Il via libera della Bce alla salita di Unicredit fino alla soglia del 29,9% nel capitale di Commerzbank rappresenta una vittoria molto significativa nel dossier relativo al controllo della banca tedesca e consente allo stesso tempo ad Andrea Orcel di concentrarsi sulla campagna d’Italia dove deve, di fatto, decidere quali mosse sia meglio fare.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Come tutti i generali esperti sanno, è sempre bene non combattere mai contemporaneamente su due fronti differenti. L’ingresso del dossier tedesco in un periodo di stand-by è stato spiegato dalla stessa banca.

«Come azionisti, siamo lieti di riscontrare – spiega la banca – che il nostro investimento ha determinato un cambiamento positivo in Commerzbank che, insieme alle recenti prospettive più ottimistiche dell'economia tedesca, ha determinato un sostanziale apprezzamento del titolo».

Tuttavia, aggiunge ancora Unicredit, solo un «significativo lasso di tempo potrà dimostrare l'effettiva esecuzione del piano e stabilire se tale apprezzamento del titolo sia giustificato e sostenibile».

Alla luce di questo, la nostra «tempistica originale per decidere se procedere o meno con una potenziale aggregazione si estenderà probabilmente ben oltre la fine del 2025».

Analisti apprezzano

I tempi supplementari aiuteranno anche Unicredit a convertire in azioni le posizioni che oggi hanno in derivati, pari al 18,5% del capitale di Commerzbank senza che questo comporti costi eccessivi.

Lo sostengono anche gli analisti di Equita che ius un report sottolineano come «la conversione dei derivati in azioni avrebbe un impatto a capitale gestibile di circa 50 punti base. Alla luce dell’offerta sul Banco e dell’eventuale necessario periodo di integrazione, valutiamo favorevolmente la decisione di Unicredit di considerare tempistiche più lunghe per un’eventuale operazione su Commerzbank».

Inoltre il raggiungimento della soglia del 28% consentirebbe ad Unicredit di consolidare la posizione a equity e di incidere sulla governance della banca tedesca.

Propria indipendenza

Quello che è certo è che Unicredit è in grado di boccare ogni ipotesi di mosse straordinarie della banca tedesca che, quindi, ha margini minori per difendersi. Nei prossimi mesi Orcel dovrà continuare a lavorare per smussare la contrarietà del governo tedesco alla perdita di autonomia di Commerzbank.

Ben sinterizzato dalla dichiarazione di un portavoce del Ministero delle Finanze che ha ricordato che Berlino continuerà «a sostenere gli sforzi di Commerzbank per mantenere la propria indipendenza».

Banco Bpm accelera su Anima

Intanto in Italia Banco Bpm sta cercando di accelerare in ogni modo i tempi perché la sua offerta di acquisto su Anima entri quanto prima nel vivo, nella convinzione che quanto più andrà avanti nel dossier tanto più renderà sempre più costosa e indigesta l’offerta pubblica di scambio che Unicredit ha presentato sulla banca milanese guidata da Giuseppe Castagna.

E’ chiaro a tutti che Orcel per potere avere delle possibilità di successo dovrà aumentare il corrispettivo dell’offerta. Quello che è meno chiaro è cosa intenda fare con la quota che sta accumulando nelle Generali, che secondo indiscrezioni di stampa ormai sarebbe appena sotto il 10% del capitale.

Questo switch

Finora Orcel l’ha sempre definita una partecipazione finanziaria, ma sono in molti a credere che il manager possa decidere, con una mossa fulminea, di abbandonare il dossier Banco Bpm, come ha minacciato dopo che l’assemblea del Banco Bpm ha dato il via libera al rialzo del corrispettivo dell’offerta su Anima, per passare a un’offerta sulla compagnia triestina.

Questo switch avrebbe certamente il pregio di soddisfare le anime del governo che avrebbero voluto un destino diverso per Banco Bpm e i molti che vogliono vedere i destini delle Generali finalmente separati da quelli di Mediobanca, che fino ad oggi ne ha contribuito a decidere le sorti, forte della quota del 13% che vanta nel capitale del Leone.

Perplessi dallo stipendio

Pareri positivi sull’offerta di Unicredit sono stati espressi dai proxy advisor. È ritenuta strategicamente convincente sia da Institutional (Is) sia da Glass Lewis. Qualche perplessità, invece, è stata suscitata dalla retribuzione di Orcel, per la quale il Consiglio di Amministrazione ha destinato emolumenti per 13,2 milioni di euro.

«Per riconoscendo i risultati finanziari della società e congratulandoci con il cda per i passi positivi effettuati» spiega Glass Lewis «rimaniamo comunque preoccupati dalla proposta di aumentare del 15% il salario base dell'amministratore delegato, specialmente alla luce della storia di revisioni al rialzo dello stipendio dell'a.d. dal suo arrivo nel 2021».

La società ha quindi consigliato ai fondi di votare contro la politica di remunerazione dell'istituto in assemblea.