Gli italiani continuano troppo spesso a ragionare come negli anni ’60 del secolo scorso e a preferire la liquidità fra le asset class su cui indirizzare i propri risparmi, soprattutto coloro che non si fanno assistere da un private banker.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Un comportamento che oggi mette a rischio la ricchezza futura delle famiglie del Belpaese. E ‘quanto emerso nel corso dei lavori della XX edizione del Forum dell’Associazione Italiana Private Banking (Aipb) che hanno inoltre dimostrato che le famiglie non servite dal private banking hanno un portafoglio composto per il 50% da liquidità, per il 40% da obbligazionario e per il residuo 10% dall’azionario.
Per converso il patrimonio di una famiglia seguita dal private banking è per il 58% investito in obbligazioni, per 29% in azionario, per il !2% in liquidità e per l’1% scarso in private markets. I numeri evidenziano come la ricchezza delle famiglie italiane si stia assottigliando nel corso del tempo.
Nuova fase di sviluppo
Andrea Ragaini, Presidente di Aipb (Immagine: Aipb)
E il Private Banking, per sostenerne la crescita punta a incrementare il peso dell’azionario aiutando i clienti a gestire le oscillazioni nel tempo, oltre al peso dei mercati privati (oggi allo 0,8%) e alla protezione assicurativa.
«Grazie ad un modello di servizio che ha conquistato nel tempo la fiducia dei clienti – la soddisfazione verso il servizio private nel 2024 è al suo massimo storico – il Private Banking può guidare gli investitori verso scelte più consapevoli e supportare gli imprenditori nelle loro strategie di crescita, stimolando una nuova fase di sviluppo e benessere per il nostro Paese», ha dichiarato Andrea Ragaini, Presidente di Aipb.
Ricchezza famiglie va preservata
Le famiglie italiane hanno trasmesso un patrimonio tra i più rilevanti a livello globale. Il valore di questa ricchezza finanziaria è quasi triplicato, passando da 1.975 miliardi di euro nel 1996 a 5.692 miliardi nel 2023. Una ricchezza, spiega Aipb, che non solo va preservata, ma deve essere valorizzata e fatta crescere, considerando che il tasso di risparmio è in costante diminuzione, i flussi di risparmio si sono dimezzati negli ultimi dieci anni e lo stock di ricchezza ha registrato una crescita esclusivamente nominale, senza incrementi reali.
In dettaglio, il tasso di risparmio delle famiglie è progressivamente diminuito, passando dal 28% negli anni Ottanta all'8,4% nel 2024, un livello che, secondo le previsioni, rimarrà invariato nel prossimo triennio.
Una gestione più efficiente e produttiva
Questo calo, tuttavia, non si è tradotto in un aumento significativo dei consumi né in un impulso alla crescita economica. La capacità delle famiglie di generare nuova ricchezza è diminuita significativamente, passando da flussi cumulati di 1.746 miliardi di euro tra il 1996 e il 2009 a soli 950 miliardi di euro negli anni successivi.
Questi flussi, spiega l’associazione, da soli, difficilmente saranno sufficienti a soddisfare gli obiettivi di vita delle famiglie, rendendo indispensabile una gestione più efficiente e produttiva anche degli stock di ricchezza esistenti.
Ripensare allocazione
«La crescente aspettativa di vita, unita al crescente gap pensionistico previsto per i prossimi anni, richiede un ripensamento delle strategie di allocazione della ricchezza che deve servire una vita sempre più lunga e sempre più attiva», ha proseguito Andrea Ragaini.
«Per affrontare questa sfida, e favorire la crescita degli importanti stock di ricchezza delle famiglie italiane, è fondamentale ridurre la quota liquidità nei portafogli, diversificare maggiormente gli investimenti aumentando il peso azionario, a scapito di quello obbligazionario, ed estendere l’orizzonte temporale delle scelte finanziarie».
La presenza nei private markets rimane marginale
I leader del Private Banking individuano tre principali ambiti di ottimizzazione per stimolare la crescita della ricchezza delle famiglie, con percentuali simili di consenso: la riduzione della quota di liquidità (91%), una maggiore diversificazione degli investimenti (92%) e l'estensione dell'orizzonte temporale (88%).
Le famiglie assistite dal Private Banking vantano già una diversificazione dei portafogli nettamente superiore. Tuttavia, la presenza nei private markets rimane marginale. Per l’industria del Private Banking, una priorità chiave è aumentare gli investimenti in azioni e nei mercati privati nei prossimi mesi, così da cogliere opportunità non disponibili nei mercati quotati.
Masse 2024 in crescita
Questa strategia ha consentito infatti al Private Banking di registrare una crescita degli asset superiore a quella degli altri canali. Il 2024 si chiuderà con un ulteriore aumento delle masse gestite, che raggiungeranno i 1.242 miliardi di euro, ione crescita del 12,8% rispetto ai 1.101 miliardi del 2023, un risultato nettamente superiore all’incremento dell’1,3% registrato dagli altri operatori.