Il successore di Ignazio Visco ritorna a Roma dopo cinque anni nel board della Bce. Carattere duro e risoluto è stato un argine ai falchi tedeschi. Avendo ragione sull’inflazione.
Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Fabio Panetta, 64 anni, romano con radici ciociare è il nuovo Governatore di Bankitalia. Succede a Ignazio Visco che ha retto l’istituto negli ultimi 12 anni. In Banca d’Italia è da quasi quarant’anni visto che è stato assunto nel 1985 e, pur conoscendo le doti della diplomazia, non esercita i riti felpati di molti suoi predecessori. Ama e usa pochissimo il linguaggio da iniziati e le inutili circonlocuzioni. Forte di uno stile sobrio, ama parlare in maniera molto diretta. E ogni tanto gli piace incedere in citazioni pop.
Lo scorso febbraio, in un intervento sulla politica monetaria, citò Lucio Battisti, forse il cantautore più famoso della musica leggera italiana, spiegando che la Bce nel contrasto all’inflazione non doveva «guidare come un pazzo a fari spenti nella notte».
La medaglia più splendente e preziosa
E la lotta ai falchi tedeschi è forse la medaglia più splendente e preziosa che si porta dietro da Francoforte. I recenti dati dell’inflazione, scesa improvvisamente sotto la soglia del 2%, sono la conferma che aveva ragione quando diceva che l’ondata inflazionistica partita nel 2021 era frutto di choc destinati a esaurirsi, che sarebbe stata passeggera e la Banca centrale europea doveva mostrare una pazienza strategica.
Questa lettura ha generato non pochi dissensi a Francoforte, ma oggi si è rivelata esatta e nei verbali della Bce si trovano abbondanti tracce dei suoi interventi da colomba sui tassi. Negli interventi pubblici ama dire «dobbiamo essere determinati ma giudiziosi», aggiungendo che «l'obiettivo è ridurre l'inflazione evitando di arrecare danni inutili all'economia reale».
Vicino a Meloni
Figlio di un politico democristiano di lungo corso, Panetta viene indicato come non alieno alle posizioni politiche dell’attuale governo. Pur essendo stato nominato Governatore dall’attuale esecutivo, sarebbe profondamente sbagliato definirlo come un uomo di area meloniana. Ovviamente lavorerà con l’attuale governo come ha fatto con tutti quelli precedenti. E si può dire che ne abbia visti di tutti i colori. E’ stato nominato nel direttorio di Banca d’Italia dal governo tecnico di Mario Monti, promosso da quello giallo-verde di Lega e CinqueStelle e mandato alla Bce da quello di M5S e Pd.
Profondamente contrario alle criptovalute, Panetta ha studiato a lungo l’Euro digitale, che ha difeso da molte voci contrarie in seno alla Bce che non sono riuscite a stoppare il progetto, ma certamente a ritardarlo. L'euro digitale ha detto in un intervento di due mesi fa alò Parlamento Europeo, «ci offrirebbe un mezzo di pagamento digitale che ci unirebbe come il contante, poiché come il contante sarebbe utilizzabile ovunque e da chiunque nell'area dell'euro. Rafforzerebbe la nostra economia e la nostra autonomia perché sarebbe basata su un'infrastruttura europea, riducendo la dipendenza da un ristretto gruppo di fornitori non europei».
Nodo del debito
Da un punto di vista macroeconomico lo attende un panorama assai complesso. Il Governo ha appena liquidato una legge di bilancio che contiene sgravi fiscali per oltre dieci miliardi, ma finanziati per un solo anno. Il debito fatica a scendere e la crescita negli ultimi sei mesi è stata a zero o sotto, come in altri Paesi europei.
In Italia trova un panorama finanziario ancora troppo frammentato. Nonostante gli input al consolidamento giunti a più riprese dai regolatori italiani ed europei c’è ancora una robusta resistenza al consolidamento, soprattutto per le realtà più piccole. Da un punto di vista della salute del sistema, non ci sono allo stato crisi bancarie in essere.
La grande malata del sistema italiano
Il salvataggio del Monte dei Paschi, che è stata a lungo la grande malata del sistema italiano, sembra essere ormai prossimo al perfezionamento. Il sistema potrebbe avere un ritorno di problemi legati a nuove ondate di Npl, ma gli aumenti di capitale affrontati negli anni passati hanno creato cuscinetti di capitale che dovrebbero tenere a lungo il sistema in sicurezza.