La banca modenese ha raggiunto i target 2025 con due anni di anticipo e ora deve aggiornare il piano. Il mercato si chiede se Montani rimarrà. Sostituirlo potrebbe essere un grave errore.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Bper ha chiuso il 2023 con un utile netto consolidato pari a 1,52 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 1,45 miliardi del 2022 e il cda ha proposto il pagamento di un dividendo di 0,3 euro ad azione, più che raddoppiato rispetto agli 0,12 euro dello scorso esercizio.
«Il 2023 si è confermato un anno da incorniciare, con dati che vanno ben oltre la favorevole congiuntura del sistema bancario», ha spiegato l’Amministratore Delegato Piero Luigi Montani ricordando che «in questi anni abbiamo portato avanti aggregazioni, integrando 988 sportelli delle due banche prese in carico, con 2,5 milioni di clienti e 4.800 dipendenti. Insomma abbiamo portato a termine tutte le azioni del piano 2025: lo abbiamo chiuso a fine 2023, in due anni scarsi, e anche di questo siamo orgogliosi».
Banchieri della vecchia scuola
Il successo che va sottolineato con enfasi è l’integrazione di banca Carige in tempi rapidissimi. Il calvario che aveva affrontato la banca genovese dopo che lo stesso Montani e l’allora presidente Cesare Castelbarco furono allontanati, oggi si può dire improvvidamente allontanati senza tema di smentite, dall’allora azionista di Malacalza Investimenti, lasciava prevedere un travaglio più lungo.
Ma Montani fa parte dei banchieri della vecchia scuola, con una grande conoscenza del prodotto ed è riuscito dove in moti hanno fallito. «L'operazione Carige – ha spiegato – è stata conclusa: la banca è stata perfettamente integrata, ci sono affidamenti come sempre avviene ma non riguardano più un progetto che per noi è definitivamente chiuso».
Piano aggiornato da nuovo Cda
La banca ha raggiunto in anticipo i target al 2025 del piano che sarà quindi aggiornato, ma dal prossimo Cda che verrà eletto dall’assemblea che si terrà in primavera. E qui la partita inizia ad essere spinosa.
Montani non ha fatto mistero con i suoi collaboratori che potrebbe essere disponibile a un altro mandato ma anche che non farebbe tragedie qualora l’esperienza fosse giunta al termine. «Per quanto mi riguarda sono molto tranquillo e sono molto tranquilli anche gli altri consiglieri. Abbiamo fatto un grande lavoro. Non c'e' agitazione da parte di nessuno, aspettiamo le conclusioni e poi vedremo», ha spiegato.
In ambienti finanziari sono circolate indiscrezioni
Il manager ha avuto un rapporto sempre molto stretto con Carlo Cimbri, amministratore delegato e dominus di Unipol, primo azionista di Bper con una quota del 20% del capitale. Recentemente, dopo la decisione della compagnia assicurativa di salire al 20% nel capitale della Popolare di Sondrio, sono circolate delle indiscrezioni sul possibile deterioramento nei rapporti fra i due.
In ambienti finanziari sono circolate indiscrezioni secondo cui il nuovo capo azienda avrebbe potuto essere Gianni Franco Papa, a lungo consigliere di Bper e oggi anche presidente della controllata Cesare Ponti.
Papa convince poco
Papa, un lungo passato in Unicredit, è un manager di esperienza fortemente sponsorizzato dal suo ex capo in Unicredit Federico Ghizzoni, sempre molto ascoltato da Cimbri. Nonostante il buon curriculum il nome di Papa finora non ha entusiasmato molti dei soci di Unipol ed è certamente meno apprezzato dal mercato di quello di Montani che ha alle spalle molti più successi e medaglie.
La solidità del banchiere Montani è emersa una volta di più in occasione dei recenti conti. Nonostante la crescita dell’utile Montani non si è messo in scia a quanto fatto da molti suoi colleghi e ha confermato il payout previsto dal piano al 2025, numero che alcuni analisti hanno ritenuto basso.
In anticipo
«Mi spiace che lei lo giudichi basso – ha detto il ceo – Noi siamo arrivati a dare 30 centesimi, che rappresentano un payout del 30%». Payout, ha ricordato Montani, che tra l’altro è previsto ad arrivare al «50% al 2025».
Il che significa, praticamente, che Bper è anche «in anticipo. Il nostro intendimento è quello di favorire i soci, ma per farlo dobbiamo mantenere la banca solida, non vogliamo bruciare tutto adesso per fare bella figura», ha sottolineato Montani, ma «vogliamo continuare a crescere».