Secondo l’avvocato Generale della Corte di Giustizia Ue la sentenza che limitò i voti di Fininvest in Mediolanum al 9,9% deve essere annullata come la decisione della Bce.
Il parere emesso dall’Avvocato Generale della Corte di Giustizia Ue Manuel Campo Sanchez-Bordona suona come uno schiaffo in faccia alla Bce e a Bankitalia. La vicenda prende il via nel 2014 quando Silvio Berlusconi perde il requisito di onorabilità per una sentenza passata in giudicato. Bankitalia, che aveva già congelato i diritti di voto al 9,9%, chiede a Fininvest, che detiene una quota complessiva del 30% in Mediolanum, di vendere il 20%. La decisione è successiva alla fusione fra Mediolanum e Banca Mediolanum che vede Fininvest al 30% del nuovo soggetto.
La richiesta di obbligo di vendita venne cassata dal Consiglio di Stato e allora Bce e Bankitalia cercarono di stoppare il Cavaliere sostenendo che fosse necessaria comunque una autorizzazione per mantenere la quota. E si qui arriva il giudizio di Manuel Campos Sanchez-Bordona, secondo cui sono stati commessi una lunga serie di errori di diritto. Tra questi, il fatto che la partecipazione qualificata di Fininvest e Berlusconi in Banca Mediolanum era «storica» è perciò non era necessaria una valutazione da parte della Bce.
Riorganizzazione interna
Fininvest, spiega il legale, «ha sempre detenuto una partecipazione qualificata in Mediolanum e, di conseguenza, in Banca Mediolanum, visto che le prima controllava la seconda. La fusione fra le due» ha aggiunto «ha costituito una semplice riorganizzazione interna ma non ha modificato il livello o l’intensità del controllo da parte di Fininvest (e indirettamente si Silvio Berlusconi) sulla banca».
Dal punto di vista pratico, Fininvest non ha avuto danni materiali importanti visto che non è stata costretta a cedere le sue quote pari al 30% di Banca Mediolanum, che in Borsa vale vale circa 2,4 miliardi di euro e, ovviamente, ha continuato a incassare i dividendi che la società ha distribuito in questi anni. A fronte di questo Fininvest ha subito danni d’immagine dalla vicenda e non ha potuto disporre dei propri titoli, oltre ad aver rinunciato ai propri consiglieri in cda.
Indicazione non vincolante
L’indicazione dell’avvocato generale non è vincolante per la sentenza della Corte, ma mediamente ha un suo peso. Da un punto di vista della rivalla degli eredi di Silvio Berlusconi è un massaggi che non ha prezzo nella misura in cui aiuta, non poco, a sostenere la tesi che il fondatore di Forza Italia sia stato ostracizzato dai «poteri forti» italiani ed europei per mettergli la sordina.
Gli eredi dell'ex premier preferiscono mantenere un basso profilo, e nessun commento arriva da Banca Mediolanum, ma nel quartier generale di Fininvest è palpabile la soddisfazione per il parere arrivato da Lussemburgo. La decisione della Corte potrebbe anticipare la Bce cui gli eredi di Berlusconi hanno chiesto di potere esercitare i diritti su tutta la quota, visto che con la morte dell’ex premier è venuto meno il motivo della mancata onorabilità. La Bce ancora non si è espressa.