Dopo avere terremotato le quotazioni di Borsa delle banche annunciando una tassazione una tantum sui profitti realizzati grazie al margine di interesse e dopo avere irritato i vertici delle Bce indicando due nominativi per la successione di Fabio Panetta, il governo italiano vuole attaccare gli Npl.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
La nuova proposta cui lavora l’esecutivo, elaborata dal partito di maggioranza relativa Fratelli d’Italia, il partito del premier Giorgia Meloni, nasce con l’intento di aiutare imprese e privati in difficoltà con crediti scaduti.
La nuova normativa, nel dettaglio, consentirebbe a famiglie e imprese insolventi con debiti inferiori ai 25 milioni di euro diventati crediti inesigibili fra il 2015 e il 2021 e ceduti dalle banche con cui erano stati contratti, di riacquistarli dai fondi cui sono stati ceduti con una maggiorazione del 20% rispetto al prezzo cui questi li hanno acquistati.
Apertura all’azzardo morale
Questa ipotesi di legge dimostra, una volta di più, il dilettantismo finanziario dell’esecutivi guidato da Meloni per una serie di motivi. Il primo, più evidente, è che sarebbe un assist esplicito all’azzardo morale.
Di fatto sdoganerebbe il mancato pagamento dei propri debiti. Un creditore che sa che potrà ricomprare il proprio debito a forte sconto una volta che questo sarà diventato Npl perché mai dovrebbe onorarlo a prezzo pieno?
Questa mossa, dal forte sapore paternalistico, arriverebbe dopo la campagna per sostenere i mutuatari che avevano vista salire la rata del prestito come conseguenza dell’incremento del costo del denaro da parte della Bce. E rilancia la sensazione che in Italia qualunque scommessa finanziaria sbagliata verrà ad essere sanata dallo Stato.
Impatti drammatici su mercato Npl
Gli impatti sul mercato degli Npl rischierebbero di essere drammatici e di lungo termine. La proposta, secondo gli analisti di Scope Ratings, ha creato «significative turbolenze» nel mercato degli Npl e gli effetti a catena della natura retroattiva della proposta potrebbero causare «danni significativi» al mercato degli Npl, anche se avrebbero un impatto limitato sulla performance delle cartolarizzazioni di Npl italiane.
Secondo gli analisti è probabile che l'appetito per le transazioni Npl italiane crolli poiché viene scontata l'incertezza giuridica e il prezzo che gli investitori saranno disposti a fare diminuirà. E questo rischia di essere un boomerang per le banche italiane che avrebbero serie difficoltà a trovare chi acquisti Npl o dovrebbero disfarsene praticamente a zero.
Stock Npl banche crollato grazie a cessioni
Secondo un Report di PwC lo stock di Npl delle banche italiane è passato dai 341 miliardi di euro a fine del 2015 ai 58 miliardi dello scorso mese di marzo grazie alle operazioni di cessione dei crediti deteriorati a fondi internazionali che, con buona probabilità smetteranno di acquistarli.
Paradosso nel paradosso le operazioni di riacquisto non saranno semplici. Secondo gli analisti, una quota relativamente piccola di mutuatari eserciterà l'opzione perché sarà molto difficile da sostenere economicamente.
Un massimo di 90 giorni per pagare
Secondo la proposta, i debitori avranno 30 giorni dalla notifica dell'emittente per esercitare l'opzione di riacquisto e un massimo di 90 giorni per pagare.
Durante questo periodo dovranno comprendere i termini legali, decidere se è economicamente vantaggioso esercitare l'opzione e determinare come finanziare l’acquisto. E potrebbero cercare rifinanziamenti presso operatori di mercato specializzati a tassi di interesse elevati.