Il nuovo piano delle Generali al 2027, presentato nella cornice veneziana delle Procuratie Vecchie, sembra disegnato per la gioia degli azionisti «cassettisti» e meno per i soci che chiedono al Leone di crescere al livello dei suoi maggiori concorrenti europei, Allianz ed Axa, che hanno una capitalizzazione di borsa rispettivamente tripla e doppia rispetto alla società triestina.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Nello specifico, nell’arco di piano il gruppo guidato dal Ceo Philippe Donnet conta di distribuire 7 miliardi di euro di dividendi cumulati, di realizzare un utile per azione in crescita dell'8%-10% su base annua e un buyback da 1,5 miliardo di euro.
Per quanto riguarda l’M&A, spiega Generali, verrà utilizzato, come in passato, un «approccio opportunistico ma disciplinato confrontando inoltre ogni potenziale operazione con i piani di riacquisto di azioni proprie» con a disposizione una somma compresa fra 500 milioni e un miliardo di euro.
L’allocazione interna di capitale a supporto della crescita del business e di iniziative strategiche è attesa invece tra 0,5 e 0,7 miliardi che si andranno ad aggiungere a 1,2-1,3 miliardi di investimenti cumulativi in AI e tecnologia.
Difesa JV Natixis
Philippe Donnet, il Ceo di Generali (Immagine: LinkedIn)
Molte delle domande sono state riservate all’accordo siglato con Natixis nell’asset management e in particolare sul rischio che questo possa portare il risparmio italiano fuori dall’Italia, e quindi non al servizio di eventuali obiettivi strategici nazionali.
Il deal, ha spiegato il Ceo Donnet, «sarà trasformativo per l'asset management di Generali. Questa transazione è stata discussa molte ore dal nostro Cda. Ci sono state molte domande dai membri del Cda, che è normale. La transazione è stata approvata perché è un'opportunità unica per Generali; un'opportunità unica strategica».
«Il closing probabilmente sarà attorno a gennaio 2026» ha poi aggiunto il manager spiegando che «la creazione di valore è estremamente importante e, in aggiunta a questo, è un'unica opportunità di co-controllare un player così significativo. Non stiamo abbandonando il controllo» come accaduto quando Unicredit ha venduto Pioneer ad Amundi «controlleremo il 50% della nuova entità».
Il manager è poi passato all’attacco di quanti hanno criticato l’anti italianità dell’accordo. «E' importante capire come funziona. C'è molta confusione. In questo paese sembra che la gente non veda la differenza tra la proprietà degli asset e chi li gestisce. Chi sono i proprietari? Le compagnie assicurative. L'asset allocation è deciso dal Cda di Generali. Non abbandoniamo il controllo degli investimenti. Direi, che è ancora meglio. Avremo ancora più presa, controllo, suoi nostri investimenti».
Donnet rivendica successi
Donnet è perfettamente consapevole del fatto che il suo mandato è in scadenza e che dovrà ottenere la riconferma senza l’ausilio della lista del Cda, che il consiglio ha deciso di non compilare stante i limiti imposti dal governo con la cosiddetta Legge Capitali.
Qualche osservatore ha obiettato che è perlomeno irrituale che sin consiglio prossimo alla scadenza possa approvare un piano industriale e un accordo (con Natixis) che non sa se potrà finalizzare. Ma è anche vero che le occasioni vanno colte quando si presentano e che la società non può procedere con l’ordinaria amministrazione e per troppo tempo.
«Generali ha raggiunto e superato con successo gli obiettivi finanziari del nostro piano ‹Lifetime Partner 24: Driving Growth› pur in un complesso contesto a livello globale. Intendiamo ora accelerare il perseguimento dell'eccellenza con l’obiettivo di guidare un’ulteriore crescita degli utili e della generazione di cassa, puntando alla crescita a doppia cifra del dividendo per azione che porti, nell'arco del piano, a oltre 7 miliardi di euro in dividendi cumulativi» ha spiegato Donnet.
Migliora rapporto con clienti
Con il nuovo piano industriale la compagnia triestina intende migliorare ulteriormente le relazioni con i clienti, il modello operativo di Gruppo e le competenze chiave. «Investiremo» ha aggiunto il Ceo «in AI, nuove tecnologie e nella formazione delle nostre persone per cogliere le opportunità che derivano dalle tendenze emergenti, dalle aspettative dei clienti in continuo cambiamento e da un contesto di mercato in rapida evoluzione».
«La combinazione della nostra leadership nel settore Danni e Vita con la nostra piattaforma globale di Asset Management – che potrebbe ulteriormente essere trasformata dalla nostra proposta di partnership con BPCE – rappresenta un potente fattore distintivo che può creare significativo valore» ha detto più volte il Ceo «oggi è forte come non è mai stata».