I tre tagli consecutivi della Banca Centrale Europea hanno portato il tasso sui depositi al 3,25% e c’è una larga parte degli economisti che pensa che a dicembre l’istituto centrale possa procedere a un ulteriore taglio di 50 punti base.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
I portatori di mutui a tasso variabile hanno già iniziato a godere dei benefici di questa politica monetaria che non tarderà a farsi sentire anche sui bilanci bancari, con una inevitabile riduzione del margine di interesse.
Una dinamica, quella del margine di interesse, che renderà meno interessante per gli istituti di credito la scelta di politica stand alone e farà riscoprire i vantaggi delle economie di scala connesse alle operazioni di integrazione.
Operazioni bancarie transnazionali
Come spesso capita in ambienti felpati come quelli bancari, la pratica è spesso proceduta da ragionamenti teorici che danno il via libera alle logiche aggregative. In questo senso può essere letto il contenuto dell’intervista resa dal Governatore di Bankitalia Fabio Panetta al direttore del dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale Alfred Kammer.
Panetta, in sostanza, ha benedetto le operazioni bancarie transnazionali, pure non citando mai direttamente il dossier Unicredit/Commerzbank.
Andrea Orcel si copre
In attesa che arrivi il momento di decidere quale strada prendere su Commerzbank, l’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel ha deciso di proteggersi dalle oscillazioni del mercato.
La banca italiana è il primo azionista della banca tedesca con una quota del 9% e derivati per un ulteriore 11,5%: Nei giorni scorsi, secondo quanto risulta, ha stretto un accordo con la americana Jefferies per assicurare la posizione rispetto alle fluttuazioni di Borsa.
Mezza vittoria per gli italiani
Questa mossa consentirà al banchiere di agire senza nessuna pressione. Evidentemente il mercato scommette su un’operazione di integrazione amichevole, che magari passi anche attraverso uno scambio di azioni e quindi un’operazione mista cash/carta.
Non è da escludere in ogni caso l’opzione marcia indietro che avrebbe il pregio di portare a casa una ricca plusvalenza. Il 9% di Commerzbank è costato a Unicredit 1,5 miliardi di euro circa. Oggi vale oltre 200 milioni di più e il prezzo pare destinato a salire ancora. La rinunzia sarebbe comunque una mezza vittoria per gli italiani.
Mediobanca preferisce Unicredit in Ue
Il comparto bancario è costantemente sotto la lente degli analisti finanziari, che analizzano i possibili scenari che si andranno a creare. Mediobanca Research, in un report dedicato alle banche italiane, ha confermato la sua visione costruttiva sulle banche europee, accordando la preferenza ad Unicredit.
Gli esperti ritengono che le banche europee siano ancora sottovalutate considerando il rapporto p/e (prezzo utili) pari a 7, un Rote (rendimento del patrimonio netto tangibile) sostenibile e pari al 13%, un rendimento del 10% e un Cet1 del 14% nel periodo 2024-26.
Gli esperti nel report spiegano di preferite titoli «a buon mercato, insensibili ai tassi e con un ritorno di capitale visibile con un'opzionalità idiosincratica. In Italia, privilegiamo Unicredit per l'upside derivante dall'eccesso di impiego di capitale».
Intesa e Credem di qualità
«Consideriamo – aggiungono gli analisti di Mediobanca – Intesa Sanpaolo e Credem come banche di alta qualità», con una valutazione corretta e un upside in termini di rendimento sul capitale limitato, spiegando che il recente piano industriale di Bper si è già riflesso nei multipli.
Dopo la presentazione del business plan, su Mps gli analisti considerano l'M&A come potenziale prossimo catalizzatore. Infine, Banco Bpm e B.P. Sondrio rimangono le banche più sensibili ai tassi, con un multiplo p/e a premio per il settore.
«Nel complesso, concludono, prevediamo che gli utili core del terzo trimestre saranno solidi, battendo il consenso a una media di una cifra. Inoltre riteniamo possibile un rialzo delle previsioni per l'esercizio 2024 di Unicredit per quanto riguarda le commissioni, di Popolare di Sondrio e del Monte dei Paschi per quanto riguarda il margine dio interesse e di Bper per quanto riguarda il Cet1 ratio e la cedola per azione».