Soci MPS danno il via libera alla scalata di Mediobanca
I soci del Monte dei Paschi di Siena hanno approvato quasi all’unanimità il bilancio 2024 – il migliore della storia della banca, che sancisce la definitiva uscita dalla crisi – e hanno dato il via libera all’aumento di capitale che permetterà la scalata a Mediobanca.
All’assemblea ha partecipato il 73,6 % del capitale, segno che anche i soci di minoranza hanno voluto non perdersi questo passaggio potenzialmente storico. Protagonista della giornata è stato l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, artefice del rilancio della banca e stratega della nuova politica di potenza.
Lovaglio si è detto estremamente fiducioso sull’esito dell’operazione: «Riteniamo che l’offerta avrà successo e non comporterà rischi reputazionali». Ha spiegato che il gruppo risultante dall’integrazione tra MPS e Mediobanca «consentirà una significativa creazione di valore per tutti gli azionisti, grazie a una redditività superiore rispetto alla soluzione stand alone.
Gli azionisti beneficeranno di una politica dei dividendi sostenibile nel tempo, con dividendi in crescita per azione, garantendo al contempo una solida posizione patrimoniale. Il progetto si basa su una business combination fondata su un modello di business solido e in continua evoluzione».
Creazione di valore e sostegno degli investitori
Uno dei temi su cui Lovaglio ha insistito maggiormente è la capacità di generare valore dall’integrazione tra le due banche. «Tre anni fa abbiamo chiesto agli investitori di sostenerci e quelli che hanno aderito sono stati premiati. Ci impegniamo a fare lo stesso con questa transazione», ha sottolineato il CEO. Anche Banco MPS, socio con il 10 % del capitale, ha votato a favore.
Giuseppe Castagna, AD di Banco BPM, con questo voto non solo ha contribuito a rafforzare la nuova realtà bancaria – con cui in futuro il suo gruppo potrebbe fondersi – ma spera anche di indurre UniCredit a rinunciare all’offerta pubblica di scambio su Banco BPM.
Lovaglio ha più volte dichiarato di non essere interessato alla quota del 13,1 % di Generali in portafoglio a Mediobanca; molti ritengono invece che questa partecipazione possa essere acquisita da UniCredit. In tal caso, Castagna confida che Andrea Orcel riveda i propri piani.
Partecipazione in Generali
Tra i temi sollevati dai soci c’è stato anche il destino della partecipazione in Generali, con dubbi su un possibile coinvolgimento di Francesco Gaetano Caltagirone, primo azionista privato di MPS con il 9,8 %.
La società ha precisato che «tra MPS e il gruppo Caltagirone non esistono accordi» per la gestione congiunta della quota Mediobanca in Generali. In merito a una futura cessione, ha aggiunto che si tratta di una diversificazione dei ricavi e che qualsiasi decisione sarà presa al momento opportuno nell’interesse della società e degli azionisti.
La causa da 741 milioni
Infine, l’assemblea ha discusso la causa da 741 milioni di euro intentata dal gruppo Caltagirone contro MPS per presunti danni patiti durante la sua esperienza come vicepresidente (2006–2012). La banca ha fatto sapere che «al momento non risultano trattative in corso per una definizione bonaria del giudizio aperto nel 2022 dal gruppo Caltagirone».