambito dell’offerta pubblica di Scambio che Unicredit ha lanciato su Banco Bpm.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
«La decisione recentemente annunciata da Bpm di procedere a prescindere» – dall'applicazione del Danish Compromise – «è motivo di preoccupazione», ha affermato Orcel, in un comunicato pubblicato dopo l'assemblea degli azionisti di Unicredit.
«Nonostante le ripetute rassicurazioni e la fiducia espressa dall'amministratore delegato di Banco Bpm, la Bce – per quanto risulta dall'estratto della sua comunicazione a Banco Bpm, pubblicato da quest'ultima su richiesta della Consob – ha indicato chiaramente che il cosiddetto Danish Compromise non sarà applicato all'acquisizione di azioni Anima da parte di Banco Bpm. La posizione della Bce conferma la congruità del premio implicito nell'offerta di Unicredit per Bpm e l'adeguatezza del riferimento ai prezzi di mercato precedenti all'annuncio dell'offerta Anima».
Preoccupazioni per capitale
La preoccupazione di Andrea Orcel è che a questo punto l’acquisizione di Anima possa assorbire una quantità eccessiva di capitale di Banco Bpm.«E’ ragionevole ritenere – ha spiegato il Ceo – che questi sviluppi possano avere implicazioni negative per il rendimento del capitale allocato da Banco Bpm all'acquisto di azioni di Anima e per il capitale regolamentare – CET1 – della stessa Bpm, con possibili ripercussioni negative sulla sua futura crescita e sulle sue future distribuzioni. Presumibilmente, porterebbero altresì a una riduzione della capacità di Banco Bpm di fornire credito all'economia reale nei prossimi anni».
«Alla luce di questi sviluppi Unicredit valuterà con la dovuta attenzione e – dopo aver compreso le possibili misure di mitigazione e il loro costo, il risultato dell'Offerta Anima e ogni altra circostanza rilevante – deciderà se proseguire o meno nell'operazione, in linea con i termini della sua offerta. Tenendo conto, fra l'altro, degli impatti che l'eventuale acquisizione di azioni Anima da parte di Banco Bpm avrebbe su redditività, solidità patrimoniale, capacità di crescita e distribuzioni pro-forma di Banco Bpm al momento del closing, anche alla luce della tempistica, del rischio di esecuzione connesso e dell'entità delle eventuali azioni di mitigazione che il Consiglio di Amministrazione di Banco Bpm dovesse adottare», ha aggiunto.
Banco Bpm faccia chiarezza
Unicredit ha poi chiesto in maniera molto chiara che Banco Bpm faccia chiarezza e dia a tutti gli stakeholder un’informativa completa su come lo scenario sia cambiato. Il banchiere, che ha ribadito come il prezzo implicito dell’Offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit su Banco Bpm incorporasse un premio del 15% prima dell’0avvio dell’operazione du Anima, ha riscosso quasi un plebiscito in sede assembleare, una performance che costituisce un ulteriore tassello della solidità della sua leadership.
Nell’assemblea di bilancio la maggioranza a favore è stata bulgara: i si sono stati pari al 99,5% del capitale presente. La distribuzione dell’utile è stata approvata con il 99,96% dei voti favorevoli mentre la retribuzione di Orcel ha ricevuto il 66,53% di voti favorevoli, Un numero, questo che non deve ingannare visto che è stato ottenuto nonostante il parere contrario dei proxy advisor che avevano consigliato di votare no alla retribuzione del Ceo.
Banco Bpm, va ricordato, non è l’unico dossier italiano in cui Unicredit gioca un ruolo di rilievo. La partita relativa al rinnovo del Cda di Generali sta entrando nel vivo e Unicredit, accreditata di una partecipazione appena sotto il 10% nel capitale del Leone per molti giocherà un ruolo ben più impegnativo di quello del semplice osservatore.