In poco meno di una settimana la banca guidata da Giuseppe Castagna emette un nuovo bond At1, ne riacquista uno in scadenza e lancia un social a bond che fa il pieno di ordini.

Giuseppe Castagna, dopo la decisione di Moody’s di alzare di due notch i rating di Banco Bpm, tra cui quello di lungo termine portato da Ba1 a Baa2 con outlook stabile, ha colto il momentum ed è tornato sul mercato obbligazionario. La banca, nel dettaglio, ha collocato un social bond a quattro anni da 500 milioni di euro.

Il social bond è un’obbligazione che viene emessa con l’obiettivo di utilizzare i proventi per il finanziamento di progetti di natura sociale. Si tratta di prodotti che riscuotono un forte interesse da parte degli investitori istituzionali. Le emissioni di questo genere sono oggi poco sotto le 230 unità per un valore di mercato complessivo di 464 miliardi di euro.

Ordini oltre 2,3 miliardi

Il book dell’obbligazione ha fatto il tutto esaurito in pochissimo tempo e alla fine gli ordini complessivi sono ammontati a oltre 2,3 miliardi di euro. L’emissione, che paga una cedola annuale, offre un rendimento di 155 punti base sopra il midswap e scadrà il 29 novembre del 2027.

La banca, pochi giorni prima, ha lanciato l’offerta di riacquisto di un bond Additional Tier 1, quelli divenuti famosi in occasione del salvataggio del Credit Suisse da parte di Ubs, per massimi 300 milioni di euro e ha allo stesso tempo proceduto al collocamento dia un n uovo titolo At1 di pari ammontare che offre una cedola del 9,5%. Una mossa valutata molto positivamente dal mercato che si aspetta un 2024 decisamente più sfidante del 2023 per il comparto delle banche italiane.

Predatore o preda?

Il management del Banco Bpm ripete come un mantra che il futuro della banca è stand alone e che la crescita sarà crescita organica. Ma la vendita del 25% del Monte dei Paschi di Siena da parte del Ministero del Tesoro è stata letta da molti come il kick off della prossima l’ondata di consolidamento bancario. Nulla dovrebbe accadere prima della fine dell’anno visto che tutti hanno interesse a aspettare i propri risultati di fine anno per il calcolo dei multipli delle operazioni futuribili.

Il Banco Bpm si è sottratta con vigore dal numero dei potenzialmente interessati al Monte dei Paschi di Siena. Nulla impedisce un ripensamento, ma al momento le strategie non sembrano essere mutate. Quello che più temono a Piazza Meda è il rischio di essere l’agnello sacrificale delle ambizioni altrui. Sia Unicredit sia Intesa Sanpaolo vengono accreditate di robusti appetiti esteri.

Tecnici al lavoro

Carlo Messina e Andrea Orcel, amministratori delegati rispettivamente di Intesa Sanpaolo e di Unicredit, giocano a carte coperte. Come si usa fare in questi casi fanno lavorare gli staff tecnici a molteplici ipotetici dossier contemporaneamente. In questo modo da un lato evitano possibili fughe di notizie su quello che è il vero obiettivo, dall’altro si tengono aperti fronti diversi, in grado di aiutarli qualora lo scenario cambi improvvisamente.

Più di un osservatore reputa che la francese Société Générale potrebbe essere la preda ideale per entrambe le banche e non certamente perché ha già un presidente italiano, Lorenzo Bini Smaghi. Per entrambe sarebbe un boccone molto grande da digerire a partire dal pletorico numero di dipendenti, superiori alle 117.000 unità.

Sciovinismo francese

E’ noto che lo sciovinismo francese vede di pessimo occhio le conquiste di brand storici da parte di realtà straniere. Ma se il Crédit Agricole avesse semaforo verde per le sue mire su Banco Bpm, lo scenario potrebbe cambiare. Uno scenario che per Castagna sarebbe l’incubo peggiore.