La classifica dei miliardari italiani realizzata come ogni anno da «Forbes» dà una serie di spunti di riflessione che meritano di essere sottolineati e approfonditi.

Giovanni Ferrero, amministratore delegato e principale azionista della multinazionale di Ivrea che produce (tra l’altro) la famosissima crema spalmabile, chiude il 2024 ancora in testa alla classifica dei miliardari italiani redatta da «Forbes», anche se si tratta di un primato un po’ più amaro rispetto ai precedenti, per quanto curioso possa questo possa sembrare per uno dei massimi produttori dolciari del pianeta.

L’imprenditore piemontese termina l’anno con un patrimonio di 42 miliardi di dollari: 2,9 miliardi in più rispetto al 2023, ma in calo di 1,8 miliardi rispetto allo scorso meno di aprile, quando «Forbes» aveva pubblicato la classifica annuale dei miliardari globali. Rispetto a otto mesi fa Ferrero ha perso 13 posizioni nella graduatoria mondiale ed è sceso dal 26esimo al 39esimo posto.

Alle sue spalle si conferma Andrea Pignataro, ex trader di Salomon Brothers oltre che fondatore di Ion Group, è proprietario in Italia, fra l’altro, di Prelios e del 30% della Cassa di Risparmio di Volterra.

Flessione del suo patrimonio

Pignataro, bolognese di nascita e residente a Saint Moritz, era entrato in classifica per la prima volta ad aprile nella stessa posizione attuale. Anche Pignataro negli ultimi otto mesi ha registrato una flessione del suo patrimonio che è passato da 27,5 a 26,3 miliardi.

Il calo delle fortune di Ferrero e Pignataro rispecchia una tendenza comune ai miliardari italiani, spiegato da «Forbes».

Cala numero miliardari

Rispetto alla primavera scorsa, il numero dei miliardari italiani è sceso da 73 a 71, con l’uscita di classifica del magnate della carne Luigi Cremonini e di quello dell’elettrochimica Federico De Nora, e il totale dei loro patrimoni è calato da 301,7 a 292,4 miliardi. Entrambi i numeri, in ogni caso, sono i secondi più alti di sempre.

Sul podio degli italiani più ricchi, oltre a Ferrero e Pignataro, troviamo lo stilista Giorgio Armani, che ha guadagnato 1 miliardo rispetto ad aprile e ha incrementato il suo patrimonio da 11,3 a 12,3 miliardi di dollari.

Piero Ferrari, che possiede circa il 10% della casa automobilistica fondata dal padre Enzo Ferrari, è salito da 8,6 a 9,2 miliardi e ha guadagnato il quarto posto ex aequo con Giancarlo Devasini, direttore finanziario e principale azionista dell’azienda di criptovalute Tether.

John Elkann, presidente di Ferrari di cui di fatto è il principale azionista tramite la holding Exor, è ben più dietro nella classifica rispetto a Piero Ferrari e occupa la 38esima posizione forte di un patrimonio stimato di 2,6 miliardi di dollari.

Elkann è tallonato da un altro gigante del settore automotive, Alberto Bombassei fondatore di Brembo, forte di un patrimonio di 2 miliardi e mezzo di dollari.

Quote rosa ancora scarse

La classifica dei miliardari ha sempre forte tinte maschili. Le donne sono appena 22, cioè il 31% del totale, e l’ammontare complessivo dei loro patrimoni è di 60,5 miliardi di dollari pari al 20,7% della somma delle ricchezze in classifica.

La prima donna è sempre Massimiliana Landini Aleotti dell’azienda farmaceutica Menarini, ancora sesta con 6,9 miliardi di dollari, seguita, in ottava posizione, da Miuccia Prada accreditata di un patrimonio di 6,2 miliardi.

Bisogna arrivare alla tredicesima posizione per trovare altre rappresentanti del genere femminile. Si tratta degli eredi di Leonardo del Vecchio. La famiglia del fondatore di Luxottica è sempre la più rappresentata in graduatoria dove figurano i figli Claudio, Clemente, Leonardo Maria, Luca, Marisa e Paola, la vedova, Nicoletta Zampillo, e Rocco Basilico, nato dal precedente matrimonio di Zampillo con il banchiere Paolo Basilico.

Tutti e otto si trovano al 13esimo posto, con patrimoni di 5,2 miliardi di dollari. Clemente, 20 anni, è anche la persona più giovane in classifica.

Caltagirone in Top Ten

Le prime dieci posizioni sono completate da Sergio Stevanato (5,7 miliardi), presidente di Stevanato Group, uno dei principali gruppi mondiali di packaging per l’industria farmaceutica e di cartucce per l’insulina, e da Francesco Gaetano Caltagirone (5,6 miliardi).

Caltagirone, costruttore edile ed editore classe 1943, si candida ad essere un king maker del risiko bancario italiano forte di partecipazioni Mediobanca, Generali, Banco Bpm, Anima, Mps, Azimut, Poste e Popolare di Sondrio che valgono circa cinque miliardi di euro.