Tra le aziende del comparto cresce la fiducia per una crescita dei ricavi. Le esportazioni continuano a fare la parte del leone. Grande domanda da Turchia e Cina.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Il settore orafo italiano si conferma uno dei settori a maggio valore aggiunto dall’economia italiana. E’ quanto emerge dalla quinta edizione dell’inchiesta congiunturale realizzata dal Club degli Orafi, in collaborazione con la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo realizzata tra imprese attive nel comparto produttivo e distributivo.
Le statistiche e le rilevazioni confermano la buona tenuta del settore per l’anno appena concluso: rispetto alla rilevazione effettuata a giugno, è aumentata la dal 39% al 44% la percentuale di quanti dichiarano un fatturato in crescita. Queste valutazioni trovano conferma anche dalle statistiche ufficiali come rilevato dall’indice Istat che nel periodo gennaio-ottobre mostra una crescita dell’8,5% del comparto, che ha fatto meglio del sistema moda, cresciuto del 3,3%e del totale del settore manifatturiero che ha accusato una dei recita dello 0,1%.
Livello mondiale
Il comparto, prosegue lo studio, conferma un’elevata competitività sui mercati internazionali, collocandosi nel 2022 come primo esportatore europeo e raggiungendo il quinto posto a livello mondiale con una quota pari al 10,1%, in netto miglioramento rispetto all’8,3% del 2019.
Nei primi nove mesi del 2023, a fronte di una domanda mondiale sostanzialmente stabile (+0,3%), le esportazioni italiane di gioielli in preziosi si sono attestate a 6,8 miliardi di euro in crescita del +12,3% in valore e con una tenuta nelle quantità cresciute dello 0,9% rispetto all’omologo periodo del 2022
Corre Export svizzero
Oltre al consolidamento nei principali mercati come gli Stati Uniti e Francia, si è assistito a un balzo importante delle esportazioni verso la Svizzera, hub logistico delle maison del lusso, salite del 43,6% e alla buona capacità di cogliere la crescente domanda turca e cinese aumentate rispettivamente del 59,5% e del 16,7%.
Per il 2024 si colgono i timori del rallentamento anche nelle attese degli operatori con una maggior prudenza, soprattutto per le imprese più piccole, mentre per le imprese medio-grandi permane un 50% del campione che ha attese di fatturato in crescita.
Anche l’indice di produzione dell’Istatr evidenzia un progressivo peggioramento nel corso del 2023, registrando nella media dei primi dieci mesi un leggero calo dell’1,4%), comunque più contenuto del dato del sistema moda che ha ceduto il 6,6%.
Non rallentano gli investimenti
Nonostante queste preoccupazioni, il settore mostra una buona consapevolezza della necessità di continuare a investire: nel 2023 in tutte le classi dimensionali si rafforza la percentuale di chi dichiara investimenti in crescita. I fattori che spingono maggiormente le scelte di investimento riguardano l’introduzione e il potenziamento dell’innovazione tecnologica per le imprese più grandi e un rafforzamento dell’identità e dell’immagine aziendale per le imprese più piccole.
Giorgio Villa, Presidente del Club degli Orafi Italia ha sottolineato che «I dati confermano che il settore orafo dimostra una capacità di risposta unica sul panorama produttivo italiano. In previsione del rallentamento dell’economia internazionale, sarà cruciale per le aziende del comparto concentrarsi sul potenziamento della propria competitività attraverso investimenti mirati».
Per Stefania Trenti, Responsabile Industry and Local Economies Research, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo «Il settore orafo ha rafforzato la propria leadership europea. Sarà determinante sostenere la propensione a investire per rafforzare il livello di innovazione ed efficienza dei processi; questi fattori dovranno convivere e massimizzare i punti di forza del settore come l’artigianalità e la flessibilità delle produzioni».