Julius Baer non ha ancora trovato un nuovo CEO. Secondo il caporedattore di finews.ch Dominik Buholzer, le difficoltà stanno rallentando la banca tradizionale con sede a Zurigo nell'affrontare i problemi ereditati.

Un consiglio di amministrazione fa bene ad avere sempre un piano B, anche per la posizione di CEO.

Non si tratta di sfiducia, ma di lungimiranza imprenditoriale. Il direttore operativo può diventare improvvisamente indisponibile per motivi di salute. Oppure, come nel caso di Julius Baer, può doversi dimettere.

Il 1° febbraio di quest'anno, Philipp Rickenbacher ha annunciato le sue dimissioni dalla guida della banca privata zurighese. Da allora, gli «Orsi» sono rimasti in silenzio e i media hanno riempito il vuoto con varie congetture.

Di solito, quattro mesi dovrebbero bastare

Sicuramente il consiglio di amministrazione di Julius Baer aveva un piano B. Ma questo piano non ha funzionato, cosa che potrebbe ridurre ulteriormente la fiducia nell'istituto, già in difficoltà a causa delle questioni legate all'illustre immobiliarista austriaco René Benko.

Secondo gli esperti, la ricerca di un candidato richiede solitamente circa quattro mesi. Va aggiunto poi ancora un po’ di tempo prima dell’insediamento effettivo. Nel caso di Julius Baer, sono già passati sei mesi.

Le buone intenzioni c'erano sicuramente. Come aveva riportato da finews.ch lo scorso marzo, la questione del CEO avrebbe dovuto essere risolta entro giugno. Ora siamo a luglio e non si intravedono decisioni in tempi brevi: secondo quanto riferito, il Consiglio di amministrazione si è già fermato per la pausa estiva, pertanto il nuovo amministratore delegato, che potrebbe essere una donna, non sarà probabilmente nominato prima dell'autunno.

Molti nomi

I potenziali candidati non mancano. Ralph Hamers, ex CEO di UBS Group, viene regolarmente citato, così come Giorgio Pradelli, CEO di EFG International (che a un certo punto si è pensato potesse diventare un partner di Julius Baer), o Annabel Spring, CEO di HSBC Global Private Banking che però, pare, abbia già rifiutato nel frattempo.

Si fanno anche i nomi di Dominique Wohnlich, responsabile del private banking di Goldman Sachs Svizzera, e di Erich Pfister, ex responsabile di Banque Cramer. Sono stati presi in considerazione anche diversi manager della vecchia guardia del Credit Suisse, come Claudio de Sanctis o Francesco De Ferrari, anche se internamente a Julius Baer si diceva che dopo Alex Widmer e Boris Collardi non si sarebbero più volute persone di CS.

Si discute di co-leadership

Alcuni ambienti finanziari hanno riferito che il Consiglio di amministrazione ha esaminato anche un modello di co-leadership: non si sa se potrà essere una soluzione che avrà carattere prioritario. Non sarebbe una novità: alla Bank Vontobel, Georg Schubiger, responsabile della gestione patrimoniale, e Christel Rendu de Lint, responsabile degli investimenti, condividono attualmente la leadership.

Tuttavia, molti cacciatori di teste generalmente sconsigliano questo modello: prima o poi sorgono dei conflitti. Che poi questa configurazione possa far crescere l'azienda, è tutta un'altra questione.

Enorme incertezza

Sono diversi i motivi per cui Julius Baer è in difficoltà nella ricerca di un CEO. Oggi i dirigenti non cambiano lavoro così facilmente, anche se viene loro offerto uno stipendio più alto nel nuovo posto. Vogliono maggiore chiarezza sul posizionamento dell'azienda, soprattutto «nella sala macchine», cioè sul lato prodotti, e sulle aspettative del consiglio di amministrazione.

Inoltre, la banca tradizionale di Zurigo sta ancora affrontando le conseguenze del caso Benko. L'indagine dell'Autorità di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) non è ancora conclusa, e questo comprensibilmente scoraggia alcuni potenziali candidati.

Un altro Boris Collardi

Perché il nuovo corso abbia successo, è importante risolvere rapidamente la questione dell'amministratore delegato. Nulla contro Nic Dreckmann, che sta dirigendo temporaneamente la banca e sta facendo un buon lavoro, ma un nuovo inizio non può essere messo in atto con una soluzione provvisoria.

Julius Baer ha urgentemente bisogno di un CEO come Boris Collardi. A 35 anni è salito al comando e per un certo periodo è stato il più giovane direttore di banca della Svizzera. Il suo curriculum presentava molte lacune: non aveva esperienza con i clienti e non si era fatto un nome nei mercati dei capitali. Ma possedeva un grande know-how organizzativo e, soprattutto, un buon istinto.

Segnale di affidabilità

Collardi sapeva istintivamente cosa fare e quando. Sapeva come dare nuovi impulsi a Julius Baer e quindi far salire il prezzo delle azioni. E questo sarebbe particolarmente utile per Julius Baer in questo momento, poiché darebbe anche un segnale di affidabilità ai clienti della banca.


Collaborazione: Peter Kuster, Claude Baumann