Continua il trend positivo del Private Banking, che ha chiuso il primo semestre dell’anno toccando i 1.057 miliardi di euro di masse gestite, raggiungendo con sei mesi di anticipo le masse previste a fine 2023.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

La progressiva disaffezione dei risparmiatori in questa fase storica per i fondi e il crescente appetito per i rendimenti offerti dalle obbligazioni corporate e dai titoli di Stato rivolti ai risparmiatori, sono musica per l’industria del private banking italiano che fa registrare performance da record nei primi sei mesi del 2023.

È quanto emerge dall’analisi del mercato servito, presentata trimestralmente dall’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB) dalla quale si rileva che le masse gestite a fine giugno ammontavano a 1.057 miliardi di euro, in progresso del 2,5% rispetto ai 1.031 miliardi del primo trimestre. Il dato è superiore alla stima di masse per 1.047 miliardi a fine 2023 rilasciata lo scorso mese di maggio

Raccolta sei mesi a 26 miliardi

Nei primi sei mesi dell'anno, la raccolta netta complessiva realizzata dagli operatori del comparto ha chiuso a 26 miliardi, rimanendo stabile nel corso dei due trimestri (pari a 13 miliardi in entrambi i periodi).

AndreaRagaini 555

«Prosegue il percorso di crescita dell’industria Private, consentendoci di guardare con fiducia alla seconda parte dell’anno», ha spiegato Andrea Ragaini,   (immagine sopra) Presidente AIPB. »Un risultato positivo che conferma l’apprezzamento per un modello di servizio che mette la consulenza professionale al centro della
relazione con la clientela».

Scenario Macro ha aiutato comparto

Lo scenario macroeconomico e finanziario del secondo trimestre è stato caratterizzato da un cauto ottimismo: l’inflazione ha proseguito nel suo percorso di decrescita, passando da +8,1% di fine marzo al +6,75% di fine giugno. Mentre le banche centrali, tra maggio e giugno, hanno dato seguito ad un ulteriore aumento dei tassi di riferimento.

Il combinato disposto di questi due fattori ha trainato tutti i nuovi flussi raccolti dal Private nel secondo trimestre verso gli investimenti diretti (titoli, azioni e obbligazioni) del comparto amministrato, che per il terzo trimestre consecutivo attira la maggior parte dei nuovi investimenti effettuati dalle famiglie Private.

«Le preferenze degli investitori si sono orientate verso gli investimenti che hanno maggiormente beneficiato dell’aumento dei tassi di interesse», prosegue Ragaini. «La crescita della componente amministrata dei portafogli del Private Banking è stata inoltre accompagnata da un incremento della consulenza a pagamento, salita nell’ultimo anno dal 13% al 17% dei 1.057 miliardi di euro di masse affidate al settore».

Boom domande per bond corporate

Alcuni indicatori fanno presagire che il trend proseguirà anche nei prossimi trimestri. A titolo di mero esempio di quanto sta accadendo in queste settimane sui mercati si può prendere quanto accaduto recentemente nel collocamento del bond di Maire Tecnimont da 200 milioni di euro con scadenza ottobre 2028.

Il book degli ordini è stato chiuso in anticipo per il successo dell’obbligazione, che rende il 6,5%. Nello specifico 120 milioni di euro sono finiti a investitori tradizionali e 80 al pubblico retail. Di questi 40 milioni dono finiti al retail tradizionale che opera tramite home banking e gli altri 40 milioni sono andati alle reti di private banking, quindi al retail più sofisticato.