In un report dedicato agli istituti italiani gli analisti della banca americana si lanciano in un’analisi del risiko bancario italiano e scommettono su Unicredit predatore e B.Mps preda.

Gli analisti di Citi da tempo guardano con occhio benevolo il panorama bancario italiano. Avevano previsto, non unici, la pioggia di dividendi che ha caratterizzato i bilanci del 2023 al punto da intitolare il report che avevano dedicato all’evento con uno slogan da stadio: «Forza azzurri», molto attuale in questa fase di avvicinamento agli Europei di calcio.

Superati brillantemente anche i conti del primo trimestre 2024, la banca statunitense, con la sua analista Azzurra Guelfi, torno ad analizzare il mondo bancario tricolore per il quale vede imminente una nuova ondata di consolidamento. La protagonista principale sarà Unicredit, mentre per il Monte dei Paschi di Siena lo scenario più plausibile è quello della preda.

Capitale in eccesso

A rendere molto probabili fusioni e acquisizioni tra le banche italiane contribuisce in primo luogo il capitale in eccesso che è «mediamente superiore di 600 punti base al cuscinetto Mda (Maximum Distribuitable Amount) fissato dall’Eba e 180 punti base oltre l'obiettivo dei management nel primo trimestre del 2024».

Le operazioni di M&A contribuirebbero anche ad aumentare l'efficienza, mitigare l'effetto negativo dei tassi più bassi sulla qualità degli attivi e sulla redditività, e a minimizzare gli impatti derivanti dall'introduzione di Basilea4. Citi vede meglio un consolidamento interno risputò a un consolidamento transfrontaliero data la mancanza di un regime comune di assicurazione sui depositi e di un'unione bancaria.

Unicredit regina dal Risiko

Considerato che Intesa Sanpaolo non può di fatto crescere ulteriormente in Italia per sopraggiunti limiti antitrust, l’esperta si concentra su Unicredit simulando fusioni con Mps, Banco Bpm, Bper, Mediobanca, B.P.Sondrio e Commerzbank. Vedere Unicredit come un naturale consolidatole è abbastanza scontato data la sua solida posizione di capitale e il successo della ristrutturazione, che si è concretizzato in un miglioramento del capitale, della qualità degli attivi più forte e in una maggiore redditività.

Scendendo più nel dettaglio, la quota di mercato delle principali banche in base ai prestiti in Italia vede Intesa Sanpaolo con circa il 18,2%, Unicredit con circa il 9%, Banco Bpm con il 6% e a seguire Bper e Mps a circa 5%. Se Unicredit decidesse di sposarsi con Banco Bpm o con Bper o con Il Monte dei Paschi nascerebbe la seconda banca per prestiti con circa il 15% di quota di mercato.

Potenziale per il cross-selling

«La logica dietro l'acquisizione di una mid cap italiana potrebbe essere legata all'espansione della base clienti, al potenziale per il cross-selling, allo sviluppo di fabbriche prodotto e alle opportunità di sinergie sui costi, anche perché Unicredit è riuscita ad aumentare la propria efficienza standalone, con un cost/income al 40% nel 2023, ben al di sotto della media del sistema» spiega Citi.

«Data la posizione di capitale elevata come punto di partenza, il gruppo è ben posizionato per assorbire eventuali oneri di ristrutturazione/mark to market del portafoglio di obbligazioni».

Banco Bpm sposa ideale

Strategicamente, spiega ancora Citi, «ediamo una combinazione con Banco Bpm preferibile date le opportunità di fabbrica prodotto, mentre un'integrazione con il Monte offre un miglior accrescimento dell'utile per azione e del book value tangibile e un minor impatto sul capitale. Una potenziale combinazione con Banco Bpm o Bper darebbe a Unicredit il più alto incremento del Rote». L’eventuale combinazione con Commerzbank, data la presenza di Unicredit in Germania, potrebbe risultare interessante perché la banca si rafforzerebbe nel segmento retail e Pmi, mentre avrebbe minore potenziale sul lato delle sinergie sui costi.

Banco Bpm e Bper non vengono prese in considerazione solo come possibili prede di Unicredit o comunque di banche più grandi  ma anche come potenziali consolidatori tra le mid cap. Unicredit è vista solo nel ruolo di come potenziale consolidatore, mentre l’unico scenario riservato al monte è quello di potenziale target.