Secondo i dati di Bankitalia i tassi sono in discesa ma nel settore privato diminuiscono anche le richieste di prestiti. Scarsa propensione a indebitarsi. In Lombardia aumentano i risparmi delle famiglie.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Nello scorso mese di aprile secondo i dati statistici contenuti nel rapporto «Banca e moneta» di Bankitalia il tasso di un mutuo acceso da una famiglia è sceso al 4,09% contro il 4,21% di marzo, ma la richiesta di prestiti al settore privato è rimasta bassa, evidenziando una flessione dell’1,2% sui 12 mesi.
I dati prendono in considerazione i tassi di interesse bancari su depositi e prestiti anche per le imprese e rilevano tassi in calo per le famiglie e in aumento al 5,7% per le Pmi, al 5,7% per le piccole. I prestiti al settore privato sono diminuiti del 2,2% rispetto allo stesso dato del 2023.
Leggero miglioramento
Il dato evidenzia un leggero miglioramento rispetto ala flessione del 2,4% registrata a marzo. Come sempre, è difficile capire se il bicchiere sia messo pieno o messo vuoto, se i privati non si indebitano perché non ne hanno voglia o perché non ne hanno la forza.
Un rapporto della Federazione italiana mediatori agenti d’affari (Fimaa) ha regalato una buona dose di ottimismo spiegando che le famiglie italiane hanno ripreso a progettare l’acquisto di una casa sperando in un calo dei tassi (che forse avverrà non alla velocità sperata), e nel 2024 si effettueranno circa 710mila compravendite immobiliari.
Cna preoccupata
Questi dati hanno certamente generato preoccupazione nei tecnici della Cina, Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Imprese che si sono detti «molto preoccupati per l’ennesimo calo dei prestiti alle famiglie e ancor di più alle imprese registrato dalla Banca d’Italia ad aprile.
La diminuzione dei prestiti alle famiglie avrà ulteriori conseguenze sui consumi mentre il pesante decremento dei prestiti alle imprese è destinato a incidere in maniera rimarchevole sugli investimenti e a cascata sull’occupazione e sulla tenuta dell’economia italiana».
Rilancio del sistema Paese
L’associazione ha chiamato il mondo bancario a sostenere artigiani e piccoli imprenditori, le categorie che soffrono maggiormente di questa situazione in quanto più dipendenti dal credito bancario per finanziarsi.
«All’indomani dell’inversione di tendenza della Banca centrale europea sui tassi d’interesse chiediamo al sistema creditizio italiano di evitare gli irrigidimenti che rischiano di soffocare la gran parte del tessuto produttivo nazionale. Nel contempo è necessario che le banche riverberino immediatamente sulle condizioni praticate alla clientela la decisione della Bce senza sprecare altro tempo prezioso per il rilancio del sistema Paese» hanno poi aggiunto.
Lombardia ricca
Comprendere quanto il minore accesso al credito sia un scelta o meno è complesso. Guardando ai dati pubblicati da Fabi e relativi alla Lombardia si capisce che l’astensione dal debito è fatta in attesa di tassi inferiori.
Lo studio realizzato dal sindacato bancario evidenzia come nel 2023 la ricchezza finanziaria delle famiglie della regione ha raggiunto un totale di 804,4 miliardi di euro, con un aumento del 12,3% rispetto ai 716,3 miliardi del 2022. Questo incremento, pari a 88,1 miliardi, è stato trainato principalmente dalla crescita nelle azioni, bond e titoli di stato (+23,4%) e nei fondi d'investimento (+21,5%), mentre i depositi hanno registrato una leggera diminuzione del 5,8%.
Milano con l'aumento più significativo
Milano, spiega lo studio realizzato dalla Fabi entrando nel dettaglio dei singoli capoluoghi di provincia, ha registrato l'incremento più marcato, con i risparmi delle famiglie che sono saliti dai 304,9 miliardi del 2022 ai 341,3 miliardi nel 2023.
La crescita è stata guidata dalle azioni, bond e titoli di stato (+23,3%) e dai fondi d'investimento (+20,5%), mentre i depositi hanno visto una leggera diminuzione del 7,6%.