Il gruppo bancario italiano Unicredit, con una mossa assolutamente inaspettata, ha comprato il 4% circa di Generali e secondo alcune fonti giornalistiche, che non hanno trovato ancora conferme, avrebbe accumulato anche una quota pari al 2,9% di Mediobanca, appena sotto il 3% ovvero la soglia superata la quale scatta l’obbligo di comunicazione.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

La banca guidata da Andrea Orcel si è limitata a fare sapere che la quota è finanziaria e non strategica. Il che significa che non è lì per restare ma è che entrato in Generali per conseguire uno scopo, ottenuto il quale potrebbe levare le tende. Di fatto ha comprato un’assicurazione per i suoi progetti italiani.

E’ evidente che Orcel si candida ad essere l’ago della bilancia nella partita per il rinnovo della Governance delle Generali che si terrà il prossimo 8 maggio in occasione dell’assemblea delle Generali e che vede da una parte Mediobanca e dall’altra Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone.

Giochi finanziari

Alberto Nagel 555

Alberto Nagel, Ceo di Mediobanca (Immagine: LinkedIn)

La «merchant bank» guidata da Alberto Nagel ha in portafoglio il 13,01% del Leone mentre gli altri due insieme hanno il 16,85%. La storia indicherebbe Unicredit come alleato naturale di Mediobanca di cui, in passato, è stato a lungo azionista rilevante.

Ma i giochi finanziari aperti in questo momento nel panorama italiano sono talmente tanti e tanto intrecciati che sarebbe fuorviante limitarsi all’ipotesi di scuola.

Ruolo Governo

Ricordiamo innanzitutto che in questo momento sono in corso tre offerte. In ordine di tempo prima Banco Bpm ha lanciato un’Offerta pubblica di acquisto su Anima, a seguire Unicredit ha lanciato un’Offerta pubblica di Scambio su Banco Bpm e infine Banco Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha lanciato un Offerta Pubblica di Scambio (Ops) su Mediobanca.

A questo si aggiunge la telenovela della Governance Generali. Quattro partite intrecciate e connesse anche perché giocate dagli stessi attori e rese ancora più complesse dalla presenza del Governo ora come azionista ora come regolatore. Guardiamole con ordine.

Opa Banco Bpm su Anima

matteo salvini 555

Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle infrastrutture (Immagine: Shutterstock)

E’ stata l’operazione che ha rotto il ghiaccio. Salutata con entusiasmo dall’ala della Lega che fa capo al vicepremier Matteo Salvini era ben vista dal Governo anche se non ha mai avuto una benedizione piena.

L’esecutivo, azionista di Anima al 12% attraverso Poste, era felice perché l’operazione avrebbe creato l’atteso terzo polo bancario e, a tendere, avrebbe inglobato anche Mps di cui Banco Bpm ha acquistato il 5,03% mentre Delfin e Caltagirone, vicini al Governo, hanno una quota cumulata di quasi il 16%.

Ops Unicredit su Banco Bpm

Per Orcel è un passo imprescindibile visto che Banco Bpm è l’ultimo treno che ha per arrivare a una grandezza vicina a quella di Intesa Sanpaolo. Perderlo avrebbe significato destinare la banca a un ruolo marginale in Italia.

L’operazione inizialmente frustra le ambizioni del Governo non solo perché rischia di far tramontare il progetto di Banco Bpm, ma anche perché Orcel non è assolutamente interessato a Mps, che quindi dovrebbe trovare un nuovo partner.

Golden Power

Giancarlo Giorgetti 555

Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze (Immagine: Shutterstock)

Salvini cerca di portare il Governo sulle barricate arrivando a dire che Unicredit, vista la sua anima tedesca e i suoi interessi per Commerzbank, non è una banca italiana.

ll ministro delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, più cautamente, ipotizza l’uso del «Golden Power». Orcel getta acqua sul fuoco. Sul mercato, intanto, iniziano a circolare indiscrezioni sul fatto che Unicredit potrebbe non essere interessata a Anima, preferendo poi virare su Azimut con sui ha guai accordi commerciali.

Ops B.Mps su Mediobanca

E’ l’atto finale di una lunga contessa fra Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone, primi soci della banca rispettivamente con il 19,81% e il 5,5%, e il management guidato da Alberto Nagel. Il Governo ha salutato l’operazione con entusiasmo recuperando il concetto di nascita del terzo polo bancario.

No, va poi dimenticato che Mediobanca ha in pancia il 13% di Generali. Ed ecco che il possibile disimpegno di Unicredit da Anima potrebbe essere il viatico all’ok del Governo all’operazione su Banco Bpm. Anima è un «perfect fit» per un matrimonio col Monte di cui è socia al 4%. Anima e Monte hanno come soci comuni lo Stato e Caltagirone.

Governance Generali

Vista la complessità della partita è evidente che Orcel userà la quota in Generali per ottenere il massimo vantaggio possibile. Chi conosce il banchiere sa perfettamente che non ha alcun problema ad andare contro un Governo, italiano o tedesco che sia, o contro lo status quo.

Certamente è meglio avere qualche cautela in più verso la politica nella misura in cui una sponda governativa forte potrebbe aiutarlo nella complessa partita per Commerzbank.

E Intesa Sanpaolo?

carlo messina 555

Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo (Immagine: ISP)

In questa fase a rimanere immobile finora è stata Intesa Sanpaolo. Da un punto di vista bancario in Italia non può muoversi per limiti antitrust. Ma sembra strano che il Ceo Carlo Messina, che anni fa era arrivato vicino a lanciare un’offerta sulle Generali, possa assistere a uno scontro su Leone senza parteciparvi.