Il Ministero delle Finanze italiano vuole massimizzare i risultati messi a segno dal Monte dei Paschi di Siena e iniziare a ridurre la quota prima della fine dell’anno. Il via libera all’inizio del processo di vendita potrà arrivare una volta che il titolo si consoliderà sopra quota 3 euro.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Giancarlo Giorgetti, Ministro delle Finanze, ormai da settimane pensa a come anticipare l’uscita, seppur parziale, dal capitale del Monte dei Paschi di Siena. Secondo alcune fonti il ministro vorrebbe cedere una quota fra il 10% e il 20% entro la fine del 2023 e iniziare così a ridurre la quota che controlla nel capitale del Monte, pari al 68,25%.

L’operazione, per il politico, oggi è ancora più urgente per riequilibrare la figuraccia fatta con l’annunciata tassa sugli extraprofitti delle banche. Ma proprio questo passo falso, e le conseguenze che ha avuto in termini reputazione, dovrebbero indurre a una maggiore cautela i rappresentanti dell'esecutivo.

Si aspetta quota 3 euro

Secondo fonti politiche il dossier di vendita potrebbe essere aperto una volta che il titolo scavalli in maniera definitiva quota 3 euro, Un panorama che non appare troppo lontano visto che oggi l’azione quota intorno a quota 2,8 euro.

L’avvio della riduzione della quota nel Monte dei Paschi avrebbe un peso politico non irrilevante. Di fatto il governo di centrodestra potrebbe scrivere fra gli obiettivi raggiunti il risanamento della banca che per decenni è stata l’istituto di credito di riferimento del centrosinistra.

Un risultato che non solo avrebbe benefici diretti sui conti pubblici, ma assicurerebbe anche un dividendo politico enorme da giocarsi in occasione delle prossime elezioni europee.

Effetto «overhang»

Oggi il Monte dei Paschi capitalizza 3,43 miliardi di euro, il che significa che la quota del Tesoro vale circa 2,34 miliardi di euro, una cifra decisamente superiore agli 1,6 miliardi versati in occasione dell’ultima ricapitalizzazione della banca da 2,5 miliardi complessivi. La vendita, quindi, genererebbe anche una discreta plusvalenza finanziaria.

Gli analisti del ministero consigliano però massima cautela nelle modalità di alleggerimento della partecipazione perché il titolo potrebbe essere appesantito dall’effetto «overhang», qualora il mercato temesse che robuste parti di quella quota possano finire sul mercato in tempi troppo ravvicinati.

Lovaglio non favorevole

Chi certamente non è entusiasta delle ambizioni del Ministero è l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, l’artefice primo del risanamento del Monte dei Paschi di Siena. Il manager, secondo fonti finanziarie, preferirebbe che il processo di uscita del Governo avvenisse nel 2024, sulla base dei conti dell’intero 2023.

Il Monte dei Paschi di Siena ha chiuso il 1° semestre del 2023 con un utile netto di 619 milioni di euro, non deciso aumento rispetto ai 53,1 milioni contabilizzati nello stesso periodo dello scorso anno. Mel solo 2° trimestre l'utile netto è stato di 383 milioni di euro. Il cost/income è stato pari al 49%, rispetto al 67,6% del 2022.

Immobili valgono metà banca

Nel corso del semestre, inoltre, la banca ha svalutato di circa 114 milioni di euro il valore del patrimonio immobiliare che oggi ammonta a 1,95 miliardi di euro, pari al 56% dell’intera capitalizzazione di Borsa.