Il nuovo piano industriale di Bper prevede per la banca modenese un futuro orgogliosamente stand alone e ricco, visto che la banca conta di realizzare un utile netto cumulato di 4,3 miliardi di euro nel periodo compreso fra il 2025 e il 2027.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
La sicurezza dell’istituto affonda non solo nella solidità dei suoi numeri ma anche nel far parte delle controllate di Unipol. La compagnia assicurativa bolognese oltre ad avere il 20% di Bper controlla il 20% di Popolare di Sondrio ed è indicata come uno dei possibili acquirenti di una quota entro il 10% del Monte dei Paschi di Siena.
Carlo Cimbri, Ceo di Unipol, di fatto ha creato il tanto atteso terzo polo bancario, ma lo ha fatto con un basso assorbimento di capitale e tutelando le specificità locali. Una sorta di uovo di Colombo bancario.
Piano già operativo
Il nuovo piano di Bper, realizzato dal neo amministratore delegato Gianni Franco Papa è già operativo e andrà a pieno regime nella prima metà del 2025.
Il piano è basato su tre pilastri principali. Il primo è «liberare il pieno valore dei clienti» attraverso prodotti «tailor made» sulla base dei loro bisogni per i segmenti retail e private – facendo leva sul nuovo assetto del wealth management – e supportando la clientela corporate con soluzioni bancarie su misura attraverso la nuova fabbrica prodotti corporate.
Il secondo passaggio precede di «catturare le latenti economie di scala», aumentando la produttività con iniziative di potenziamento delle competenze e l’internalizzazione di attività operative chiave, limitando al minimo possibile al contempo le spese amministrative.
Infine, il piano prevede di «fare leva sulla solidità dello stato patrimoniale», migliorando e modernizzando la gestione del rischio di credito e del capitale.
M&A oggi troppo caro
Anche Papa si è inserito nel numero degli amministratori delegati che potrebbero essere interessati a crescere per linee esterne, ma non ai prezzi espressi attualmente dalle valutazioni borsistiche o dai multipli con cui sono valutati gli istituti di credito.
«Per quanto riguarda l'M&A nazionale, qualunque operazione non deve essere diluitiva. Non proporrò mai al cda di fare un'operazione diluitiva per i miei soci. Ci sono valutazioni di mercato che oggi non sono accrescitive», ha spiegato Papa, ad di Bper, nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo piano industriale.
«Qualunque operazione di M&A deve portare alla creazione di valore per la banca e per i nostri azionisti», ha aggiunto il Ceo, spiegando poi che «può essere che ci siano spazi per eventuali ulteriori operazioni di aggregazione, ma qualsiasi operazione richiede creazione di valore e oggi questa non c'è. Noi siamo appena usciti da un certo dinamismo della stagione M&A. Ci stiamo consolidando al nostro interno. Abbiamo bisogno di tempo per mettere a punto questo nuovo progetto di sviluppo. Poi vedremo se ci sono spazi».
Niente «buyback»
Per quanto riguarda la (ricca) retribuzione degli azionisti Papa è rimasto sul classico. Non si è inserito nel trend oggi in voga fra i suoi colleghi decidendo di non lanciare alcuna forma di buyback.
«Noi – ha spiegato Papa – abbiamo preso l'impegno molto importante di incrementare il pagamento del dividendo, portando al 75% il payout. Quest'anno abbiamo pagato il 30% sui risultati 2023. Questo ci porta ai livelli delle altre banche. Per il momento la possibilità di buyback non è prevista nel Piano. Per i prossimi tre anni è da escludere».
Il piano, che prevede 4,3 miliardi di utili e 3,2 miliardi di dividendi, è piaciuto molto agli analisti. Molte case d’affari hanno alzato il target price sul titolo. Barclays ha incrementato a 7,2 euro per azione dai precedenti 6,9 euro, Citigroup a 6,5 euro per azione dai precedenti 5,65 euro, UBS a 7,5 euro per azione dai precedenti 7,2 euro.
Bper il 10 ottobre, giorno di presentazione del piano ha chiuso le contrattazioni a Milano a 5,72 euro, in rialzo del 7,5%.