Anche se tutto andrà secondo i piani del CEO Ulrich Körner, quest’anno Credit Suisse dovrà affrontare dei momenti davvero cruciali. finewsticino.ch traccia la road map della banca nei difficili mesi a venire.


1. Il 9 febbraio, mezzogiorno

Credit Suisse presenterà i risultati annuali del 2022 all'inizio di febbraio. Per il quarto trimestre la banca ha già segnalato perdite fino a 1,5 miliardi di franchi (1,6 miliardi di dollari).

Il bilancio del secondo operatore del settore bancario svizzero si chiude quindi in rosso. Per gli azionisti, la domanda è se si arriverà mai ad una fine. In particolare, saranno interessati a capire se Credit Suisse sarà in grado di arrestare il deflusso dei fondi dei clienti nella sua attività principale di asset management.

Gli analisti stimano in 100 miliardi di franchi i deflussi del quarto trimestre, una cifra che non deve essere superata a nessun costo. Se così fosse, ci si dovrebbe chiedere se la strategia del CEO Ulrich Körner non sia già fallita dopo quattro mesi.

2. Lamentele sui bonus

Quest’anno Credit Suisse ha registrato perdite in ogni trimestre, che dovrebbero avere un impatto corrispondente sui bonus di produttività. Le banche d'investimento americane hanno dimezzato i loro bonus nel 2022.

Nel martoriato Credit Suisse, che sarà in fase di riorganizzazione nei prossimi tre anni, dei compensi elevati saranno ancora meno probabili. «Dobbiamo essere onesti», ha dichiarato recentemente il CEO di Credit Suisse Svizzera André Helfenstein al quotidiano svizzero «NZZ» (in tedesco, dietro paywall). «Abbiamo avuto un anno negativo come gruppo... veniamo pagati di meno, e va bene così».

Se anche il suo staff la penserà in questo modo, lo si capirà quando inizierà la stagione dei bonus dopo la presentazione dei risultati annuali. Sarà interessante vedere cosa si inventerà il management questa volta per evitare una fuga di talenti.

3. La vendetta delle vittime di Lescaudron, un piatto servito freddo

È dal 2015 che le vittime dell'ex banchiere di Credit Suisse Patrice Lescaudron sono in causa. È probabile che nei prossimi mesi, la loro stretta sulla banca si rafforzi.

Ivanishvili 500
(foto: PD)

Il verdetto a Singapore è atteso entro la fine del primo trimestre. Una delle società fiduciarie della banca, citata in giudizio dal miliardario georgiano Bidzina Ivanishvili (nella foto sopra), ha ammesso davanti alla Commercial Court di non aver informato il cliente dei trasferimenti non autorizzati. Tuttavia, la filiale di Credit Suisse non ha voluto che ciò fosse considerato come un'ammissione di colpa. Il risarcimento richiesto da Ivanishvili a Singapore ammonta a 1,27 miliardi di dollari.

Nella prima metà dell'anno è previsto la sentenza scritta della Corte d'Appello delle Bermuda. Il tribunale deciderà se la filiale della banca dovrà effettivamente pagare i 600 milioni di dollari di danni che la filiale è stata condannata a pagare a marzo.

Alla fine del 2021 sono state depositate le denunce penali contro il Credit Suisse in Svizzera. Da allora, diversi banchieri sono stati interrogati dalla procura di Ginevra. La situazione si è poi calmata ma le cose potrebbero cambiare nel 2023.

4. Il 4 aprile i sauditi potranno dire la loro

L'assemblea generale ordinaria del Credit Suisse è prevista per il 4 aprile. Come le ultime assemblee ordinarie e straordinarie degli azionisti, è probabile che si tratti anche questa volta di un evento burrascoso e che i rumors di fondo possano essere interessanti.

MBS 500
(foto: Keystone)

I nuovi grandi azionisti sauditi, tra cui la Saudi National Bank e il controverso principe ereditario Mohammed bin Salman (nella foto sopra), faranno le loro prime richieste al management? Oppure, come i qatarini prima di loro, si accontenteranno di un ruolo da spettatori?

Viste le difficoltà operative, gli stipendi dei dirigenti della banca dovrebbero raggiungere un nuovo minimo. Vedremo.

