La partita fra il Comune di Milano e le due squadre di calcio della città, Inter e Milan, allo stato fa segnare un punteggio di 1 a zero a favore dei team. Il Comune di Milano è riuscito a mettere a segno il più incredibile degli autogol.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Allo stato attuale San Siro è destinato a rimanere una cattedrale nel deserto mentre le due squadre andranno a costruirsi ciascuno il proprio stadio, entrambi al di fuori dal perimetro del Comune di Milano, con tutto ciò che questo comporta anche in termini di pagamento delle tasse.
Il fischio finale della partita lo darà la Sovrintendenza dei beni Culturali che è pronta a porre il vincolo culturale semplice sulla struttura.
La decisione non è ancora ufficiale, ma ufficiosa si, e significa che la struttura non potrà essere abbattuta per far spazio ai progetti presentati da Inter e Milan che, inevitabilmente, saranno orientati a soddisfare altrove le rispettive esigenze.
Inter a Rozzano, Milan a San Donato
L’Inter ha rotto gli indugi e si è rivolta alla famiglia Cabassi, dinastia milanese di costruttori.
Bastogi e Brioschi Sviluppo Immobiliare, società della famiglia di costruttori, hanno concesso all’Inter un diritto di esclusiva fino al 30 aprile 2024, finalizzato a verificare la possibilità di realizzare uno stadio e alcune funzioni accessorie all'interno di un’area nel Comune di Rozzano, che si trova a sud di Milano.
La mossa dell’Inter arriva pochi giorni dopo quella del Milan che vuole costruire il suo nuovo Stadio a San Donato, anche’esso comune della cintura milanese. Il club rossonero ha acquisito il 90% di Sportlifecity, società proprietaria dell’area San Francesco, dove dovrebbe sorgere l’impianto asciando il restante 10% ai vecchi proprietari, il gruppo Cassinari&Partners.
Sala grande sconfitto
Il grande sconfitto è il sindaco di Milano Beppe Sala e la sua maggioranza di centrosinistra che hanno passato quasi quattro anni, dal 2019 a oggi, a dare sponda e ascolto a una compagine variegata di ultra-ambientalisti, comitati di quartiere e portatori di interessi che hanno risposto sempre e solo con un No a ogni progetto.
Il risultato è che dal 2030 la città di Milano dovrà pagare per una struttura, che di sola manutenzione ordinaria costa oltre 5 milioni di euro l’anno, che non può essere abbattuta e che sarà priva dei suoi attori naturali.
Ora gli oppositori oltranzisti hanno perso il sorriso e non hanno festeggiato la vittoria consapevoli che se non si convince almeno una delle squadre a fare macchina indietro, sarà una delle più gravi sconfitte politiche degli ultimi anni.
Ultime luci a San Siro
Prima di quella che sarebbe un fine ingloriosa, San Siro è destinata a ospitare, ancora una volta, eventi che attrarranno l’attenzione del mondo intero, tra cui le cerimonie della Olimpiadi invernali di Milano e Cortina e una finale di Champions League nel 2026 o nel 2027.
Oggi pensare di riportare al tavolo delle trattative uno dei due club è molto arduo. Non solo per i rapporti deteriorati con il sindaco e con l’ala più oltranzista della maggioranza che lo sostiene, ma anche e soprattutto per il vincolo della Sovrintendenza.
Ogni progetto presentato dalle due squadre prevedeva l’abbattimento di gran parte della struttura. se questo non sarà possibile ogni possibile nuova trattativa è destinata non partire nemmeno.
Lo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, lo stadio di Wembley a Londra son o solo due esempi di templi del calcio che sono rimasti dopo essere stati abbattuti. Si fa fatica comprendere perché San Siro debba avere un destino differente.