La banca guidata da Andrea Orcel ha chiuso l’esercizio con un utile di 8,6 miliardi di euro. Agli azionisti 10 miliardi fra cedola e buyback. M&A rimandato a dopo assemblea.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Unicredit non ha deluso il mercato e ha liquidato il bilancio migliore della sua storia. I risultati del 2023 analizzati dal Cda hanno evidenziato ricavi per 23,823 miliardi, in rialzo del 17,3% rispetto al 2022, un risultato lordo di gestione di 14,372 miliardi, in progresso del 33,3% rispetto al precedente esercizio, mentre l’utile netto è stato di 8,6 miliardi in aumento del 50% sul 2022, un numero che batte nettamente le attese degli analisti di 7,9 miliardi.
«Il 2023 è stato l'anno migliore di sempre per Unicredit e il quarto trimestre è andato molto meglio delle attese», ha dichiarato l’amministratore delegato Andrea Orcel aggiungendo che «la mia ambizione è costruire una banca basata su valori eccellenti e solidi. Mentre riportiamo il dodicesimo trimestre consecutivo di crescita in tutti le regioni e in tutte le metriche, posso fieramente dichiarare che in questi tre anni abbiamo raggiunto la nostra ambizione».
Scelta generosa
La performance dei conti ha indotto il management a retribuire in maniera molto generosa i soci. La cifra complessiva che viene distribuita agli azionisti è pari al 100% degli utili (8,6 miliardi di euro) di cui 3 miliardi sotto forma di un dividendo cash e 5,6 miliardi di buyback. Un trend, quello della generosità, che è destinato a continuare visto che la banca ha previsto la distribuzione a partire dal 2024 un payout di almeno il 90% dell’utile netto.
La banca per il 2024 prevede di ottenere un utile netto sostanzialmente in linea con il 2023 e un Rote a circa il 16,5%, «a riprova della capacita' di proteggere la redditività in ogni fase del ciclo economico».
« L'Italia non è una eccezione»
Il mercato, complice anche il Cda spostato da giovedì scorso a domenica, si aspettava delle novità sul fronte M&A. Orcel lo sa bene e per la prima volta non chiude la porta, limitandoci a spiegare che le acquisizioni sono una delle possibili destinazioni del capitale in eccesso, pari a circa 12 miliardi di euro. Ma per potere entrare nel vico servono ancora almeno un paio di mesi. Se ne parlerà dopo l’assemblea di bilancio, una volta acquisiti i conti del 1° trimestre.
«In ognuno dei mercati, l'Italia non è una eccezione, guardiamo a tutte le opportunità e vediamo quelle che sono coerenti con la nostra strategia. Ce ne sono varie in Italia. Detto questo non abbiamo trovato i valori o le condizioni generali per fare un'operazione nelle nostre metriche e quindi non ci siamo mossi. Nel futuro si vedrà» ha detto Orcel.
Ora poche buone opportunità
«In questo momento nei nostri mercati principali vediamo poche opportunità che ci permettono di conseguire valore» ha aggiunto ricordando che «abbiamo una nostra valutazione. Il benchmark è il livello della nostra valutazione. Dopo la sinergia non vogliamo spendere il capitale in una maniera che sia diluitiva. In questo momento il Centro Est Europa ha le migliori opportunità ma è tutta una questione di valore.
Credo che il mercato, dopo tre anni, si sia finalmente reso conto di quanto valore noi potremmo creare nelle acquisizioni che dovessimo fare, quindi si fida della nostra disciplina».
Cifra superiore
Dall’arrivo di Orcel alla plancia di comando la banca ha distribuito ai soci 17,6 miliardi di euro, una cifra superiore a quella che era la capitalizzazione di borsa della banca al momento dell’insediamento del banchiere. Chiaro che, alla luce dei risultati ottenuti, la conferma sia poco più che un passaggio formale.
Il mio rinnovo «dipenderà dai soci, e più in generale dagli stakeholder, ma per quanto mi riguarda io amo il mio posto qui e con il mio team stiamo facendo un ottimo lavoro, quindi sono totalmente impegnato» nel mio incarico ha detto Orcel, Ceo di Unicredit.