5. E poi Archegos e Greensill

Nella primavera del 2021 ci sono state la chiusura forzata dei fondi Greensill del Credit Suisse e la perdita miliardaria della società finanziaria newyorkese Archegos. La duplice debacle continuerà a ripercuotersi sulla banca anche nella primavera del 2023 e oltre. L'Autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) ha avviato un procedimento esecutivo su entrambi i casi, che è tuttora in corso.

Alla fine di novembre, la banca era riuscita a restituire agli investitori del fondo Greensill circa 6,78 miliardi di dollari su oltre 10 miliardi di dollari di attività bloccate. Questo passo avanti è stato comunque marginale, e la banca sta cercando di recuperare ulteriori fondi dai debitori e da terzi attraverso azioni legali.

Ma i clienti dei fondi che hanno già perso la pazienza minacciano di adire a vie legali. Riguardo ad Archegos e Greensill, gli investitori statunitensi hanno intentato diverse class action contro il Credit Suisse, che probabilmente entreranno in una fase più animata nei prossimi mesi. La banca ha patteggiato la prima causa di questo tipo lo scorso settembre, anche se non senza costi.

6. La continua minaccia del Dipartimento di Giustizia

A gennaio, finews.com ha sottolineato il potenziale pericolo del caso. Alcuni informatori, ex dipendenti della banca, hanno fornito alle autorità americane informazioni su presunte pratiche di frode fiscale di Credit Suisse. Secondo i media, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) sta indagando se la banca abbia aiutato i correntisti statunitensi a nascondere centinaia di milioni di dollari all'Internal Revenue Service.

Si tratta di una questione molto delicata per la banca svizzera, che nel 2014 ha patteggiato un'accusa di frode fiscale del Dipartimento di Giustizia per la cifra record di 2,6 miliardi di dollari. Se dovesse emergere che l'istituto ha aiutato i clienti statunitensi a nascondere beni al fisco anche dopo il patteggiamento, Credit Suisse rischia di essere classificato come recidivo. Credit Suisse nega qualsiasi comportamento inappropriato e, secondo le sue dichiarazioni, sta collaborando con le autorità.

7. Anche i «Tuna Bond» nel menu

Tuna 500
(foto: Shutterstock)

A causa dello scandalo delle obbligazioni per il paese africano del Mozambico, Credit Suisse ha pagato 475 milioni di dollari a varie autorità nell'autunno del

2021. A luglio, la banca svizzera ha trasferito 22,6 milioni di dollari agli investitori che hanno perso denaro con i suoi cosiddetti «tuna bond».

Ma non è finita qui per la banca. A settembre del prossimo anno è prevista una causa civile, intentata a Londra nel 2020 dagli investitori che hanno acquistato oltre 600 milioni di dollari di obbligazioni. Nello stesso anno, il Ministero pubblico della Confederazione a Berna ha aperto un procedimento penale per sospetto riciclaggio di denaro, gettando ulteriore luce sullo scandalo del Mozambico.

8. Mal di testa per i bond in scadenza

Secondo le sue proiezioni, nel 2023 Credit Suisse dovrà rimborsare o rinnovare un volume di obbligazioni in circolazione superiore a quello degli ultimi cinque anni, passando da una stima di 17 miliardi di dollari nel 2022 a una previsione di 22 miliardi di dollari, come ha spiegato la banca durante una presentazione a dicembre.

Negli ultimi mesi è emerso chiaramente che la banca deve offrire cedole elevate per trovare acquirenti per le sue obbligazioni. Queste spese si aggiungono ai miliardi di costi per la ristrutturazione della banca, rendendo ancora più pesante la perdita di utili nell'attività operativa.

9. Quando si giocherà la Wild Card?

Anche se tutto dovesse andare secondo i piani di Körner e del suo management, è improbabile che il prezzo delle azioni si riprenda da un giorno all'altro, il che rende la banca vulnerabile a raider e investitori strategici.

Oggi la banca ha ancora una capitalizzazione di mercato di oltre 11 miliardi di franchi ma con un azionariato frammentato: con poco più di un miliardo di franchi, pertanto, qualcuno potrebbe diventare il maggiore azionista dell'istituto.

Date le condizioni della banca, nessuno lo ha ancora fatto. Ma ogni volta che il prezzo dell'azione tocca un nuovo minimo, aumentano le possibilità che qualcuno giochi questo jolly.