La 104a Assemblea generale dell'Associazione Bancaria Ticinese si è svolta martedì all'Hotel Splendide Royal di Lugano. Durante l'incontro, si è discusso dei recenti referendum, delle condizioni generali del settore, del ricambio generazionale e del rapporto tra banche e asset manager.
Il Presidente ABT, Alberto Petruzzella (immagine sotto), nella sua relazione ha commentato dapprima il risultato delle recenti votazioni cantonali e federali. «La campagna per le votazioni sulla riforma fiscale ha insegnato che bisogna attivarsi per tempo, impegnarsi a fondo, investire anche del denaro e spiegare alla popolazione cosa c’è in gioco. Lo slogan ‹un regalo ai ricchi› era semplice e accattivante e spiegare, in un periodo in cui lo stato deve ridurre le sue spese, che è sensato diminuire l’aliquota ai buoni contribuenti non è stato facile».
Petruzzella ha pure messo in guardia di fronte al rischio di introdurre nuove imposte e tasse per finanziarie le spese statali e le assicurazioni sociali, alludendo in particolare all’iniziativa popolare dei Giovani socialisti che ci porterà a votare sull’introduzione di una tassa di successione del 50% per i patrimoni superiori ai 50 milioni di franchi. «Nel 2013, una tassa del 10% sui patrimoni maggiori ai 2 milioni è stata sonoramente bocciata ma questo rilancio è molto insidioso. 50 milioni sono una cifra enorme per il cittadino comune e la campagna avrà toni qualunquistici mai visti».
Una moneta forte
Riguardo alle condizioni quadro il Presidente ABT ha ribadito l’importanza di rimanere un Paese neutrale, con una vera democrazia, un sistema legale affidabile, un’economia solida, delle finanze sane e una moneta forte.
Questi aspetti hanno giocato e continueranno a giocare un ruolo fondamentale nella decisione di una persona facoltosa quando deve decidere dove mettere una parte del suo patrimonio. «E’ quindi diventato fondamentale per noi interessarci di come evolve il nostro Paese e dare il nostro contributo perché resti la nazione per eccellenza dove esercitare il Private banking».
Ricambio generazionale
Il Direttore ABT Franco Citterio nel suo intervento ha ricordato il tema strategico del ricambio generazionale. Un’analisi per categorie di età mette in evidenza che il 36% del personale bancario in Ticino è nella fascia 50-59 anni e il 6% nella fascia 60-65 anni. Quindi il 42% del personale ha più di 50 anni e ciò significa che nel giro dei prossimi 10-15 anni è da prevedere un importante ricambio generazionale nel settore bancario ticinese.
Se da una parte questi dati fanno presagire un’opportunità interessante per i giovani che si stanno avvicinando al settore bancario, dall’altra è necessario comprendere quali sono le figure professionali più ricercate e come è possibile attirare i giovani verso queste funzioni.
«Le premesse ci sono tutte: il settore bancario gode ancora di una buona immagine ed è in grado di offrire prospettive di crescita interessanti e la possibilità di svolgere mansioni allettanti e diversificate, legate anche a nuovi trend come la digitalizzazione e la sostenibilità. Sta a noi capire come muoversi sul mercato e rendere più trasparenti le opportunità di formazione e d’impiego nel nostro settore».
Per conoscere meglio la persona
Ospite d’onore dell’evento è stato Giorgio Pradelli (immagine sopra), CEO della banca EFG International. Con lui si sono affrontati svariati temi che riguardano le banche e la piazza finanziaria svizzera. La sua presenza è stata anche l’occasione per conoscere meglio la persona e i momenti più significativi della sua carriera, nonché la storia e le prospettive future del gruppo bancario che dirige.
Il CEO ha commentato per esempio l’integrazione di BSI in EFG del 2016 che si è rivelata complessa ma estremamente positiva. La banca è infatti cresciuta anche grazie a questa acquisizione, risultando oggi tra i 5 maggiori istituti in ambito di Private Banking in Svizzera.
La centralità del Ticino
Pradelli si è detto soddisfatto dell’andamento della banca e ha ricordato alcuni degli elementi che distinguono EFG come la centralità del rapporto tra cliente e gestore patrimoniale, la globalità e le attività di Investment Solutions.
Pradelli si è anche espresso sulle opportunità offerte dalla nostra regione: «La centralità del Ticino, anche da un punto di vista geografico, è un atout che potrebbe essere sfruttato maggiormente dalla piazza finanziaria».
Collaborazione tra banche e gestori patrimoniali esterni
Stefano Veri, Alberto Petruzzella, Giorgio Pradelli, Fabio Poma (da sinistra, Immagine: ABT)
La tavola rotonda che ne è seguita ha visto la partecipazione, oltre che di Pradelli, anche di Fabio Poma, Vicepresidente ASG, e di Stefano Veri, Consigliere di alcune società finanziarie. Questo momento finale è stato dedicato in particolare al rapporto tra banche e gestori patrimoniali indipendenti, che da qualche mese sono accomunati dallo stesso regolatore.
Veri si è espresso sul modello di crescita, sia per le banche attive nel Private banking che per i gestori patrimoniali sostenendo che il settore vivrà nei prossimi 10 anni una rivoluzione, dettata anche dagli aspetti demografici.
Nuove sfide tecnologiche
Poma ha aggiunto a questo proposito: «La nostra crescita organica è possibile grazie sicuramente alle performance, ma soprattutto lavorando in maniera seria e professionale e adattandosi alle nuove sfide tecnologiche».
Sul ruolo della tecnologia nella gestione patrimoniale Pradelli ha affermato: «La tendenza a sviluppare gli aspetti tecnologici in casa è in disuso a favore di standard condivisi. Il connubio tra la tecnologia e le competenze dei gestori sarà vincente».
Il tema della successione aziendale
In conclusione si è affrontato il tema della successione aziendale che risulta centrale per i gestori, spesso realtà molto piccole incentrate su poche persone chiave. Sul tema il Consigliere di PKB si è così espresso: «Va fatta una riflessione su come dare valore aggiunto a una società di Asset Management una volta che non ci sarà più il fondatore».