Il legame fra la presidente del consiglio e il suo predecessore non si è mai interrotto. Sconfitto Giorgetti che continua a rallentare le mosse di Palenzona.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

La conferma di Dario Scannapieco alla guida della Cassa Depositi e prestiti dimostra, una volta di più, che il legame fra Giorgia Meloni e Mario Draghi non solo non si è interrotto ma non si è nemmeno minimamente sfaldato. La presidente del Consiglio ha scelto per uno dei ruoli più strategici per l’economia e la finanza di confermare il manager romano, ma di fiere origini campane, che come si sa è un draghiano di ferro.

Una mossa che rappresenta un punto a favore della premier nella partita che la vede contrapposta al ministro delle finanze Giancarlo Giorgetti nel ridisegno degli equilibri politico finanziari del Paese.

E, per paradosso, è stato proprio lo sconfitto Giorgetti a dovere annunciare l’esito della contesa. «Con tranquillità – ha spiegato il ministro – andremo a rinnovo delle cariche scegliendo le persone che possono garantire i progetti che abbiamo in mente, anche su Cdp, dove non credo che ci saranno grandi stravolgimenti». Scannapieco quindi sarà amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti per un altro triennio.

Scontro senza esclusione di colpi

Il confronto tra Giorgetti e Meloni nel raggiungere i rispettivi progetti finanziari continua serrato e senza esclusione di colpi. Dietro il rallentamento imposto alla conquista di Prelios da parte di Ion, operazione fortemente voluta da Fabrizio Palenzona (che di Prelios è il presidente), uomo forte della finanza molto vicino a Giorgia Meloni, ci sarebbe stata anche la contrarietà al rafforzamento di Andrea Pignataro, dominus di Ion, da parte di ambienti vicini al ministro delle Finanze.

L’operazione, in un primo tempo, sembrava essere destinata ad essere stoppata dal Golden Power. Poi è stata molto più semplicemente assoggettata all’ok di Bankitalia che l’ha molto rallentata.

Nelle more dell’approvazione gli avversari di Prelios si sono rafforzati attraverso l’operazione che ha portato al matrimonio fra Gardant e Dovalue, che ha creato un nuovo cololsso degli Npl in Italia. Un’operazione che ha avuto il vantaggio, per gli oppositori di Ion, di trovare un partner diverso per Gardant che altrimenti sembrava essere destinata ad essere acquistata da Prelios. Ora per crescere ulteriormente nel mondo dei crediti in  sofferenza Prelios dovrebbe guardare a Intrum op altri soggetti molto più complessi da approcciare.

Stallo Crt

Giorgetti è sembrato molto titubante anche sul dossier Crt. In particolare la decisione del commissariamento del Cda, dopo le dimissioni e le denunce da parte dell’ex presidente Fabrizio Palenzona e i riflettori accesi dalla Procura di Torino sembra procedere molto a rilento.

Nessuno pensa concretamente che il Ministero possa non commissariare la Fondazione, ma non sfugge che la cautela del ministro renda perlomeno nervoso il fronte di quanti sono vicini a Palenzona.