Andrea Orcel ha fiutato da tempo il clima pesante che si respira in Germania sul fronte politico. Non è rimasto sorpreso dalle dichiarazioni di stampo populista di bocciatura dell’operazione Unicredit-Commerzbank pronunciate dal cancelliere Olaf Scholz, convinto che fossero una recita per non allarmare e dare ulteriori armi all’ultradestra dell’AfD.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Poi è arrivata la giravolta di Lufthansa con sui la compagnia tedesca sta cercando di sottrarsi all’acquisto di Ita, la ex compagnia di bandiera italiana appena uscita da un salvataggio di stato.

Nel dettaglio i tedeschi hanno chiesto uno sconto sul prezzo finale, mossa che è stata letta come un tentativo di ricatto dal Governo italiano e un prodromo della fine delle trattative.

Bello per sua madre

L’amministratore delegato di Unicredit è un uomo avvezzo alla trattativa, ma non è sfuggito il non detto connesso alla mossa. Il Governo di Berlino, in gravi difficoltà dopo l’uscita del ministro delle Finanze Christian Lindner, non vuole passare per quello che vende gioielli nazionali come Commerzbank per acquistare società dal passato burrascoso come Ita.

Il fatto che entrambe siano state salvate con soldi pubblici non sembra rilevare ai fini di questo giudizio che invece sembra improntato al vecchio napoletano detto secondo cui «ogni scarrafone è bello a mamma soja», ovvero ogni scarafaggio è bello per sua madre.

Decisione in un anno

Il piano politico si sta facendo sempre più scivoloso e Orcel è un navigatore troppo esperto per non cogliere il rischio di rimanere, usando le parole di Pirandello nei «Sei personaggi», «agganciato e sospeso» a una deal impantanato dalle ubbie politiche.

Così, nel corso della conference call sui risultati trimestrali di Unicredit (che sono risultati ancora una volta abbondantemente migliori delle aspettative), ha fissato un orizzonte temporale su Commerzbank: la decisione sul dentro o fuori sarà presa entro un anno.

«Commerzbank è un investimento oggi e nient'altro»

«Le banche devono essere più efficienti e redditizie», ha spiegato Orcel parlando agli analisti dicendosi fiducioso che «le persone guarderanno ai fatti» quando soppeseranno un potenziale accordo con Commerzbank.

Poi l’affondo, benché di fioretto e non di sciabole. «Commerzbank è un investimento oggi e nient'altro», ha sottolineato il top manager aggiungendo che «non c'è niente altro sul tavolo al momento».

Su Commerzbank, una decisione se dentro o fuori ci sarà «entro un anno», ha poi precisato, rispondendo alla domanda di un analista sulle tempistiche dell’investimento.

Se deal fallisce tutti responsabili

E poi è passato al contrattacco, sempre molto felpato nei toni, ma chiarissimo nella sostanza.

«Non vedo preoccupazioni tra i nostri investitori perché penso che i nostri investitori sanno bene quanto siamo disciplinati: faremo questa operazione solo se non diluirà i ritorni che i nostri investitori hanno il diritto di aspettarsi, anzi dovrà migliorare significativamente questi ritorni», ha spiegato Orcel in un’intervista a «Class Cnbc» spiegando che «altrimenti anche per noi non ha senso. Se Commerzbank o qualunque altra acquisizione aggiunge valore è una grande cosa, se non è così passeremo ad altro, ma tutti dovranno prendersi le loro responsabilità per cosa succederà dopo».

«Siamo fiduciosi che per noi ciò che succederà dopo sarà una cosa positiva», ha aggiunto Orcel spiegando poi che il settore bancario si sta via via contraendo lasciando spazi ad altri intermediari meno regolati e che per rimanere sul mercato una banca deve essere efficiente e redditizia.

Per farlo a volte sono necessarie scelte difficili come ridurre i posti di lavoro, garantendo così la solidità delle banche in futuro.

Hvb e Commerzbank speculari

Orcel non si è sottratto dal rinfacciare ai tedeschi i risultati raggiunti da Unicredit con Hvb e la distanza di Commerzbank. In Germania, ha rilevato, Hvb «ha un vantaggio di 20 punti percentuali in termini di cost/income rispetto a Commerzbank».

Le due banche sono «immagini speculari», «copie carbone» e quindi «è molto facile per noi dire ‘Guardate i risultati di Hvb e Commerzbank, dovrebbero essere molto simili’. Non lo sono», ha concluso Orcel, abbandonando ogni cautela diplomatica.