La pubblicazione dei conti semestrali di Unicredit è stato un piccolo e al tempo stesso grande trionfo per l’amministratore delegato della banca, Andrea Orcel, che ha ribadito, una volta di più, che le strategie, soprattutto quelle per linee esterne, sono una sua prerogativa.
E ha tacitato i soci, anche i più recalcitranti, nel più dolce dei modi ovvero sommergendoli di soldi.
Il primo semestre, il migliore di sempre, si è chiuso con un utile di 4,4 miliardi di euro. Nel solo secondo trimestre il risultato netto è ammontato a 2,3 miliardi a fronte delle stime degli analisti di 1,87 miliardi di euro.
La banca ha quindi alzato le guidante relative all’intero 2023 indicando un margine di interesse di almeno 13,2 miliardi, ricavi netti superiori a 21,5 miliardi e un utile netto pari o superiore a 7,25 miliardi.
Agli azionisti verranno distribuiti almeno 6,5 miliardi di cui la parte sotto forma di dividendo cash è stata alzata ad almeno 2,4 miliardi dal precedente 1,9 miliardi.
Alzata remunerazione soci triennale
E’ stato rivisto al rialzo anche l’ammontare complessivo della remunerazione dei soci da effettuarsi nell’arco di Piano, entro il 2024, come ha spiegato lo stesso a.d nel corso della conference call con gli analisti.
«Entro il 2024, ha spiegato Andrea Orcel, Unicredit distribuirà ai soci 22 miliardi di euro contro i 16 miliardi annunciati nel piano ‹Unicredit Unlocked›. Tutto questo, aumentando in modo sostanziale il Cet1 e il capitale in eccesso, di cui gli azionisti beneficeranno a tempo debito».
E qui, visto che come si suol dire Il diavolo si nasconde nei dettagli, si è palesata una finestra temporale per un eventuale consolidamento.
Focus su capitale in eccesso
Se gli utili ordinario verranno destinati alla soddisfazione dei soci, sotto forma di dividendo o di Buy Back, il capitale in eccesso, è rimasto finora in una sorta di limbo.
«Abbiamo – ha spiegato il manager – sempre piú capitale in eccesso, che il mercato attualmente sembra valutare a zero, ma che sarà restituito agli azionisti se non sarà trovato nessun uso migliore». In molti scommettono che possa essere proprio questo capitale, la cui presenza non viene prezzata dal mercato, a sostenere le acquisizioni future.
Se non è prezzato nel titolo il fatto che venga speso dovrebbe essere una notizia, al peggio, neutrale dal punto di vista finanziario e quindi non impattare il titolo. Per il momento il manager ha ribadito che non è il caso di fare acquisizioni.
«L'M&A è un acceleratore e quindi alle giuste condizioni lo valuteremo, oggi non ci sono le giuste condizioni e i termini giusti», ha ribadito il banker sottolinenando che «la nostra valutazione è ben inferiore rispetto ai nostri risultati e quindi continueremo a ricomprare azioni in modo aggressivo, perché è un investimento molto migliore delle opzioni M&A» sul tavolo.
Non cambia strategia in Russia
Per quanto riguarda la controllata russa, al momento il dossier più spinoso per Orcel, la banca si è rassegnata alla decrescita dell’asset e non esclude che possa sopraggiungere una nazionalizzazione.
Ogni ambizione di vendere la banca ed eventualmente riacquistarla una volta terminato mil conflitto fra Russa e Ucraina, ammesso che sia effettivamente stata formulata all’interno della banca, è stata destinata all’oblio.
«In Russia – ha aggiunto ancora il manager – la nostra strategia non cambia. Proseguiamo con la decrescita organica, continuiamo a ridurre la nostra esposizione». Nello scenario peggiore, quello della nazionalizzazione della controllata, l'impatto sul capitale sarebbe nell'ordine dei 40 punti base. Unicredit è la seconda banca estera più esposta in Russia dopo Raiffeisen.
Accordo con Parmigiano
Intanto UniCredit cerca di mettersi in scia al Credem (che ha un forte focus sul comparto) e ha siglato un accordo con il Consorzio del Parmigiano Reggiano per affiancare le aziende del territorio, supportandole nella realizzazione degli investimenti e nel loro percorso di crescita, al fine di rafforzarne le potenzialità di sviluppo, sostenendone la liquidità.
Grazie a questa convenzione la Banca renderà disponibili soluzioni specifiche che coprono esigenze di credito su tutta la filiera.
Il Consorzio consegnerà a richiesta degli associati una certificazione che garantisca la presenza delle forme di formaggio, di proprietà e libere da vincoli, in stagionatura nei magazzini dei caseifici e/o di terzi che potrà essere presentata a corredo di una eventuale richiesta di finanziamento da parte del cliente direttamente al gestore.