La Compagnia assicurativa guidata da Carlo Cimbri, sentita Bankitalia, ha chiesto a Bce l’autorizzazione a salire al 20% nel capitale della Popolare di Sondrio, esattamente la quota che oggi controlla in Bper.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Usando una citazione manzoniana la nuova ondata di consolidamento del settore bancario italiano è iniziata «adelante con juicio» e quindi avanti ma senza follie. Unipol, che oggi controlla il 9,5% dellaPopolare di Sondrio vuole salire per arrivare a una partecipazione di maggioranza relativa.

La compagnia assicurativa già controlla il 20% di Bper che viene da sempre indicata come la candidata più probabile alle nozze con la popolare valtellinese.

La mossa, oltre ad essere un passaggio ineludibile da un punto di vista regolamentare, ha il vantaggio di consentire a Bper di proseguire nella metabolizzazione degli ultimi acquisti.

La banca guidata da Piero Montani ha aggregato da poco la ligure Banca Carige oltre a una serie di sportelli che Intesa Sanpaolo ha messo in vendita per problemi antitrust nel corso dell’operazione di integrazione di Ubi Banca.

Feeling già sperimentato in Arca

La relazione fra le due banche ha già avuto una sorta di banco di prova con Arca Fondi Sgr di cui Bper Banca controlla e consolida il 57,061% del capitale e Popolare di Sondrio il 34,715%.

L’eventuale matrimonio fra le due realtà avrebbe un impatto rilevante sul posizionamento nell’asset management, settore in cui tutte le banche stanno cercando di incrementare le rispettive posizioni.

Una volta che controllerà il 20% di entrambi gli istituti, Unipol potrebbe avviare il cantiere per una possibile fusione. Ne sono convinti, tra gli altri, gli analisti di Mediobanca che sottolineano come «la probabilità di questo scenario sono sempre state alte e con Unipol al 20% salgono ulteriormente anche se la tempistica sarà ancora dettata dal processo di ristrutturazione e della valutazione di Bper».

Futuro Montani

L’apertura del dossier «Sondrio» lascerebbe intendere che Carlo Cimbri, presidente di Unipol, sia riuscito a convincere Piero Montani, amministratore delegato di Bper che lui stima tantissimo, ad accettare un altro mandato.

Montani, uno dei banchieri più importanti del sistema finanziario italiano, recentemente aveva confidato ad alcuni collaboratori l’ambizione di avere un futuro meno denso di impegni. Ma chi lo conosce bene sa che una vita «da nonno» è più un’ipotesi di scuola che una prospettiva attuale.

Da un punto di vista di logica di sistema, sempre per rimanere in metafora manzoniana, il matrimonio fra Bper e Popolare di Sondrio non dovrebbe incontrare nessun Don Rodrigo sul suo cammino, pronto a farlo saltare.

Le due banche, oltre ad avere un comune partner assicurativo hanno lo stesso partner nell’asset management e nel leasing e non hanno di fatto sovrapposizioni territoriali.

Tesoro il grande sconfitto

Lo sconfitto dalla mossa di Unipol rischia di essere il Governo italiano. L’avvio del cantiere per un’operazione fra Bper e Sondrio toglie un potenziale candidato alle nozze con il Monte dei Paschi di Siena.

Il Tesoro deve cedere da qui a un anno il 64,2% del Monte. Se Bper prende altre strade l’unico candidato plausibile all’acquisto rimane il Banco Bpm che ha più volte smentito di volere essere coinvolto nella partita senese.