Se non vedete quale stretta correlazione possa celarsi fra la facciata di un grattacielo e la murata di una nave non avete la fantasia visionaria di Oscar Marchetto, presidente e fondatore del Gruppo Somec che spiega come «in realtà si tratti di due manufatti praticamente identici, uno posto verticalmente e uno orizzontalmente.»

Dell'inviato Giuseppe Wrzy, pubblicista ed esperto economico italiano

Oscar Marchetto aggiunge: «Ragionando sul gruppo ho pensato: la nave messa in verticale diventa un palazzo, tutto quello che posso fare sulla nave posso farlo nel palazzo. Ha funzionato alla grande.»

ll gruppo Somec ha chiuso il 1* semestre dell’esercizio 2022 con un fatturato di 152 milioni di euro e un portafoglio ordini di poco inferiore al miliardo di euro e pari a 923 milioni.

Nel 2013 Marchetto esce da Nice e compra Somec

Tutto nasce nel 2013 quando Marchetto vende le sue quote di Nice, società leader della domotica e dell'automazione degli edifici che aveva co-fondato e quotato sul segmento Star di Borsa Italiana. Con il ricavato rileva una società in difficoltà, la Somec, che faceva involucri e vetrate per navi, con un piccolo fatturato ma con una ottima reputazione nel mondo degli armatori.

In breve, la riporta in utile e il fatturato inizia a crescere. A quel punto la domanda che si è posto è stata «come crescere ancora?» La risposta, anche questa volta, non è stata scontata. «La prima cosa che mi sono chiesto è cosa c'è all'interno della nave. Allora abbiamo acquisito una società che produceva cucine per navi da crociera», racconta Marchetto.

Oggi la divisione Sistemi e prodotti di cucine professionali e una delle tra divisioni del Gruppo che conta su marchi molto apprezzati nel settore crocieristico, come Oxin e altri decisamente più iconici come Gico, da sempre uno dei marchi di cucine preferiti dagli Chef stellati. Carlo Cracco per la riapertura del Ristorante Pitosforo a Portofino ha voluto una Gico fatta su misura per le cucine tutt’altro che ampie dello storico locale ligure.

Con l’acquisto di Fabbrica entra nel glazier civile

Nel 2018 arriva il passaggio che consente di mettere la nave in verticale. Somec acquista la maggioranza dell’americana Fabbrica, che aveva contribuito a fondare 2 anni prima, e i ricavi ne traggono immediatamente beneficio salendo a 250 milioni di euro nel 2019, più di dieci volte superiori ai 23 milioni fatti segnare agli esordi nel 2013.

Fabbrica opera nelle città della costa Est degli Stati Uniti, tra le più attente alle tematiche ambientali e progetta sistemi di facciata unici, per i migliori studi di architettura civile in New England e New York.

Una enorme quantità di commesse potenziali

In pochi anni è diventata specialista nella realizzazione di facciate civili ad alto contenuto tecnologico e di design. Lo Stato e la Città di New York hanno votato una serie di leggi che impongono il rifacimento delle facciate di migliaia di grattacieli per diminuirne o azzerarne l’impatto ambientale. Una enorme quantità di commesse potenziali.

Da quando, lo scorso 19 aprile, Somec ha annunciato di avere incrementato la partecipazione in Fabbrica al 70,9% del capitale la controllata americana ha siglato ordini per complessivi 164,7 milioni di dollari. Per replicare in Europa il successo ottenuto con Fabbrica negli Usa, all’inizio del 2022 Somec acquista la maggioranza di Bluesteel, specializzata nella costruzione e installazione di facciate continue, porte e finestre per il rivestimento interno ed esterno di edifici.

La società realizza circa l’80% del fatturato a livello internazionale, soprattutto in Gran Bretagna, Svizzera e Danimarca.

Mestieri l’ultima svolta onirica di Marchetto

L’ultimo capitolo della crescita di Somec si chiama Mestieri, la terza divisione del gruppo che ambisce a riunire eccellenze artigiane italiane, realtà con qualità superlative ma troppo piccole per affrontare il mercato estero.

Un passaggio, la creazione di Mestieri, anch’esso con un forte contenuto visionario da parte di Marchetto che oggi la definisce «la nostra missione» avere creato un incubatore di tanti artigiani italiani, del saper fare italiano dai marmi ai legnami, dai tessuti al pellame agli acciai.

«Vogliamo portare all'utente finale il saper fare italiano, mettere insieme le referenze di società che hanno una storia a volte anche ultracentenaria. Non esiste al mondo questo patrimonio. Tra due anni puntiamo a 100 milioni di fatturato.» Mestieri porterà anche alla fondazione di un archivio di storia e di tutela delle professioni artigianali, perché possano essere tramandate.

Per Mestieri Show-room a New York e Milano

Assicurata la tutela del passato e delle radici, Mestieri guarda al futuro che prevede, entro la metà del prossimo anno, l’apertura di uno showroom a New York, oltre 350 metri quadri sulla Madison Avenue, una delle strade più eleganti della Grande mela.

Un luogo che vorrà essere il punto di riferimento di architetti e progettisti americani. Dopo New York City sarà la volta di Milano