La bollicina più venduta nel 2022 nei duty free di tutto il mondo è italiana. Bottega Gold Prosecco Doc ha conquistato il primo posto, nel mercato mondiale Duty Free e Travel Retail, per la categoria degli Champagne e degli spumanti secondo IWSR.
IWSR è la principale fonte di dati e analisi sul mercato delle bevande alcoliche che prende in considerazione gli andamenti in oltre 160 Paesi, ha pubblicato il ranking 2022 in cui appaiono le più prestigiose maison di Prosecco, Champagne (compresi Dom Perignon e Moet & Chandon) e Cava.
II mercato Duty Free e Travel Retail è uno dei canali chiave per il mondo del lusso e per i grandi intenditori, attratti dai distillati selezionati e dai vini di pregio, che possono arrivare anche a prezzi di migliaia di euro a bottiglia. Oltre alla sua rilevanza economica, è un incredibile volano per aumentare la reputazione di un marchio e di una denominazione, accrescerne l’immagine e incrementare il posizionamento dei prezzi.
Per il gruppo trevigiano si tratta di un ulteriore soddisfazione visto che dal 2017 occupavano stabilmente la seconda posizione fra le bollicine più vendute nei Duty free.
Performace merito della qualità del vino
La performance del Prosecco Bottega è merito della qualità del vino, espressione di una continua ricerca e di un costante monitoraggio dell’intero processo produttivo, dalla vigna alla bottiglia. Bottega è uno dei protagonisti del mercato del Prosecco.
Prosecco prodotto premium
Sandro Bottega (immagine in alto), presidente di Bottega, ha dichiarato che «si tratta di un risultato importante per tutto il mondo del miglior Prosecco, in quanto certifica sul campo il gradimento del più noto spumante italiano da parte dei consumatori di tutto il mondo, che ne apprezzano la grande qualità e la struttura non inferiore allo Champagne. Questo risultato testimonia pienamente il valore del Prosecco e dimostra che il processo di premiumisation di questo grande vino spumante viene riconosciuto dal mercato con effetti positivi che si ripercuotono a cascata sul territorio di produzione e sull’indotto».
Questo passaggio non è secondario perché va a insistere su una polemica mai sopita fra i produttori di prosecco contro quei vinificatori che tengono i prezzi bassi.