I maggiori produttori di vino si attendono per il 2023 una crescita delle vendite complessive del +3,3% con una cresce ita del 3,1% l’export.
A spingere le vendite l’ottimismo delle bollicine (+5,2% i ricavi complessivi, +4,2% l’export), mentre i vini fermi si aspettano una crescita più contenuta e pari al 2,8% (+2,9% l’export).
Fatturato 2022 in crescita del 10%
E’ quanto si apprende dallo studio realizzato dall’Area Studi Mediobanca sul settore vinicolo in Italia che riguarda 255 principali società di capitali italiane con fatturato 2021 superiore ai 20 milioni di euro e ricavi aggregati per 10,7 miliardi di euro, pari all’89,3% del fatturato nazionale del settore.
Il 2022 dei maggiori produttori italiani di vino ha chiuso con un aumento del fatturato del 10% (+10,5% il mercato interno, +9,5% l’estero).
Frizzanti più brillanti dei fermi
I vini frizzanti (+16,9%) hanno accelerato più dei vini fermi (+8,2%). Tra i mercati di destinazione le prime tre posizioni rimangono invariate.
Gli Stati Uniti si confermano medaglia d’oro con esportazioni per 1,861 miliardi di euro, in crescita dell’8,3% rispetto all’anno precedente. In seconda e terza posizione si confermano Germania e Regno Unito con esportazioni per 1,18 e 0,812 miliardi di euro in aumento rispettivamente del 4,9% e del 9,4%.
La Svizzera ha ceduto la quarta posizione al Canada, sebbene per solo un milione di euro di esportazioni, 427 a 426. Rispetto al 2021 le esportazioni verso la Confederazione sono salite del 2,8%.
Inflazione penalizza Gdo
Le dinamiche inflative del 2022 hanno rallentato le vendite nella Gdo che si è mostrata più restia a trasferire i maggiori costi sui listini al fine di preservare i volumi.
Gli aumenti hanno interessato in minor misura i vini basic (+6,6% a valore); aumenti a doppia cifra per i vini premium (+13,7%) e i vini iconici (+11,1%).
L’attenzione alla sostenibilità spinge le vendite 2022 del bio (+9,6% sul 2021) che però rappresenta appena il 4,3% del mercato.
Cantine Riunite-Giv al top delle vendite
La leadership di vendite nel 2022 resta appannaggio del gruppo Cantine Riunite-GIV, con un fatturato di 698,5 milioni (+10,1% sul 2021).
Al secondo posto il polo vinicolo Argea (455,1 milioni, +9,6%), completa il terzetto IWB in crescita del 5,2% sul 2021 a 430,3 milioni. Fatturato 2022 superiore ai 400 milioni di euro anche per la cooperativa romagnola Caviro (417,4 milioni) in progresso del 7,1% sul 2021 mentre sette società hanno ricavi compresi tra i 200 e 300 milioni di euro.
Alcune aziende hanno una quota di export molto elevata, in alcuni casi quasi totalitaria come nel caso di Fantini Group, dove tocca il 96,4% e Ruffino dove arriva al 93,2%.
Piemontesi in vetta per redditività
Dai conti aziendali emergono le specificità regionali. Nel 2021 il miglior Roi (Return on Investment) tocca alle aziende piemontesi (8,9%), alle toscane il più alto Ebit margin (15,7%) seguite dalle lombarde con l’8,5%.
In Toscana anche la maggiore solidità finanziaria, con i debiti finanziari pari ad appena il 22,1% del capitale investito. Grandi esportatori i produttori piemontesi (68,9% del fatturato).
Nel 2022 gli spumanti spingono la crescita delle imprese venete (+13,4%).
Per Friuli maggiore crescita 2023
Riguardo alle stime per l’andamento dell’anno in corso, il maggior ottimismo riguarda i vini del Friuli-Venezia Giulia che stimano un incremento del fatturato pari al 9,9% sul 2022 seguiti da Lombardia (+6,7%), Piemonte (+6,1%) e Sicilia (+5,6%).
Aumenta quota Private Equity
Nel 2022 cresce la partecipazione dei fondi di private equity nei capitali delle principali imprese vinicole (+63,5% sul 2020) attestandosi al 4,6% del totale. Al controllo familiare spetta invece il 65,8%.