I colossi del risparmio gestito italiano hanno archiviato un 1° semestre di crescita robusta che, in parte, compensa la fuga dai depositi dei risparmiatori italiani.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
E rilancia le attese di un ulteriore consolidamento del settore, fenomeno ampiamente auspicato dal regolatore e che finora ha interessato soggetti di minore rilevanza e con masse molto limitate. Nei primi sei mesi del 2023 la raccolta di Fineco, Banca Mediolanum. Azimut e Banca Generali ha sfiorato quota 17 miliardi di euro.
Raccolta Fineco sopra 5 miliardi
La parte del leone la fa, ani ora una volta Fineco che per il terzo anno consecutivo supera la soglia di 5 miliardi nel primo semestre. La banca guidata da Alessandro Foti ha fatto registrare a giugno una raccolta netta di 765 milioni di euro che si raffronto con gli 867 milioni di euro del mese precedente e gli 851 milioni di giugno 2022.
L’asset mix mostra la componente amministrata a 765 milioni, favorita anche dal collocamento del Btp Valore e una raccolta gestita a 458 milioni, pari al 60% del totale. «Fineco – ha spiegato l’ad Foti – chiude il primo semestre del 2023 con dati di raccolta particolarmente positivi e solidi, ancor più rilevanti perché ottenuti in assenza di offerte promozionali di breve periodo legate ai tassi».
Mediolanum guarda a Fininvest
Banca Mediolanum si trova al secondo posto in questa speciale classifica con una raccolta netta totale che nel mese di giugno si è attestata sui 447 milioni di euro, per un totale da inizio anno di 4,69 miliardi. La raccolta netta in risparmio gestito è pari a 219 milioni di euro nel mese (2,16 miliardi da gennaio) e quella in risparmio amministrato tocca i 228 milioni (2,5 miliardi nei primi sei mesi).
I prossimi mesi della società saranno interessati, oltre che dal prosieguo della crescita, prevalentemente per linee interne, anche dalle osservazioni e considerazione delle mosse degli eredi di Silvio Berlusconi.
Nessuno dei figli dell’ex premier sembra intenzionato a mettere in discussione il legame con la società, ma la famiglia Doris ha già fatto sapere di essere pronta a comprare parte delle azioni Fininvest, qualora fossero messe in vendita. Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, intanto, si gode i risultati raggiunti.
«Sono – ha spiegato – particolarmente ottimista riguardo alla seconda parte dell’anno nella quale mi aspetto un’accelerazione a favore del comparto gestito, grazie anche alla spinta dei nuovi clienti che impareranno ad utilizzare a pieno il nostro modello e si avvarranno della consulenza di qualità dei nostri family banker».
Azimut: 3,7 miliardi di raccolta da inizio anno
Azimut ha registrato 3,7 miliardi di euro di raccolta netta da inizio anno, di cui 802 milioni a giugno. Il totale delle masse comprensive del risparmio amministrato raggiunge gli 85,3 miliardi al 30 giugno, di cui 57,8 miliardi di masse gestite.
«Sebbene la componente gestita abbia risentito dei continui deflussi da parte di alcuni fondi istituzionali da fondi monetari a bassa redditività (circa 120 milioni di euro) in Italia abbiamo annunciato il closing di diversi fondi di private market incentrati, tra l'altro, sul credito privato, sul venture capital e sulle infrastrutture sostenibili per un totale di oltre 130 milioni», ha spiegato il ceo Gabriele Blei.
Aggiungendo che «nel mese di giugno abbiamo conseguito flussi positivi in Brasile, dopo mesi di prolungata volatilità dei mercati del credito. Infine, abbiamo proseguito l’espansione della nostra piattaforma in Australia, con l’acquisizione di una società di consulenza patrimoniale».
Banca Generali, ottimista per fine anno
Ultima delle big è Banca Generali che totalizzato una raccolta netta pari a 527 milioni di euro nel mese di giugno per un totale di 3,3 miliardi da inizio anno.
Si è trattato di «un mese di forte crescita e qualità, nonostante elementi non ricorrenti quali le scadenze fiscali», ha osservato Gian Maria Mossa, amministratore delegato e direttore generale di Banca Generali sottolineando di essere soddisfatto «della reattività mostrata dai nostri banker nel cogliere i trend di mercato, con la produttività della struttura esistente ai massimi storici, contenendo i fenomeni nel settore legati all’escalation dei tassi. Per questa ragione guardiamo con fiducia e ottimismo alla seconda parte dell’anno proseguendo spediti nel percorso del nostro piano industriale».