In Italia il gender gap sui prestiti vale 68 miliardi di euro

Il «gap» fra uomini e donne in Italia è ancora fortemente presente anche nel mondo del credito e in particolare nei prestiti bancari. Una ricerca della Fabi, primo sindacato bancario italiano, ha evidenziato che alla clientela femminile nel 2024 è andato solo il 20% del credito erogato, un dato sostanzialmente in linea alla percentuale del 2023.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Le ragioni di questa disparità sono comuni» – spiega la Fabi – il tasso di occupazione più basso, innanzitutto, ma anche la maggiore occupazione delle donne nei settori con le retribuzioni più basse, il largo ricorso al lavoro part time che portano a stipendi e pensioni ridotte; la contenuta attitudine al rischio; minori dotazioni patrimoniali, soprattutto immobiliari, necessarie per le garanzie bancarie.

Nello specifico il credit gender gap vale quasi 70 miliardi su scala nazionale. Lo stock dei finanziamenti alle famiglie concesso dagli istituti, a settembre 2024, secondo la stima realizzata dalla Fabi sui dati di Banca d'Italia, ammontava a quasi 472 miliardi: di questi, 162 miliardi sono stati erogati agli uomini, 94 miliardi alle donne e 215 miliardi si riferiscono a contratti di finanziamento cointestati.

Le regioni peggiori sono ancora Campania, Puglia, Veneto, Sicilia, Lombardia, Piemonte e Basilicata, dove il credito concesso alla clientela femminile non supera la media nazionale del 20%.

Territorio non omogeneo

Le differenze non sono uniformi sul territorio nazionale, ma mostrano divergenze significative tra le regioni e le macroaree geografiche. Nel Nord Italia, che comprende Nord Ovest e Nord Est, la percentuale di credito erogato alle donne si attesta intorno al 19,6%, mentre agli uomini è destinato circa il 34,6%.

Nel Centro Italia le donne ottengono mediamente il 22,3% del credito, contro il 33,7% destinato agli uomini, una situazione relativamente più equilibrata rispetto al resto del Paese. Nel Sud la percentuale femminile scende al 18%, mentre nelle Isole si attesta intorno al 20,3%, con un accesso al credito maschile che si aggira rispettivamente sul 34,2% e 35,8%.

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La disparità di genere trova conferma anche nel credito bancario: agli uomini va quasi il doppio dei prestiti rispetto alle donne.

La maglia nera del divario di genere spetta alla Campania, che si conferma la peggiore con il 16,75% del credito erogato alle donne, rispetto al 32,1% riconosciuto alla clientela maschile e con una differenza di genere che si traduce in quasi 4,6 miliardi in meno destinati alle donne campane.

Tra le otto peggiori regioni, cinque sono al Sud, dove in media alle donne è stato riconosciuto meno del 18% dei mutui e prestiti mentre agli uomini il 34,2% in media sul totale.

Valle D’Aosta al top

Chi dà più spazio nel credito alle donne continua ad essere, in assoluto, la Valle d'Aosta, con quasi il 25% dei prestiti concessi in favore della clientela femminile, superiore oltre cinque punti base rispetto alla media nazionale del 19,98%.

Seguono a ruota nella classifica delle regioni maggiormente virtuose Sardegna e Lazio dove i finanziamenti bancari per le donne arrivano rispettivamente al 23,4% e 23%.

La situazione non migliora se si pone attenzione al gender gap pensionistico, dove il divario di genere vale 553 euro. Il dato e' relativo al 2023 ed e' più alto di 37 euro (+7,17%) rispetto ai 516 euro dell'anno precedente. Per la Fabi, il «gap» pensionistico tra uomini e donne si conferma «preoccupante».

Nel dettaglio, le donne che hanno svolto un lavoro dipendente percepiscono in media 1.008,3 euro al mese, gli uomini 1.561,3 euro, pari a una differenza del 35,4%. La disparità è ancora più marcata nell'ambito del lavoro autonomo dove gli assegni femminili sono pari a 730 euro, contro i 1.285,8 dei maschi, con un divario pari al 43,2%.