Con il Governo di centrodestra gli affari francesi in Italia sono al minimo storico. E quelli che sono già in essere vivono turbolenze inaspettate. I transalpini amano blandire la sinistra italiana.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
I rapporti fra Francia e Italia, per quanto riguarda la coabitazione nel capitale sociale di aziende compartecipate, sono ai minimi storici al punto che se invece di finanza si trattasse di diplomazia i due stati sarebbero al limite di un conflitto. Non solo.
Il proverbiale shopping transalpino in territorio italiano sta vivendo uno dei momenti meno brillanti degli ultimi decenni. I rapporti non idilliaci fra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni di certo non aiutano. Ma, secondo un politico di lungo corso del centrodestra italiano, quello che manca ai francesi e il supporto della «congrega del cordone rosso», simbolo dell’ordine cavalleresco francese della Legione d’Onore.
Napoleone Bonaparte
Moltissimi i regnanti che sono stati insigniti dell’onorificenza voluta da Napoleone Bonaparte, pochissimi i politici non transalpini con la nutrita eccezione degli italiani, quasi tutti di sinistra. Un pacchetto di nomi che rappresenta la crème della gauche caviar tricolore.
Si va da Emma Bonino, a Massimo D’Alema, a Dario Franceschini, a Enrico Letta, fino all’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la figlia Laura, il suo predecessore Giorgio Napolitano, a Giuliano Pisapia.
Alla lista vanno aggiunti anche Sergio Cofferati e Giovanna Melandri che l’hanno restituita in polemica per il conferimento del medesimo titolo al presidente egiziano al-Sisi, e in solidarietà a Giulio Regeni, vittima della repressione attuata dal servizio d’intelligence del regime egiziano.
Gauche Caviar
Ricapitolando sono stati premiati due presidenti della Repubblica, due ex presidenti del consiglio, l’ex segretario della Cgil (maggiore sindacato italiano, di sinistra) e alcuni ex ministri tutti di Governi di centrosinistra. Solo due i politici di centrodestra presenti nell’elenco, Stefania Prestigiacomo, ex parlamentare, e Antonio Tajani, attuale ministro degli Esteri.
Coinvolti in tempi passati più per mettere una tara all’esuberanza di Silvio Berlusconi che per il loro effettivo peso al momento della premiazione. Questa simpatia francese per la nostra sinistra non è mai piaciuta agli attuali partiti di governo che anzi l’hanno guardata sempre con sospetto, soprattutto quando molti dei marchi storici del «Made in Italy» prendevano la strada di Parigi.
Critiche alla Cassa integrazione di Stellantis
Giustificato o meno che fosse il sospetto oggi la convivenza aziendale è ai minimi. Il caso più eclatante è quello di Stm dove il Governo italiano ha chiesto un ribilanciamento della Governance troppo spostata, a suo dire, sui francesi dall’attuale ad Jean Marc Chery, colpevole di avere scelto Grenoble come sede dei maggiori investimenti del gruppo e dimenticando, sempre secondo il Governo Meloni, l’Italia.
Non va meglio a Vivendi, azionista di Tim, messa spalle al muro dalla decisione dell’esecutivo di scorporare la rete a vantaggio degli americani di Kkr. Se a questo si aggiunge che il Governo imputa, con qualche ragione, al comportamento della Franco indiana Arcelor Mittal il declino dell’Ilva, campione italiano della siderurgia, e le critiche alla Cassa integrazione di Stellantis negli stabilimenti italiani il quadro è completo.
Appetiti bancari
Non è un mistero che le banche francesi vorrebbero proseguire lo shopping tricolore. Il sogno proibito di Credit Agricole è il Banco Bpm, ma molti asset di Wealth Management sono osservati speciali. Per una volta, però, l’interessa viaggia acne al contrario. Da tempo si susseguono indiscrezioni su possibili offerte italiane per Société Générale.
Perché possano divenire concrete servirebbe un appoggio politico in entrambi io Paesi. Una prospettiva, al momento, difficilmente praticabile. Se si saranno degli affari l’unica certezza è che non avranno alcun canale politico privilegiato né simpatie (interessate) a facilitarli.