Per la Juventus si annuncia un futuro… crypto

Qualche settimana fa, a sorpresa, un nuovo e ricchissimo azionista è entrato nella storica società calcistica italiana Juventus Torino: si tratta di Tether, l’azienda che emette l’omonima criptovaluta. In poco più di due mesi, è diventata il secondo maggiore azionista del club, detenendo oltre il 10,1% del capitale. Qual è il contesto di questa mossa inattesa?

La Juventus, la Vecchia Signora del calcio italiano, sta attraversando un’altra stagione – la quinta consecutiva – avara di soddisfazioni sportive, che potrebbe concludersi con la mancata qualificazione alla prossima edizione della Champions League.

Un’eventualità che avrebbe effetti pesanti sui conti del club: verrebbero a mancare almeno 65 milioni di euro di ricavi, rendendo necessaria una nuova ricapitalizzazione, stimata fino a 110 milioni di euro.

Eppure, nonostante tutto, il titolo in Borsa ha recentemente toccato i massimi degli ultimi tre anni, superando i 3,4 euro.

Una corsa in Borsa senza vittorie

La performance a un anno segna un rialzo superiore all’80%, con la capitalizzazione che sfiora 1,2 miliardi di euro. In assenza di risultati sportivi significativi, questo exploit è attribuibile da un lato al miglioramento dei conti (la semestrale si è chiusa per la prima volta da anni con un utile di 16,9 milioni) e alla riduzione del debito, dall’altro all’ingresso di un nuovo e facoltoso azionista.

Da alcune settimane, infatti, è entrato nel capitale del club bianconero Tether, azienda leader nel mondo delle criptovalute, che in poco più di due mesi è diventata il secondo azionista assoluto con una quota superiore al 10,1%.

Un amore nato a San Valentino

Come nelle grandi storie d’amore, il nuovo corteggiatore si è dichiarato il giorno di San Valentino, quando ha comunicato al mercato di detenere il 3,8% della Juventus. Da quel 14 febbraio, la quota è cresciuta fino a superare il 10% il 24 aprile.

Oggi, la società creata dagli italiani Gianluca Devasini e Paolo Ardoino – attiva nel settore delle stablecoin – è il secondo maggiore azionista del club. Tether USD è la stablecoin più importante al mondo: un token crypto ancorato in modo stabile e permanente al valore del dollaro.

Un partner (molto) solido

Tether, che affianca Bitcoin e LVGA nell’esperimento cripto di Lugano, ha superato il fondo Lindsell Train (che detiene l’8,7% della Juventus) e si colloca dietro solo a Exor, che controlla il 65,4% del club.

Guardando ai numeri, Tether è ciò che un tempo si sarebbe definito «un ottimo partito da sposare»: ha chiuso l’ultimo esercizio con un utile netto di 13,7 miliardi di dollari. Una cifra che alimenta il sogno di molti tifosi di vedere, un giorno, un passaggio di proprietà.

Impegno dichiarato

Fin dal primo ingresso nel capitale, i fondatori di Tether non hanno adottato un atteggiamento timido o riservato, come spesso accade a chi entra in una società dominata da un socio con il controllo assoluto.

Anzi, si sono espressi con dichiarazioni da protagonisti, ben oltre il ruolo di semplici azionisti. E molti tifosi, stanchi del rigido approccio finanziario degli Elkann – fautori di una gestione orientata all'autofinanziamento – hanno cominciato a immaginare un futuro a tinte crypto-bianconere.

«Hic manebimus optime»

«L’investimento,» spiegano nella nota con cui hanno annunciato il superamento del 10%, «riflette l’impegno a lungo termine di Tether per il futuro della Juventus e la sua fiducia nel valore intrinseco e nel potenziale di crescita del club.»

«Segna inoltre l'inizio di quella che si prevede sarà una partnership profonda e reciprocamente vantaggiosa, volta a creare sinergie tra il mondo dello sport e quello della tecnologia.» Il messaggio è chiaro: hic manebimus optime.

Pronti a investire ancora

La società è pronta anche a partecipare a un’eventuale ricapitalizzazione. «Siamo orgogliosi di diventare azionisti significativi della Juventus, un club con una storia, un brand e una fanbase senza pari», ha dichiarato Ardoino, CEO di Tether.

«Questo investimento non è solo finanziario: è un impegno per l’innovazione e una collaborazione a lungo termine. Crediamo che la Juventus sia in una posizione unica per essere leader sia sul campo che nell’adozione di tecnologie capaci di migliorare il coinvolgimento dei tifosi, le esperienze digitali e la resilienza finanziaria. Siamo entusiasti delle opportunità che ci attendono.»

Un nome nuovo per il consiglio?

È molto probabile che Tether proponga per il CdA il nome di Juan Sartori, imprenditore uruguaiano di 44 anni. Dal 2018 è co-proprietario del Sunderland, squadra inglese di Championship (Serie B), di cui controlla il 36%. Inoltre, è vicepresidente del Monaco, il club del Principato controllato per il 66% dall’oligarca russo Dmitri Rybolovlev.

Sartori è anche il marito di Yekaterina, la primogenita di Rybolovlev, noto – tra l’altro – per aver acquistato da Donald Trump una villa a Palm Beach per la cifra record di 95 milioni di dollari. La famiglia Rybolovlev possiede anche l’isola di Skorpios, un tempo appartenuta ad Aristotele Onassis.