Il banchiere festeggia il siluramento di Piero Montani da parte di Unipol e continuai a invitare il gotha della finanza italiana a diventare socio della banca.
Mario Alberto Pedranzini, consigliere delegato di Banca Popolare di Sondrio, è in un periodo di iperattività perché sa che si stanno creando le condizioni per preservare ancora per un periodo corposo la indipendenza della banca, nonostante la presenza nell’azionariato di Unipol con una quota del 20%.
Molto eventi concorrono all’ottimismo del banchiere. In primo luogo l’Opa lanciata da Unipol su UnipolSai occuperà tempo e risorse della società guidata da Carlo Cimbri sottraendole inevitabilmente alla campagna bancaria che ha visto finora l’assicurazione bolognese sale al 20% di Bper e della Popolare dei Sondrio.
Prospettiva dio matrimonio ancora più complessa
La paventata integrazione delle due banche sembra oggi più lontana non solo perché difficilmente i soci di Unipol consentiranno un esborso che vada a indebolire o anche solo a rendere meno solida la struttura patrimoniale della compagnia. La decisione di Cimbri di liquidare Piero Montani, l’esperto Ceo della Bper, ha inevitabilmente reso ogni prospettiva dio matrimonio ancora più complessa.
Montani è un banchiere esperto, molto apprezzato dalla Bce e il suo allontanamento non è stato particolarmente gradito a Francoforte. Il nome più accreditato per sostituire Montani è quello di Gianni Franco Papa, a lungo dg di Unicredit, e oggi consigliere di Bper e presidente della Cesare Ponti.
Campagna acquisti
Pedranzini intanto sta proseguendo la sua campagna acquisti. Invita manager, banchieri, imprenditori e tutti quelli che compongono il gotta della finanza milanese a divenire soci della banca valtellinese nella convinzione che un parterre di shareholder di standing elevato aumenta le possibilità di crescita della banca senza contare, ovviamente, che quanti più sono i soci a lui vicini tanto più la sua posizione diventa sempre più solida e inattaccabile.
A margine di un recente evento a Sondrio è stato lo stesso manager, di fatto, a spiegare questo concetto quando ha spiegato che la difesa dell’indipendenza della Banca Popolare di Sondrio «dipende anche dal volere degli azionisti e stakeholder. Se una cosa ti sta cara devi cercare di coltivarla ed evitare di perderla e poi rammaricarti di averla persa». Il secondo imperativo che serve a mantenere l’indipendenza è proseguire nel percorso di crescita della banca.
Nuova apertura a Trieste
In un panorama bancario italiano in cui la tendenza prevalente è quella della fuga dallo sportello, tanto che i sindacati lamentano la desertificazione del territorio, Popolare di Sondrio ha inaugurato la filiale di Trieste, seconda in Friuli Venezia Giulia dopo l’apertura di Udine alla fine dello scorso anno.
In questo modo prosegue il piano di espansione nel Nord-Est, con l’obiettivo di supportare le famiglie e gli Enti, oltre a sostenere lo sviluppo delle economie locali e delle imprese, con un focus particolare sulle Pmi e le Filiere produttive. Trieste ha uno dei più importanti porti italiani per traffico di merci, crocevia per i flussi di scambio terra-mare principalmente verso il mercato asiatico, da cui deriva un rilevante indotto.
Una banca che fa banca
«Per il piano di sviluppo della rete commerciale, Trieste è stata sin dal principio una scelta sicura e chiara, non solo per la sua strategica posizione di confine, ma anche per le interessanti opportunità che il territorio offre, dal punto di vista industriale e dei servizi. Ci impegneremo con la consueta professionalità e nel rispetto del principio «una banca che fa banca», che ci ha sempre guidato nella nostra crescita sostenibile», ha spiegato Pedranzini, commentando l’inaugurazione dello sportello.