Il neo Governatore di Bankitalia sottolinea che l’inflazione è in fase avanzata. Chiede alle banche di mantenere una forte dotazione di capitale.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Fabio Panetta ha tenuto al convegno Assiom Forex che si è tenuto a Genova il primo discorso al mondo finanziario italiano da quando è Governatore. Ed è stato un discorso asciutto, concreto che evidenzia come il banchiere si sia formato nella vigilanza e non nell’ufficio Studi come il suo predecessore Ignazio Visco.
Quindi molta attualità e pochi voli pindarici.Il calo dell’inflazione è ormai «in una fase avanzata» ha spiegato ricordano che uno scenario delicato come l’attuale, le istituzioni e gli intermediari finanziari devono stare attenti ai rischi per la crescita e per il credito delle banche.
Una positiva eccezione
«Nell’area dell’euro l’attività economica ristagna da ben cinque trimestri, risentendo della debolezza della domanda sia estera sia interna, con la maggioranza dei comparti industriali in recessione» ha spiegato Panetta rilevando come «l’aumento dell’occupazione rappresenta una positiva eccezione. La domanda di lavoro è stata sostenuta dapprima dal balzo produttivo post-pandemico e poi dalla ricomposizione dell’attività verso processi ad alta intensità di manodopera, resi più convenienti dai rincari energetici».
Panetta, che fino a poche settimane fa sedeva nel board della Bce ha voluto mettere in guardia i suoi ex compagni di viaggio dai rischi che si corrono muovendosi troppo tardi nell’abbassare i tassi di interesse.
Bce non tardi a tagliare
Se ciò accadesse «potrebbero emergere rischi al ribasso per l’inflazione che contrasterebbero con la natura simmetrica dell’obiettivo stabilito dal Consiglio della Banca Centrale Europea», ha spiegato il Governatore ricordano che «nell’ultimo biennio la politica monetaria della Bce è passata in modo repentino da un orientamento molto espansivo a uno nettamente restrittivo».
Ora però «l’esame delle condizioni macroeconomiche indica che la disinflazione è in una fase avanzata e che il cammino verso l’obiettivo del 2% prosegue con speditezza. Si sta rapidamente avvicinando il momento di un’inversione di rotta nell’orientamento della politica monetaria”.
Un valore mai rilevato dopo la crisi finanziaria
Passando al sistema bancario italiano, Panetta si è congratulato per i risultati raccolti. In particolare il capitale è salito al 15,8% delle attività a rischio, in linea con le altre banche europee e i prestiti deteriorati in rapporto a quelli complessivi sono scesi all’1,4%, completando il processo di risanamento avviato da quasi un decennio.
«I coefficienti di liquidità superano ampiamente i requisiti regolamentari. Anche la redditività è migliorata: il rendimento del capitale sfiora il 13%, un valore mai rilevato dopo la crisi finanziaria» ha detto il banchiere centrale.
La liquidità delle banche sotto la lente
«Resta prioritario – secondo Panetta - mantenere un’equilibrata struttura per scadenza delle attività e delle passività. In una fase in cui l’Eurosistema sta riassorbendo la liquidità in eccesso, i piani di raccolta delle banche vanno definiti con realismo ed eseguiti per tempo. La Vigilanza sta valutando l’accuratezza e l’affidabilità dei piani di provvista delle banche. L’attenzione sarà rivolta in particolare agli intermediari con minore diversificazione della raccolta e che puntano sull’espansione dei depositi».
Anche perché la qualità del credito è destinata a peggiorare. Secondo le stime di Bankitalia, «la qualità dei prestiti peggiorerebbe nel prossimo biennio. L’incidenza dei crediti deteriorati si manterrebbe ben inferiore ai picchi raggiunti dopo la crisi dei debiti sovrani, ma eventi imprevisti potrebbero condurre a scenari più sfavorevoli.
Alle banche è richiesta prudenza nella classificazione dei prestiti e una scrupolosa applicazione dei principi contabili internazionali, secondo cui occorre riconoscere le perdite attese ed effettuare le relative rettifiche di valore anche quando le perdite non si sono ancora materializzate».