Se la divisione dell’eredità fra i cinque figli è tutt’altro che scontato che possa procedere in maniera piana, ma almeno una possibilità che tutto fili liscio c’è, la successione politica è praticamente impossibile che si chiuda in maniera lineare.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista ed esperto economico di finewsticino.c
In primo luogo, perché è stato lo stesso Silvio Berlusconi a non volere un delfino cui lasciare lo scettro. A decretare la morte del partito è stato Gianfranco Miccichè, ex coordinatore per la Sicilia di Forza Italia e uno dei pochi pupilli di Silvio Berlusconi, che a poche ore dalla morte del fondatore ha sentenziato che «da oggi Forza Italia non esiste più».
Miccichè ha disegnato un futuro a tinte fosche per quella che è la sua casa politica. «Il nostro non è un partito da congresso per sapere chi prende la direzione del partito – dice – assisteremo alla lite su chi è proprietario del simbolo, a chi non lo è».
Fedelissimi sperano in famiglia
I fedelissimi di Forza Italia sperano ancora che uno dei figli possa entrare in politica. Non è certamente un desiderio disinteressato perché il partito, senza il mecenatismo del suo fondatore, è destinato alla fine.
La candidata naturale a succedere al padre anche nell’arena politica è la primogenita Marina Berlusconi, la più talentosa dei figli del Cavaliere. Peccato che Marina abbia detto a più riprese di non essere assolutamente interessata alla politica per cui nutre un velato disprezzo, figlio delle molte delusioni, personali e non, che ha visto subire al padre.
I più ottimisti sperano che la famiglia possa convincere Barbara Berlusconi, la figlia maggiore dei tre di secondo letto, a prendere lo scettro di capo di Forza Italia. Ma si tratta più di un desiderio che di una possibilità.
Si teme esodo parlamentari
La fine dell’era Berlusconi non è un evento cui il governo può rimanere indifferente. Quello che sia vuoi, evitare è che riprende la diaspora di parlamentari iniziata prima delle elezioni con l’approdo di due pezzi da novanta come Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini al terzo polo.
Lo scontro avvenuto fra Matteo Renzi e Carlo Calenda, che ha portato alla fine del progetto rende mano attuale il rischio, ma il desiderio di un nuovo soggetto centrista non è scemato.
Renzi può essere il nuovo Cavaliere
Non mancano gli osservatori convinto che il successore naturale di Berlusconi sia Renzi che ha speso parole molto commosse e non di circostanza in memoria del cavaliere.
«Silvio Berlusconi ha fatto la storia in questo Paese. Tanti lo hanno amato, tanti lo hanno odiato: tutti oggi devono riconoscere che il suo impatto sulla vita politica ma anche economica, sportiva, televisiva è stato senza precedenti. Oggi l’Italia piange insieme alla famiglia, ai suoi cari, alle sue aziende, al suo partito» ha detto ricordando anche.
«I nostri incontri, i tanti consigli, i nostri accordi, i nostri scontri. Ma soprattutto di una telefonata in cui Silvio, non il Presidente, mi ha fatto scendere una lacrima parlando della mamma».
Salvini parla come un figlio
Chi ha lanciato una vera Opa sulla memoria e sulla continuità berlusconiana è stato Matteo Salvini.
Ricordando i suoi ultimi contatti con il leader di Forza Italia da un lato si è praticamente autoinvestito quando ha ricordato che gli diceva «mi raccomando, tante opere che ho cominciato io finitele voi» per poi entrare in dettagli ancora più personali a testimonianza della familiarità.
«Al di là della grandezza politica, imprenditoriale, sportiva, televisiva – ha notato con la voce rotta dalla commozione il leader della Lega – c'è l'aspetto umano, l'immensa generosità, l'affetto. Non aveva mai digerito che portassi la barba, poi alla fine se la faceva andare bene. Al mio compleanno mi ha regalato un set di camicie blu, perché ‹Matteo ti sta meglio il blu, togliti quel bianco›. E oggi cacchio ho la camicia bianca».
Opportunità per Meloni
Per Giorgia Meloni si apre una fase complessa, ma se giocherà bene le sue carte potrà aumentare e consolidare la sua leadership con le venature centriste che Forza Italia ha e a cui Fratelli d’Italia ambisce.