Governo a gamba tesa su Unicredit, Banco Bpm più lontana
Il Governo italiano, per la prima volta, decide di esercitare il «Golden Power» in una partita bancaria dettando delle condizioni molto stringenti a Unicredit per il via libera all’Offerta pubblica di scambio su Banco Bpm che, qualora andasse a buon fine, darebbe luogo alla prima banca per capitalizzazione di mercato.
Tra le condizioni imposte a Unicredit il Consiglio dei ministri ha chiesto che lasci la Russia nei prossimi nove mesi, che non riduca il numero complessivo dei suoi sportelli bancari e che per cinque anni non riduca il rapporto impieghi/depositi né i finanziamenti di opere pubbliche o di pubblica utilità delle due banche.
Quelli posti dal Governo sono paletti assai stringenti e assolutamente inattesi nella loro severità soprattutto dopo che l’operazione aveva incassato l’ok della Bce.
La Commissione Europea ha già chiesto chiarimenti all’esecutivo italiano sull’esercizio dei poteri speciali e Unicredit ha già fatto sapere che si prenderà tutto il tempo possibile per valutare l’ampiezza delle limitazioni ricevute.
Impossibile decidere
In una nota diffusa poco dopo la notizia la banca guidata da Andrea Orcel ha spiegato di non essere «in grado di prendere alcuna decisione definitiva sulla strada da seguire in merito all'offerta».
«Unicredit – spiega il gruppo – ha la chiara intenzione di mantenere o incrementare l'esposizione dell'entità combinata alle Pmi e di supportarle ulteriormente con le proprie fabbriche prodotto di eccellenza».
Inoltre, prevede di «continuare a gestire gli asset in gestione dei suoi clienti nel loro migliore interesse e si impegna a continuare a ridurre la propria presenza in Russia, già diminuita del 90% circa negli ultimi 3 anni, in linea con la decisione della Bce».
Operazione domestica
La banca ha poi sottolineato che l'uso dei poteri speciali in un'operazione domestica tra due banche italiane non è comune e di non capire perché sia stato invocato in relazione a questa specifica operazione, ma non per le altre operazioni simili attualmente in corso sul mercato italiano.
La banca ha inoltre paventato di portare lo scontro in sede europea spiegando che «le prescrizioni si prestano a diverse interpretazioni e appaiono non completamente allineate con la legislazione italiana e comunitaria, oltre che con le decisioni delle autorità regolamentari».
Si tratta secondo Unicredit di prescrizioni che «potrebbero danneggiare la sua piena libertà e capacità di adottare decisioni conformi ai principi di sana e prudente gestione in futuro».
Unicredit contesta i poteri speciali
La banca ha poi sottolineato che l'uso dei poteri speciali in un'operazione domestica tra due banche italiane non è comune e di non capire perché sia stato invocato in relazione a questa specifica operazione, ma non per le altre operazioni simili attualmente in corso sul mercato italiano.
La banca ha inoltre paventato di portare lo scontro in sede europea spiegando che «le prescrizioni si prestano a diverse interpretazioni e appaiono non completamente allineate con la legislazione italiana e comunitaria, oltre che con le decisioni delle autorità regolamentari».
Si tratta secondo Unicredit di prescrizioni che «potrebbero danneggiare la sua piena libertà e capacità di adottare decisioni conformi ai principi di sana e prudente gestione in futuro».
Governo non unanime
La decisione non è stata presa all’unanimità dal governo, anzi. C’è stata una profonda spaccatura tra Forza Italia e Lega. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto mettere agli atti la contrarietà al provvedimento sui cui ha sollevato anche dubbi di natura giuridica.
Di segno totalmente opposto il parere del ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti che viene sospettato di avere fatto un favore al suo leder di partito Matteo Salvini che sin da subito si era detto contrario all’operazione voluta da Unicredit.
Orcel mira al contenzioso europeo
Il documento del Governo è impugnabile prima al Tar e poi al Consiglio di Stato ed è ampiamente probabile che Unicredit vada a esperire entrambi i gradi di giudizio amministrativo. Ma il centro della battaglia sarà la sede Europea.
E’ qui che Orcel sa di potere fare maggiormente male al governo italiano. Il tempo è un fattore chiave. L’offerta partirà il 28 aprile per concludersi il 23 giugno. Orcel: far partire l’offerta e affrontare le prescrizioni; rinunciare all’operazione oppure valutare un ritiro durante il periodo di offerta se, dalle valutazioni fatte, non ci saranno le condizioni per andare avanti.
Generali sullo sfondo
Sullo sfondo rimane l’assemblea delle Generali chiamata a rinnovare il Cda. Unicredit ha una quota superiore al 5% nel captale dell’assicurazione triestina ed è accreditata di ambizioni di lungo termine sulla compagnia.
Molta della strategia futura dipenderà da quali accordi stringerà con i maggiori soci del Leone e qualcosa di come intende muoversi lo si capirà da come voterà.