L’istituto guidato da Alberto Nagel mette a segno un rialzo dell’utile netto del 42% grazie a tutte le divisioni, fatta eccezione per il Cib ancora sottotono. Target confermati.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
L’ottimismo e l’entusiasmo che da numerosi trimestri contraddistinguono i conti delle banche italiane non accennano a scemare e anche Mediobanca registra nuovi record trimestrali, anche se deve incassare una performance non all’altezza dal Corporate & Investment Banking ovvero la divisione che incarna il core business storico della merchant bank guidata da Alberto Nagel che sembra avere pacificato l’azionariato.
Mediobanca ha chiuso i primi nove mesi con ricavi sono cresciuti del 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a 2,628 miliardi di euro mentre l’utile netto ha fatto segnare un balzo del 20% a 946 milioni (utile per azione pari a 1,11) un cost/income stabile al 43% e un costo del rischio in contrazione a 50 punti base con un’elevata qualità degli attivi.
Solido avvio piano
Risultati, ha spiegato il Ceo Alberto Nagel, che rappresentano «un solido avvio del nuovo piano One Brand-One Culture» che ha punta entro giugno 2026 a totalizzare ricavi a 3,8 miliardi, un Rote al 15% e un utile per azione di 1,80 euro. L’andamento dei conti ha consentito alla banca di ricorrere, per la prima volta nella sua storia, all’acconto del dividendo.
Nel dettaglio la banca entro giugno distribuirà un acconto di 0,51 euro per azione (yield del 4%). La remunerazione totale degli azionisti, compreso il buyback di 0,2 miliardi, è di 0,6 miliardi di euro pari a un rendimento del 5%.
«I risultati» ha spiegato il Ceo sono «eccellenti in termini di crescita orientata al valore e a basso assorbimento di capitale. Abbiamo avuto riscontri molto incoraggianti da parte di clienti e banker in Mediobanca Premier, abbiamo visto rivitalizzarsi l’Investment Banking alimentato anche dalle nuove attività internazionali, abbiamo mantenuto il solido percorso di valore nel Consumer e nell’Insurance. Con circa 950 milioni di euro di utile netto nei 9 mesi e un Rote oltre il 13% il gruppo si posiziona ai migliori livelli settoriali».
In calo ricavi Cib
I ricavi, ha spiegato Mediobanca, hanno beneficiato del progresso di quasi tutte le divisioni del gruppo con la sola eccezione del Corporate & Investment Banking che ha registrato un calo su base annua del 5% dei ricavi a 536 milioni. Per quanto riguarda la divisione Wealth Management, le masse hanno raggiunto quota 96,5 miliardi, in aumento del 14% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con una raccolta netta pari a 6,8 miliardi, di cui 2,6 miliardi nell’ultimo trimestre.
Mediobanca stima di confermare i risultati dei primi nove mesi per l’intero esercizio 2023-2024. In particolare, i ricavi sono attesi in aumento a 3,5 miliardi, in linea con l'attuale stima del consenso, con il margine di interesse in crescita del 10% su base annua e commissioni nette in progressiva salita, grazie all’apporto del Wealth Management. L’utile per azione e il dividendo sono previsti in crescita a doppia cifra e beneficeranno della cancellazione, entro giugno, di 17 milioni di azioni proprie, acquistate nell’ambito del buyback approvato dall’assemblea del 28 ottobre scorso.
Spazio M&A… sulla carta
Nagel, parlando con gli analisti non si è sottratto alle domande del possibile risiko bancario, aprendo uno spiraglio, minimo. «Sì, c'è spazio per una consolidamento tra banche perché c'è un numero di banche ancora elevato e perché, soprattutto nel business della banca commerciale la scala è importante», ha spiegato Nagel sottolineando che sulla carta «questa è una possibilità», ma lasciando intendere che dalla teoria alla pratica la strada è assai lunga.