Nel suo discordo di apertura alla 10* edizione dell’Italian Ceo Conference, l’ad di Mediobanca chiede mercato unico dei capitali, acquisti congiunti nella difesa e strategia comune contro la Cina.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Alberto Nagel ha colto l’occasione di avere riuniti nella sua banca il fior fiore dei Ceo Italiani, per la 10* edizione del Ceo Conference, per lanciarsi in un discorso dai toni eminentemente politici con gol quale ha chiesto gran voce la nascita dell’Unione dei mercati dei capitali, sulla scia di quanto fatto dal Governatore della Banca d’Italia e dall’ex numero uno della Bce Mario Draghi. Il discorso di Nagel, di fatto, è stato una sorta di elenco di obiettivi che il Governo Italiano, senza che ci sia stato iol bisogno di citarlo, è stato chiamato accogliere o perlomeno a favorire.

«Favorendo gli investimenti, la diversificazione e la resilienza economica, l'Unione dei Mercati dei Capitali porta diversi benefici ai cittadini, agli investitori e alle aziende e contribuisce alla prosperità, stabilità e competitività a lungo termine dell’Europa» ha spiegato illustrando l'urgenza di realizzare il mercato unico europeo dei capitali che «consentirebbe l'accesso a fonti di finanziamento più ampie, incluso il canale bancario, il capitale proprio, le obbligazioni e altri strumenti di finanziamento. Costi inferiori possono migliorare la competitività delle grandi imprese e delle Pmi», inoltre  tratterrebbe in Europa «i 300 miliardi di euro fluiscono annualmente verso gli Stati Uniti».

Italia valorizzi investimenti

«In Mediobanca crediamo che l'Italia dovrebbe meglio valorizzare i vasti risparmi delle famiglie, canalizzando meglio gli investimenti per supportare il rafforzamento strutturale del Paese» ha aggiunto l’a.d. di Mediobanca entrando sempre più nel terreno della politica economica. «Un'Unione dei Mercati dei Capitali – ha aggiunto – rafforza l'autonomia finanziaria dell'Ue, riduce la dipendenza dai centri finanziari dei mercati dei capitali extra-Ue e la sua valuta potrebbe guadagnare una maggiore influenza sulla scena globale.

Entrando nel dettaglio della ricetta per l’Italia ha poi sottolineato che  «in questo contesto, l'Europa è la casa dell'Italia, che solo con l'aiuto dell'Europa può cogliere i benefici degli investimenti su larga scala e mantenere un ruolo sulla scena globale».

L'Italia per Nagel «deve rimanere su una traiettoria di crescita e ha la forza per farlo. Il pil del nostro Paese è cresciuto del 3,5% tra il 2019 e il 2023, rispetto all'1,5% in Francia e allo 0,7% in Germania. Con l'aiuto dell'Europa, l'Italia ha molto da offrire alla crescita del continente, innanzitutto, sfruttando la forza unica delle pmi italiane e del Made in Italy» e con legami più forti con l'Africa. «Il cosiddetto piano Mattei segna un primo passo».

Per difesa serve approccio di scala

Passando alla geopolitica, Nagel ha ricordato che «l'investimento sottodimensionato nella difesa ha caratterizzato l'Europa. Per anni il budget medio per la difesa è stato inferiore all'1,5% del Pil in tutta l'Ue. Le cose hanno iniziato a cambiare dopo l'annessione della Crimea nel 2014. Le spese militari sono aumentate da allora, ma sono rimaste al di sotto dell'obiettivo del 2% della Nato e meno della metà di quelle degli Usa. Un approccio di scala faciliterebbe la creazione di attori più grandi nella difesa. Allo stesso modo, acquisti congiunti e centralizzati invece di una spesa frammentata sarebbero fondamentali.»

Secondo Nagel, infine «l'Europa ha bisogno di una strategia dettagliata per tenere il passo nella competizione con Cina e Stati Uniti. Idealmente, l'Ue avrebbe bisogno di un bilancio comune e unificato e dovrebbe mirare a facilitare gli investimenti attraverso l'allentamento della rigidità fiscale, consentendo l'emissione di debito comune per scopi specifici o l'esclusione di tali spese derivanti da debito e deficit. L'Europa manca di un accordo strategico e industriale globale in diversi settori cruciali e un cambiamento radicale è necessario. Deve agire come un'entità unificata condividendo strategie e obiettivi».