Il presidente confermato nonostante la contrarietà della Fondazione Crt che porta alle dimissioni il responsabile della governance.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Il Consiglio di Amministrazione di Unicredit ha approvato all'unanimità una lista di candidati per la nomina dei membri del Consiglio di Amministrazione e del Comitato per il Controllo sulla Gestione che tiene conto del numero complessivo ottimale di membri del Consiglio, determinato in 15, inclusi 4 membri del Comitato per il Controllo sulla Gestione, nonché della durata della carica, fissata in 3 esercizi.
La prima sezione è composta da: Pietro Carlo Padoan (Presidente), Andrea Orcel (amministratore delegato), Paola Bergamaschi Broyd, Elena Carletti, Marcus Chromik, Antonio Domingues, Jeffrey Alan Hedberg, Beatriz Lara Bartolomé, Maria Pierdicchi. Della seconda sezione fanno parte: Paola Camagni, Gabriele Villa, Julie Galbo.
Padoan salvo
La lista è costituita da 12 candidati, inclusi 3 membri del Comitato per il Controllo sulla Gestione, in linea con i requisiti dello statuto che prevede la nomina di altri 3 amministratori tratti dalla lista di minoranza che otterrà il maggior numero di voti, uno dei quali ricoprirà la carica di Presidente del Comitato per il Controllo sulla Gestione.
Rispetto alle indiscrezioni circolate alla vigilia la sorpresa della lista è rappresentata dalla conferma di Padoan alla presidenza. L’economista, che ha un passato molto legato al centrosinistra, non era gradito al Governo per ovvi motivi di schieramento. Nessun esponente dell’esecutivo ha chiesto espressamente la carica limitandosi a non apprezzare il curriculum del banchiere.
Best practice internazionali
Chi voleva una maggiore discontinuità in sesso o al consiglio, a partire dall’uscita di Padoan, è la fondazione Crt di Fabrizio Palenzona, che controlla circa il 2% del capitale della banca.
Palenzona, che è e rimane il primo grande elettore dell’amministratore delegato Orcel, inizialmente anche con il supporto della Fondazione Cariverona, aveva lamentato una mancanza di riguardo e considerazione del Cda al momento della stesura della lista.
La banca evidenzia che i candidati sono stati selezionati nel rispetto delle best practice internazionali, della legislazione in materia e delle linee guida della Banca Centrale Europea. Questo è bastato a fare fare un passo indietro alla Cariverona.
Mix di esperienze
La banca ha sottolineato che il processo di selezione di quest'anno evidenzia: una lista che garantisce un mix di esperienze e competenze; una rafforzata dimensione internazionale del Consiglio, con un ampio spettro di diversità, tra cui l'equilibrio di genere (50%), il background culturale e l'età; una rinnovata enfasi sulla conoscenza e sull'esperienza bancaria combinata con una profonda competenza in materia di rischio e controllo; una comprovata esperienza – a livello esecutivo e non – nei Consigli di Amministrazione di importanti istituzioni finanziarie quotate in borsa in diversi continenti; riconoscimento dell'importanza della leadership e della gestione delle persone, con riferimento alla diversità e all'inclusione; conformità alle best practice internazionali in termini di indipendenza degli amministratori, con tutti gli amministratori non esecutivi della lista indipendenti.
Lo scontro non è stato senza conseguenze portando all’uscita di Lamberto Andreotti. Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, con una nota, ha decretato la fine, o forse solo la sospensione delle ostilità.
Un sounding strutturato
L’ente «pur ribadendo le riserve espresse con riguardo al processo di formazione della lista del Cda di Unicredit, in quanto realizzata senza un sounding strutturato degli azionisti e stakeholder – intende esprimere il proprio apprezzamento per il lavoro svolto dal Board uscente e per la sensibilità istituzionale dimostrata da parte dei consiglieri in carica che hanno rinunciato alla propria ricandidatura. Tra questi, in particolare, il Presidente del Comitato Corporate Governance & Nomination, Lamberto Andreotti che ha accolto con senso di responsabilità la richiesta formulata nell'incontro con i vertici dell'Ente».