La banca continua a liquidare conti record e la capitalizzazione sale sopra quota 60 miliardi. Mercato crede che prossima crescita sarà per linee esterne.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Unicredit ha chiuso il primo trimestre del 2024 con un utile netto di 2,55 miliardi di euro in crescita del 23,9%rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, battendo il consenso degli analisti di 2,130 miliardi. Anche i ricavi , saliti a 6,371 miliardi, sono risultati decisamente superiori alle stime degli analisti che si erano fermate a quota 5,942 miliardi. Il margine di interesse è ammontato a 3,57 miliardi in crescita dell’8,5% sul primo trimestre 2023.
«Unicredit» ha spiegato il Ceo Andrea Orcel «è sulla buona strada per continuare a raggiungere risultati eccezionali, e siamo orgogliosi di rappresentare un modello nel settore». «Il nostro Cet1 ratio è aumentato ancora una volta al 16,2%, già al netto della distribuzione del 2023 per 8,6 miliardi di euro e dell’accantonamento della distribuzione del 2024 per 2,6 miliardi, a testimonianza della nostra eccellente generazione organica di capitale pari a 3,4 miliardi, a supporto della nostra distribuzione leader nel settore» ha aggiunto.
Entro 2027 novità su Excess capital
La banca intende impiegare o distribuire agli azionisti il suo capitale in eccesso al più tardi entro il 2027. Se non ci saranno operazioni M&A la banca prevede che le distribuzioni totali annue medie del 2025 e 2026 saranno superiori alle distribuzioni relative al 2024, stimate a circa 10 miliardi di euro.
Nell’eventualità in cui il capitale in eccesso dovesse essere utilizzato per opportunità di crescita inorganica, che sarebbero intraprese secondo criteri stringenti, il livello delle distribuzioni annuali nel periodo 2025-2026 dipenderebbe dal rendimento delle acquisizioni, che dovrebbero presentare rendimenti post sinergie vantaggiosi rispetto a quello derivante dal riacquisto di azioni proprie.
M&A se crea valore
Nonostante il mercato creda in maniera sempre più convinta che la crescita di Unicredit non potrà che passare da acquisizioni, Orcel non si lascia trasportare dagli entusiasmi e mantiene dritta la barra del rigore
«Restiamo con disciplina a guardare se ci sono delle operazioni» relative a fusioni e acquisizioni che «aggiungono valore per noi e per il nostro target. Nel caso le faremo e anche rapidamente» ha spiegato aggiungendo che «se non aggiungono valore perché o sono troppo care o non esiste l'opportunità non le faremo e a ricompreremo le nostre azioni».
Capitalizzazione oltre 60 miliardi
Il titolo, dopo la diffusione dei conti, ha guadagnato in Borsa chiudendo con una capitalizzazione di oltre 60 miliardi, un club ristretto che condivide, in Europa, con Intesa Sanpaolo, Bnp Paribas e Banco Santander. Un valore che non entusiasma assolutamente Orcel che da tempo punta a quota 100 miliardi per competere con le grandi banche americane o asiatiche.
«La nostra valutazione» di Borsa è «lontana dal riflettere» il valore reale dell'istituto e quindi «offre ancora un punto di ingresso attraente» ha spiegato Orcel, nel corso della conference call sui conti del primo trimestre aggiungendo che «faremo tutto il necessario per portarla» ai livelli che le spettano.
Ridurre esposizione Russia
Orcel, in un’intervista a «Cnbc», ha confermato di avere ricevuto una lettera da Bce che lo invita a ridurre esposizione russa. «A quanto ne so ogni singola banca in Europa che ha un’esposizione alla Russia di qualunque dimensione ha ricevuto la lettera» ha precisato ricordando che l'esposizione cross border di Unicredit è scesa del 91% in due anni e la presenza locale del 67%.
«La nostra strategia è di continuare a farlo in modo ordinato e accelerato«, ha spiegato. In questo modo «l'esposizione cross border sarà azzerata nei prossimi 12-15 mesi e la banca locale sarà significativamente più piccola».