L'autocrazia di Donald Trump inizia a vacillare
La follia del «Liberation Day» di Trump, che ha scatenato una guerra di sulle tariffe di proporzioni storiche, è stata ulteriormente accentuata aggravata dal Presidente degli Stati Uniti, che si è vantato di aver costretto i leader stranieri a «leccargli il sedere» pur di negoziare sulle tariffe imposte – e sì, molti lo hanno fatto davvero. «I cinesi non lo hanno fatto e non lo faranno!», afferma Beat Wittmann in un'intervista esclusiva a finewsticino.ch.
Tuttavia, lo stesso Donald Trump si è ritrovato costretto a compiere il proprio «ass kissing», dovendo chinarsi davanti al crollo dei mercati finanziari statunitensi.
«Sono fermamente convinto che il «Liberation Day» abbia segnato l'apice della megalomania di Trump, innescando una follia economica visibile in tutto il mondo. Era tristemente chiaro che nessun leader straniero o consigliere americano era fosse in grado di impedire al presidente di scatenare danni incalcolabili. Solo i potenti mercati statunitensi lo hanno costretto a battere in ritirata ciglia. Dove ci porta questo?» chiede Beat Wittmann a finewsticino.ch.
L'autocrazia di Trump vacilla
Tra tutto il clamore e l'incessante flusso di notizie emergono due spunti chiave. In primo luogo, i mercati finanziari statunitensi – che includono i Treasury, gli spread sui crediti societari, le azioni e il Dollaro – rappresentano indicatori fondamentali da monitorare e analizzare per prevedere ciò che verrà.
In secondo luogo, l'autocrazia di Trump ha già iniziato a vacillare declinare, insieme alla sua capacità politica di guidare e dettare l’agenda. Il movimento «Make America Great Again» (MAGA) di Trump è divenuto un vero e proprio culto, e la Rivoluzione MAGA finirà per consumare se stessa. Ad esempio, Elon Musk ha già pubblicamente attaccato l'incompetenza economica e la follia di Peter Navarro, consigliere senior di Trump per la produzione e il commercio.
Prime crepe
«Tuttavia, gli annunci pubblici di Trump meritano attenzione. Non cambierà né carattere né abitudini, e continuerà a infliggere enormi danni al potere politico, economico e alla soft power degli Stati Uniti, sia a livello interno che internazionale. Allo stesso tempo, è costretto a osservare l’andamento dei mercati finanziari americani, a prestare attenzione ai dati economici, ai sondaggi politici e alle prime crepe nel GOP in vista delle elezioni di mid-term del prossimo anno», spiega Wittmann.
«Credo che, alla fine, Trump diventerà il secondo presidente nella storia degli USA a subire un impeachment, entrando nei libri di storia con un disonore ben superiore a quello di Richard Nixon.»
La rivalità USA-Cina e il rimescolamento dell’ordine mondiale
La geopolitica ha preso il sopravvento su economia e affari. Con il suo approccio unilaterale e nazionalista, Trump si è inserito in una dinamica di affermazione simile a quella del presidente cinese Xi Jinping. Di conseguenza, USA e Cina hanno intrapreso una escalation tariffaria «tit-for-tat» di proporzioni gigantesche e altamente dannose.
La grande domanda è: quando e come queste serie di escalation prepareranno il terreno per una de-escalation che conduca, alla fine infine, a un accordo commerciale accettabile per entrambe le parti?
Un contesto sempre più difficile
«Una conseguenza della radicale riorganizzazione del sistema commerciale globale perseguita da Trump è la creazione di sfere di influenza geografica e strategica intorno agli epicentri del potere – USA, UE e Cina. Questo significa che economie piccole, di successo e globalizzate come quelle di Singapore e della Svizzera, dovranno orientarsi verso i rispettivi superpoteri regionali», afferma Wittmann.
Inoltre, la situazione sarà ancora più complessa, sia dal punto di vista economico che finanziario, per molti paesi in via di sviluppo che per decenni hanno beneficiato dell'incremento del commercio globale e che ora dovranno affrontare un rallentamento economico e un protezionismo sempre più aggressivo.
Prepararsi alla capitolazione degli investitori
«Non credo che i mercati azionari globali abbiano ancora toccato il fondo, dato che la crescita economica, gli utili aziendali e la fiducia delle imprese, dei consumatori e degli investitori continuano a subire forti pressioni. È importante ricordare che i cicli dei mercati finanziari dei capitali tendono a riequilibrarsi riportando prezzi, valutazioni ed esposizioni nella media, oscillando tra picchi di euforia e di pessimismo eccessivo», commenta Wittmann.
«Ricordiamo quanto fosse forte e, allo stesso tempo, errato il consenso positivo sull'eccezionalità statunitense, alimentato dall'avvento della presidenza Trump, all'inizio di quest'anno.»
La realtà è che le operazioni commerciali promosse da Trump – tra azioni, obbligazioni e il Dollaro – hanno perso terreno sin dall'inaugurazione del presidente. Il «Liberation Day» ha poi accelerato una vendita generalizzata e indiscriminata degli asset finanziari. Persino i cosiddetti «safe haven» e gli asset liquidi, come i Treasury USA e l’oro, non sono stati risparmiati, poiché gli investitori cercavano di ridurre il loro indebitamento e di de-rischiare i portafogli.
