La strategia di Philippe Donnet per rimanere in sella alle Generali in occasione della prossima assemblea di bilancio, anticipata dall’8 maggio al 24 aprile prossimo, passa anche attraverso un appeasement nei confronti del governo italiano che suona come una inversione a U rispetto alle recenti uscite.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Solo poche settimane fa la compagnia rispondeva a muso duro alle perplessità espresse da Giovanbattista Fazzolari, uno dei sottosegretari maggiormente competenti del Governo italiano, sul deal con Natixis.

A caldo la compagnia aveva risposto con una nota insolitamente firmata dal direttore della comunicazione, dai contenuti assi piccati.

Matrimonio con Natixis

Nel giorno della pubblicazione dei conti record del 2024, con l’approssimarsi dell’assemblea di bilancio, ecco che il registro comunicativo è cambiato radicalmente.

Le paure legate a un possibile matrimonio con Natixis nel Wealth management da parte del Governo sono principalmente legate al timore che una governance condivisa possa portare la nuova entità a ridurre l’impegno in titoli di stato.

Prima clamorosa piroetta

Alla presentazione del piano industriale di Generali a Venezia il 31 gennaio, il direttore finanziario Cristiano Borean ha risposto alla domanda sui Btp e sul possibile incremento o diminuzione degli acquisti, una volta conclusa la partnership con Natixis, spiegando che il gruppo persegue la strategia di «continuare la diversificazione» su tutta l’asset allocation e sulle diverse asset class.

Su questo tema, poi, c’è stata la prima clamorosa piroetta.

Compriamo Btp

Parole che erano suonate ostili a Roma. Evidentemente nei giorni successivi qualcuno deve avere indotto il management a più miti consigli visto come è cambiato l’uso della parola da parte di Philippe Donnet.

Dopo appena un mese e mezzo a una domanda sull’esposizione al debito italiano ha risposto: «la nostra esposizione in Btp a fine 2024 ammonta a 35,6 miliardi di euro. Rappresentano una parte importante dell'allocazione dei nostri investimenti. Stiamo valutando di aumentare i nostri acquisti di Btp ovviamente in linea con la nostra politica di investimento e della nostra tolleranza al rischio».

Passività italiane

Donnet ha poi sottolineato che «abbiamo circa un terzo delle attività in Italia, siamo per buona parte un'assicurazione vita italiana e abbiamo passività italiane».

Riguardo all'accordo con la francese Natixis nel risparmio gestito, Donnet ha detto di considerare «la procedura di «Golden Power» un’opportunità per fare chiarezza e rispondere a tutte le perplessità e le domande che ci sono in giro».

Assemblea in data normale

Donnet ha anche voluto spiegare il motivo dell’anticipo dell’assemblea, una mossa che rende molto più complessa e costosa la creazione di posizioni azionarie temporanee.

«Non abbiamo anticipato la data dell'assemblea, sono arrivato in Generali 12 anni fa e l'assemblea e' sempre stata a Trieste entro la fine del mese di aprile» ha spiegato Donnet aggiungendo che «avevamo deciso di posticiparla all'8 maggio con la speranza di ricevere entro fine marzo la normativa legata all'articolo 12 del Ddl Capitali (quella per la presentazione della lista del Cda, ndr).

Visto che non abbiamo più la speranza di ricevere la normativa nei tempi, siamo tornati a fine aprile».

Nuovo Cda

Da adesso in poi l’attenzione sarà focalizzata sulle liste che saranno presentate. Allo stato è certa la presentazione della lista di Mediobanca, della lista di Assogestioni e di quella coagulata da Francesco Gaetano Caltagirone. Considerato che gli investitori istituzionali sono orientati a votare la lista di Assogestioni, questa rischia di essere l’ago della bilancia per la creazione del nuovo Cda.

Ma illudersi che basti questo per capire come andrà l’assise sarebbe illusorio. Per comprendere la complessità dell’evento basta pensare che ancora nessuno sa come si muoveranno Unicredit, Benetton e Fondazione Crt, accreditati di una complessiva 16% del capitale del Leone. I giochi sono appena iniziati.