Astensione dal lavoro dichiarata da i sindacati per protestare contro il crostante disinvestimento da parte del gruppo Euronext.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Il prossimo giovedì 27 giugno si terrà il primo sciopero nella storia del gruppo Borsa Italiana. L’agitazione è stata  annunciata dalle organizzazioni di categoria dei bancari Fabi, First-Cisl e Fisac-Cgil, che hanno avviato unitariamente una fase di mobilitazione, che culmina nell'astensione dal lavoro nelle ultime due ore di lavoro giovedì.

«A fronte dell'importanza sistemica di tutte le società del gruppo Borsa Italiana – si legge nella nota sindacale – denunciamo il costante, sistematico e complessivo disinvestimento dall'Italia del gruppo Euronext e lo svuotamento dall'interno delle strutture italiane».

Oltre all'astensione dal lavoro, sono previsti il blocco della reperibilità e degli straordinari anche nelle giornate successive fino al prossimo 14 luglio. I sindacati sono preoccupati per «per la tenuta occupazionale sul territorio nazionale», per il mancato adeguamento salariale al nuovo contratto nazionale del credito, per l'organizzazione del lavoro e per «la progressiva perdita di autonomia direzionale e strategica delle società italiane del Gruppo Borsa Italiana».

Decisione sofferta

«Siamo tutti consapevoli del ruolo fondamentale di Borsa Italiana come volano per la crescita dell'economia reale; dell'importanza di Cassa Compensazione e Garanzia come strumento di stabilità finanziaria dei mercati italiani; della rilevanza di MTS e di Monte Titoli per la gestione prudente ed efficiente del debito pubblico sovrano» dicono le organizzazioni sindacali spiegando che «si tratta di una decisione, quella di avviare lo stato di agitazione, presa congiuntamente da tutte le sigle sindacali, lungamente meditata e sofferta, storica perché mai prima sperimentata».

Ma, nel dettaglio, cosa chiedono i sindacati? Quattro le rivendicazioni. La prima è la preoccupazione per la tenuta occupazionale sul territorio nazionale. Secondo tema è quello legato alla questione salariale: a fronte delle recenti dinamiche inflazionistiche, la scelta della parte datoriale di non corrispondere gli aumenti salariali previsti dal rinnovato CCNL del settore del credito attraverso assorbimento degli ad personam, rappresenta l'ultimo di una serie di episodi che evidenziano la volontà del Gruppo di non voler proteggere il potere di acquisto dei lavoratori italiani.

Una decisione, spiegano i sindacati, ancora più incomprensibile considerando i risultati record registrati dalle stesse società italiane del Gruppo negli ultimi anni e soprattutto nel 2023.

Troppi straordinari

«Terzo punto di profondo disagio e preoccupazione – prosegue la nota – è legato all'organizzazione del lavoro». I sindacati lamentano il ricorso sistematico al lavoro straordinario, al lavoro di sabato, festivo e perfino notturno, unito ad una gestione definita «insostenibile» della reperibilità. Ultimo elemento di rivendicazione sindacale è legato al tema della governance e della progressiva perdita di autonomia direzionale e strategica delle società italiane del Gruppo Borsa Italiana.

Oltre alle due ore di sciopero del prossimo 27 giugno è stato aggiunto anche un ulteriore calendario di mobilitazioni, che vanno fino a sabato 13 luglio, articolate nell'ambito delle diverse legal entity che vanno dall’astensione dagli straordinari allo sciopero della reperibilità fin o all’astensione dal lavoro per alcune ore.