Non comprate durante i ribassi
Secondo me è sbagliato comprare nei ribassi, poiché non abbiamo ancora assistito a segnali decisivi di capitolazione nei mercati. In questo contesto, dovremmo attendere fino a quando alcuni investitori sovra-leveraged, presenti in nicchie di mercato illiquide, passeranno dallo stress al default, generando effetti negativi di seconda ondata e provocando una capitolazione diffusa dei piccoli investitori. Difficilmente qualcuno aveva sentito parlare di LTCM, Archegos o Greensill prima del loro crollo.
«Non aspettatevi che la Federal Reserve (Fed) mitighi gli effetti negativi della crociata tariffaria di Trump allentando prematuramente la politica monetaria, rischiando così la sua credibilità e indipendenza. Tuttavia, in caso di corsa agli sportelli di una grande istituzione finanziaria o di un default aziendale con effetti contagiosi tali da mettere in pericolo l'intero sistema finanziario, la Fed interverrà con decisione», sottolinea Wittmann.
Proteggere il capitale e cogliere le opportunità di crescita
Nei prossimi mesi, aspettatevi una geoeconomia imprevedibile e dirompente dalla Casa Bianca, che porterà a ulteriori turbolenze, volatilità e perdite nei mercati. Wittmann suggerisce di adottare una strategia a barbell, puntando su investimenti difensivi come liquidità, obbligazioni governative e oro, per proteggere il valore del portafoglio e mantenere la liquidità necessaria a cogliere le opportunità di crescita in azioni di qualità, soprattutto in Europa.
Il contesto geopolitico frammentato e le crisi nei mercati finanziari spingono gli investitori verso il proprio mercato nazionale e la repatriation degli asset finanziari. «Gli USA e il Dollaro saranno i principali perdenti di questo trend, dato che gli investitori stranieri hanno accumulato asset finanziari statunitensi, grazie alle loro performance superiori, sin dalla crisi finanziaria del 2008», aggiunge Wittmann.
Disprezzo totale
Il ribilanciamento degli investitori stranieri, che si stanno spostando dagli USA verso i mercati domestici in Asia ed Europa, è un processo ancora lungi dall’essere completato. Il ruolo unico del Dollaro come valuta di riserva globale e lo status degli Stati Uniti come nazione debitrice, insieme ai privilegi che ne derivano, intensificano la gravità della situazione.
La dottrina «America First» di Trump, il totale disprezzo per gli accordi bilaterali e multilaterali, le decisioni politiche in continuo mutamento e l’uso arbitrario degli strumenti politici hanno infranto la fiducia e danneggiato la reputazione degli Stati Uniti come partner affidabile. Il drammatico cambiamento è diventato evidente dopo il «Liberation Day», quando la domanda per i Bund tedeschi ha superato quella per i Treasury USA, consolidandosi come nuovo asset rifugio.
Il momento delle opportunità per l’Europa
«Raccomando vivamente agli investitori stranieri di stare alla larga dagli asset finanziari statunitensi e di vendere in caso di rialzo del mercato, poiché Trump continuerà a perseguire politiche economiche del tutto arbitrarie, imprevedibili e dannose per gli affari. Anche cambiamenti di politica così drastici come la recente sospensione delle tariffe, sono disastrosi perché generano ulteriore incertezza, velenosa per l'economia reale e gli investimenti nei mercati finanziari», spiega Wittmann.
«Il mio consiglio rimane immutato: investite nella debolezza in Europa, come evidenziato nei nostri scenari d'investimento per il 2025. Trump è diventato la forza unificante più potente in Europa, grazie alla sua palese ostilità, al suo schieramento con i leader nazionalisti di estrema destra e con la Russia. L'Europa ha colto i segnali del momento. Non esiste un’alternativa responsabile se non quella di perseguire l’autonomia strategica nei settori in della difesa, energia e infrastrutture critiche, e muoversi verso un’unione dei mercati dei capitali.»
Una svolta positiva
Nei recenti incontri con industriali e investitori a Berlino e Monaco è emerso un cambiamento positivo di prospettiva, in seguito delle alle elezioni tedesche e all’annuncio che il designato Cancelliere Friedrich Merz sosterrà una politica fiscale espansiva e l’adattamento del freno al debito per finanziare investimenti in difesa e infrastrutture critiche. Un nuovo e dinamico Governo tedesco sarà insediato dopo Pasqua, segnando il ritorno politico della Germania e il suo ruolo di motore economico europeo.
Oggigiorno, l’Europa rappresenta l’unica superpotenza rimasta non guidata da dittatori o autocrati, ma da un sistema democratico e pluralista che onora l’ordine multilaterale, la separazione dei poteri e lo stato di diritto.
Preferenza d’investimento
«Continuo a prevedere che i mercati europei e l’Euro supereranno le performance nel 2025 e negli anni a venire. Il mio suggerimento di investimento preferito rimane il complesso difensivo-industriale europeo, poiché i massicci programmi d’investimento pubblico e privato produrranno effetti moltiplicatori significativi, portando un impatto positivo su crescita, occupazione, produttività e innovazione.»
- Tra gli incontri chiave previsti per quest’estate, da tenere d’occhio, figurano la riunione NATO de L’Aia dal 24 al 26 giugno e quella del Consiglio dell’UE a Bruxelles dal 26 al 27 giugno.
Beat Wittmann è fondatore e socio di Porta Advisors, società di consulenza finanziaria con sede a Zurigo, che dirige da oltre dieci anni. Vanta un’esperienza trentennale nel settore bancario svizzero, maturata in istituti prestigiosi quali UBS, Credit Suisse, Clariden Leu e Julius Baer.